Stanco di essere rappresentato come una “povera anima sofferente”!
«Un uomo pone fine alla vita dei suoi familiari – scrive Marco Roberto Rossetti, a proposito di quanto accaduto qualche settimana fa all’Aquila -; uno dei figli si chiamava Massimo e aveva una grave disabilità. La narrazione dominante vede nella sua disabilità la causa principale dell’evento. Da persona con disabilità sono davvero stanco di essere investito da questo tipo di narrazione che mi rappresenta come una “povera anima sofferente”. Stanco di una narrazione violenta che impone forzatamente una visione tragica e disperata delle nostre vite, appiattendole e rendendole monodimensionali»