Le parole possono essere finestre o muri
«Le parole – scrive Salvatore Cimmino – possono rappresentare finestre o muri, sono l’arma più potente di cui ognuno di noi è dotato, un’arma che non dovrebbe mai essere puntata al cuore dell’altro. L’identità sociale della persona con disabilità nel corso della storia dell’umanità è stata oggetto di alterni destini, che si sono concretizzati, spesso, in epiteti denigratori. Usate in contesti diversi, le parole possono essere appropriate, confondere o addirittura offendere, ma se utilizzassimo quelle giuste, potrebbero diventare le fondamenta del mondo inclusivo in cui abitare tutti insieme»