Una buona notizia: rimosso quel video che offendeva e incitava alla violenza

Lo aveva immediatamente richiesto la Federazione FISH a YouTube e la richiesta è stata accolta: è stato rimosso quel video pubblicato in YouTube da Daniele Simonetti, conosciuto nel web come Sdrumox, un video i cui contenuti, secondo il Gruppo Donne della stessa FISH, costituivano «un gravissimo episodio di incitamento alla violenza nei confronti delle donne con disabilità». La Federazione sta ora valutando anche l’eventualità di procedere a una querela nei confronti dei responsabili

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Prima dello sterminio: sterilizzazioni “fulcro medico della biocrazia nazista”

«In termini di sterilizzazioni forzate – scrive Domenico Massano – l’esperienza nazista rimane unica, per la sua radicalizzazione del potenziale discriminatorio insito nell’eugenetica, che condusse in seguito agli orrori dell’olocausto hitleriano e allo sterminio, tra il 1939 e il 1945, di un numero di persone con disabilità o con disturbi psichici che oscilla tra le 200.000 e le 300.000. Ma la sterilizzazione delle persone non ritenute “adatte” dal regime era stata non solo uno dei primi passi verso lo sterminio, ma anche, come è stato scritto “il fulcro medico della biocrazia nazista”»

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Disabilità, mai così alto in Italia l’odio online: come agire?

«Usare le parole della disabilità per insultare chicchessia – scrive Giuseppe Arconzo, a proposito delle inquietanti risultanze della 7^ “Mappa dell’intolleranza e dell’odio online” – è espressione di un retaggio pseudoculturale che individua la disabilità come una circostanza negativa e da nascondere. Allo stesso tempo ciò determina una cultura del pregiudizio e della discriminazione da combattere con forza, per avere una società davvero inclusiva, in cui le diversità siano considerate una ricchezza con cui convivere e non una barriera ad una pressoché ignota e contestabile idea di normalità»

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Le teorie psichiatriche alla base dell’Olocausto

Nel Giorno della Memoria di domani, 27 gennaio, istituito per commemorare le vittime dell’Olocausto, le prime delle quali, com’è ormai noto, furono proprio le persone con disabilità, ci sarà a Milano l’incontro “Non dimenticare. Per un futuro migliore”, promosso dal CCDU (Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani), per richiamare l’attenzione sulle responsabilità della psichiatria nelle teorizzazioni che portarono alle pratiche di sterminio poste in essere durante il Nazismo. Un’occasione per ricordare l’Olocausto, dunque, ma anche per comprendere che “quel passato non è ancora passato”

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“Genere e disabilità”: non un tema, ma una prospettiva

«Occuparsi di genere e disabilità – scrive Simona Lancioni – è bello, perché fare cose che la coscienza morale considera buone e giuste, oltreché suscitare un’adesione spontanea, richiama anche un’idea di bellezza. Ma è anche frustrante perché, almeno in Italia, il fenomeno delle discriminazioni multiple che colpiscono le donne con disabilità viene trattato come un tema da sviluppare in questo o quel progetto, e non come una prospettiva in cui incorporare tutti gli sforzi tesi a promuovere il pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità»

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Sdegno e rabbia nel sentire parlare così delle donne con disabilità

Giudichino Lettori e Lettrici cosa pensare delle parole pronunciate in quel video di YouTube da giovani, rivolgendosi soprattutto a giovani. Dal canto suo, la Federazione FISH le ritiene «parole sessiste e maschiliste, che oltre ad offendere le donne con disabilità, generano violenza ed essendo prodotte e ascoltate da giovani, di cui molti sono adolescenti, possono di certo condizionarne negativamente i comportamenti». La stessa FISH non si limita ad esprimere sdegno e rabbia, ma ha chiesto a YouTube di rimuovere quel video e alla Polizia Postale di procedere nei modi ritenuti più opportuni

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Quali sono le nuove connotazioni dell’intolleranza e dell’odio online?

La “Mappa dell’intolleranza” è divenuta nel tempo un prezioso punto di riferimento, per capire quanto ancora ci sia da lavorare, sul piano culturale e su quello di una corretta comunicazione, nel tentativo di arginare il fenomeno dell’intolleranza e del vero e proprio odio espresso in particolare tramite i social media, verso le persone con disabilità e molte altre categorie di cittadini e cittadine. La settima “Mappa dell’intolleranza” verrà presentata il 23 gennaio all’Università di Milano, nel corso dell’incontro “Le nuove connotazioni dell’odio online” (fruibile anche in streaming)

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Prossimità, universalismo e inclusività, per un nuovo sistema di welfare

«L’attuale sistema di welfare in Italia risulta essere frammentato e non in grado di garantire la presa in carico tempestiva, globale e continuativa di chi si trova in condizioni di fragilità, marginalità o è a rischio di esclusione sociale. Deve quindi essere progressivamente sostituito da un modello inclusivo basato sul riconoscimento dei diritti»: partendo da questo assunto, la Consulta Welfare del Forum Nazionale del Terzo Settore ha elaborato il manifesto “Verso un nuovo sistema di welfare”, basato su tre valori ritenuti fondamentali: la prossimità, l’universalità e l’inclusività

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Un futuro all’insegna del rispetto dei diritti di tutte le persone

«Come supportare la progettazione del futuro professionale in una visione sostenibile e inclusiva della società, basata sulla giustizia sociale e ambientale, coniugando le scelte individuali alla responsabilità sociale e al rispetto dei diritti di tutte le persone, degli esseri viventi e del pianeta»: è il “filo rosso” del XXII Congresso SIO (Società Italiana per l’Orientamento), intitolato “Orientamento 5.0: verso nuovi futuri”, in programma per domani, 20 gennaio e sabato 21 alla Sapienza di Roma, durante il quale i temi saranno a dir poco numerosi, e tra essi anche quello della disabilità

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Speciale non è mio figlio, ma la discriminazione che è costretto a vivere!

«“Speciale” non è mio figlio – scrive Gianfranco Vitale -, adulto con autismo, ma la discriminazione che è costretto a vivere. E speciali, in senso negativo, sono proprio e solo coloro che gliela fanno subire. E a chi parla di “orgoglio autistico” dico semplicemente di non lasciarsi fiaccare da questo nemico subdolo, ma di lottare perché un giorno i diritti universali dei nostri cari siano riconosciuti non solo a parole, ma soprattutto applicati. Solo allora potremo usare in modo appropriato la parola “orgoglio”, perché avremo combattuto e vinto, in nome loro, una battaglia nobile e giusta!»

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