Ma è possibile dover studiare la disabilità su testi del genere?

«Essere un ragazzo che studia a un Istituto Professionale – scrive Giuseppe Arconzo – e farlo su testi ove si parla tra l’altro dei “Bisogni del diversamente abile” o che “per trattare la persona con disabilità come soggetto dotato di diritti occorre assumere la prospettiva ‘del prendersi cura’”, il tutto senza mai occuparsi dei contenuti della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Ma davvero coloro che saranno assistenti sociali o educatori devono acquisire concetti superati e approssimativi come questi su un fenomeno tanto complesso come la disabilità?»

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Dedicata ai diritti delle persone e alle famiglie con la SLA

È in programma per il 17 settembre la Giornata Nazionale sulla SLA (sclerosi laterale amiotrofica), promossa per la sedicesima volta dall’AISLA e che coincide quest’anno con il quarantennale di tale Associazione, evento che punta tra l’altro a diffondere la cultura dei diritti della persona a una cura, necessaria per una malattia ad alta complessità assistenziale come la SLA. «Intercettare un bisogno significa anche ascoltarlo – dichiara Fulvia Massimelli, presidente dell’AISLA -, e per questo la nostra Giornata è dedicata alle famiglie e per le famiglie, affinché nessuno si senta più solo»

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Persona autistica: un giorno “genio”, il giorno dopo “criminale”

Abbiamo già dovuto occuparci delle gravi parole pronunciate durante la trasmissione di RAI Uno “Estate in diretta”, ove è stato definito come “autismo di gruppo” l’episodio di cronaca dello stupro di gruppo verificatosi a Palermo. Sulla stessa vicenda diamo oggi spazio a Roberto Speziale, presidente dell’ANFFAS, che chiede alla RAI le scuse e l’oscuramento di quella puntata della trasmissione e da Cristiana Mazzoni e Pierluigi Frassineti, presidente e vicepresidente del FIDA, che sottolineano come la persona autistica venga «un giorno definita “genio” e il giorno successivo “criminale”»

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L’ISTAT, le donne vittime di violenza e la disabilità

L’80,7% delle Case rifugio rifiuta di accogliere donne con disagio psichiatrico, non è rilevata la disabilità delle vittime ed è presente qualche dato sull’adozione di misure per il superamento delle barriere architettoniche, ma non si parla di accessibilità dei servizi propriamente detti, né delle informazioni sugli stessi, né dell’adeguatezza degli strumenti di valutazione del rischio: il rapporto ISTAT sul “Sistema di protezione per le donne vittime di violenza” è un’ulteriore conferma della discriminazione istituzionale/sistemica subita dalle donne con disabilità vittime di violenza

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Scusatevi e invitate in studio qualcuno che spieghi cos’è davvero l’autismo!

«Le parole pronunciate durante il programma di Rai Uno “Estate in diretta” – scrivono dall’Associazione ANGSA -, quando soffermandosi sul terribile episodio dello stupro di gruppo verificatosi a Palermo, si è operato un nesso indegno tra violenza e autismo, hanno prodotto una nuova violenza a migliaia di persone e alle loro famiglie. Quelle parole rischiano di alimentare sull’autismo il pregiudizio e di annullare così gli sforzi quotidiani delle famiglie. Chiediamo le scuse e anche di ospitare in studio una famiglia con autismo, per spiegare cosa sia realmente l’autismo»

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Non è un problema di “politicamente corretto”, bensì di “abilismo”

Con le riflessioni di Simona Lancioni, concludiamo, almeno per il momento, la pubblicazione delle opinioni sugli articoli pubblicati all’inizio di questo mese dalla giornalista Concita De Gregorio (“Il valore di un selfie” e “La morte del contesto”) e sulle tante prese di posizione da essi suscitate. «Il problema di quegli articoli – scrive tra l’altro Lancioni – non è né la “morte del contesto” e neppure il “politicamente corretto”, il problema è quella costruzione logica e sintattica ben articolata e studiata per affermare che “le persone con disabilità intellettiva valgono meno”»

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Se la TV pubblica lede la dignità di migliaia di persone con autismo

Si sta via via profilando una vera e propria “estate degli orrori”, sul piano del linguaggio “sbagliato” nei confronti della disabilità e non a caso, come abbiamo recentemente segnalato, l’Ordine dei Giornalisti sta lavorando per una guida ritenuta quanto mai necessaria. L’ultimo caso viene denunciato da Ivana Consolo, avvocata, e riguarda quanto detto durante la trasmissione di RAI Uno “Estate in diretta” da un giornalista, che affrontando il terribile episodio di cronaca dello stupro di gruppo verificatosi a Palermo, ha parlato di “autismo di gruppo”

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Quando le scuse raddoppiano il danno

Anche Marta Migliosi, donna con disabilità e attivista per i diritti delle persone con disabilità, scrive sugli articoli pubblicati dalla giornalista Concita De Gregorio e sulle tante prese di posizione da essi suscitate, ciò a cui abbiamo già dedicato una serie di altre opinioni. «Dopo il primo testo dal linguaggio discriminatorio – scrive Migliosi, rivolgendosi alla giornalista – le sue scuse hanno raddoppiato il danno, rivolgendosi tra l’altro ai nostri genitori come se fossero gli unici interlocutori possibili, oltreché definendoci come “persone meravigliose afflitte da un danno”»

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Un percorso nelle scuole per cambiare sguardo sulla disabilità

“Cambiamo sguardo: dire, fare, parlare di disabilità”: si chiama così il nuovo progetto dell’organizzazione CBM Italia, già attiva nelle scuole primarie e dell’infanzia, rivolto questa volta alle scuole di ogni ordine e grado di tutta Italia, tramite un percorso online dedicato a insegnanti e altro personale scolastico, attraverso invece una formazione in classe per alunni e alunne, studenti e studentesse, centrando l’attenzione soprattutto sul tema dei diritti delle persone con disabilità sanciti dalla relativa Convenzione ONU

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“Staffetta Blu 2023”: un’esperienza socializzante a contatto con la natura

Coordinata dall’Associazione ANGSA, organizzata da varie Sezioni di essa e conclusasi in luglio nelle Marche, la “Staffetta Blu 2023”, seconda edizione di una manifestazione organizzata per tenere alta l’attenzione della cittadinanza sui disturbi dello spettro autistico, ha visto impegnate circa 2.000 persone in 15 Regioni italiane e in 17 diverse tappe, il tutto facendo vivere ai giovani con autismo un’esperienza socializzante a contatto con la natura, insieme a genitori e accompagnatori, coinvolgendo anche altre Associazioni e rappresentanti delle Istituzioni locali

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