Viaggi di istruzione, visite didattiche e disabilità: alcuni punti da ricordare

In questo periodo le scuole stanno organizzando i viaggi di istruzione che solitamente si svolgeranno in primavera. Queste, come pure le visite didattiche di una giornata, sono a tutti gli effetti attività scolastiche extracurricolari e sono una preziosa occasione di crescita nell’autonomia e nella socializzazione per tutti gli alunni e le alunne, compresi/e quelli/e con disabilità. Grazie dunque all’AIPD Nazionale, riassumiamo una serie di punti importanti da ricordare, che valgono anche per le visite didattiche di tutto l’anno scolastico

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“Pensiero Imprudente”: Scuola aperta alle… “gocce”

«Oggi parlo io, la Scuola, e dico che il mio ruolo è quello di accogliere, raccogliere e valorizzare tutte le differenze, che sono tutte “gocce”, e hanno due possibilità: una goccia può decidere di rimanere tale, quindi esistere per resistere, oppure decidere di essere acqua e contribuire al mare dell’inclusione. Questa è la mia sfida: far diventare una goccia un grande mare!»: parla proprio la Scuola, “in prima persona”, nel nuovo pezzo con cui Claudio Imprudente arricchisce la sua rubrica “Pensiero Imprudente”

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Dentro e fuori il mondo della scuola

Il 9 febbraio prossimo l’Associazione InCerchio darà il via al nuovo progetto denominato “Passaggi”, finanziato dalla Fondazione di Comunità Milano, con il convegno che si terrà nel capoluogo lombardo, intitolato “Dentro e fuori il mondo della scuola”, organizzato per approfondire il tema dell’inclusione, parlando di diritti, di razionalità e di etica

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Gli alunni con disabilità e l’autismo nell’ultimo rapporto ISTAT

«Partendo dai dati contenuti nel recente rapporto ISTAT “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità anno 2022-2023” – scrive Carlo Hanau -, proponiamo una riflessione sugli aspetti positivi e quelli negativi del rilevante aumento della popolazione di studenti con disabilità in generale, e uno specifico approfondimento sugli alunni e le alunne con autismo. Ne emerge, tra l’altro, che la disabilità dovuta a disturbi dello spettro autistico è quella che negli ultimi anni ha avuto la maggiore crescita»

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I veri problemi della scuola italiana

«I problemi della scuola italiana – scrivono Giovanni Merlo e Ilaria Sesana – non hanno a che fare con l’inclusione, ma con la carenza di risorse economiche, lo scarso impegno sulla formazione degli insegnanti, la mancanza di materiale e la deplorevole condizione di molti edifici scolastici, l’eccesso di burocratizzazione del mestiere di dirigente e di insegnante. Tra i meriti che invece la scuola italiana può vantare c’è proprio quello, pur tra mille difficoltà, di garantire uno spazio insieme a ragazzi con differenti caratteristiche, fisiche, intellettive, mentali e sociali»

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Quei numeri sull’inclusione che devono far riflettere

«Nei giorni scorsi – scrive Gianluca Rapisarda – l’ISTAT ha pubblicato il consueto report annuale sugli alunni/alunne con disabilità e sui docenti per il sostegno dai cui dati si possono ricavare informazioni preziose e molto utili per scattare una “fotografia” dell’attuale stato di  salute del modello italiano d’inclusione scolastica che, da quanto emerge da quel rapporto, a 47 anni dall’avvio di essa, con la Legge 517/77, presenta indubbiamente dei punti di debolezza e criticità sui quali riflettere e da cui bisogna partire per individuare strumenti e modalità per migliorarli»

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Inclusione scolastica: un gelido clima e un clamoroso caso di discriminazione

«In questi ultimi mesi – scrive Salvatore Nocera – si sta diffondendo un gelido clima culturale e sociale contrario all’inclusione scolastica degli alunni e delle alunne con disabilità e una vicenda paradigmatica è quella accaduta in Umbria, a Foligno, dove un’alunna con disabilità certificata “non grave”, frequentante la scuola media, è stata esclusa dalla partecipazione alla visita di istruzione in Spagna. Un caso veramente grave, questo, per il reiterato diniego della scuola ad ogni “accomodamento ragionevole” proposto»

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Come ovviare agli attuali “mali” del nostro modello inclusivo

«Ho seguito con interesse – scrive Gianluca Rapisarda – la proposta presentata recentemente sulla cosiddetta “cattedra inclusiva” o “mista”, in riferimento all’inclusione degli alunni e alunne con disabilità. Nello spiegare perché non la ritengo né utile né praticabile, colgo anche l’occasione per un’analisi a trecentosessanta gradi dell’attuale sistema di inclusione scolastica del nostro Paese, ad ormai quarantasette anni dall’avvio di essa, con l’emanazione della Legge 517/77»

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A proposito della “cattedra inclusiva” (o meglio “cattedra mista”)

«Dopo la presentazione al tradizionale convegno Erickson di Rimini – scrive Salvatore Nocera – e la recente presentazione a Roma della “cattedra inclusiva”, o più correttamente “cattedra mista”, si è aperto – come è giusto che sia – un ampio dibattito su questa ipotesi didattica. Stimo molto i proponenti della novità, con i quali collaboro da decine d’anni, ma devo pubblicamente dissentire da questa proposta, poiché, a mio sommesso avviso (e non solo), essa non è concretamente realizzabile per una serie di ragioni che provo ad elencare»

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Serve la bussola, per non fare… “pessime saldature” sull’inclusione scolastica

A partire dall’ingegneria navale e dalle “saldature che non vengono eseguite a regola d’arte”, un’attenta disamina e una riflessione sulle recenti “esternazioni” di Ernesto Galli della Loggia riguardanti la scuola e l’inclusione scolastica di alunni e alunne con bisogni educativi speciali, che tanto hanno fatto discutere anche sulle nostre pagine. «Se il criterio di cancellazione di un principio – scrivono tra l’altro dalla Famiglia Quaglierini – fosse quello della sua mancata o della sua carente realizzazione, l’elenco delle cose da abolire sarebbe molto lungo…»

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