Perché è impossibile specializzare sul sostegno tutti gli insegnanti curricolari

«Il progetto di legge sulla cosiddetta “cattedra inclusiva” – scrive tra l’altro Flavio Fogarolo – è impossibile da realizzare, prima di tutto perché avrebbe un costo enorme, assurdo e improponibile, ma anche perché, ammesso che si trovassero i soldi per realizzarlo, le Università dovrebbero accogliere 80.000 corsisti (quasi tre volte in più di adesso) che, essendo il corso biennale, diventerebbero 160.000 dal secondo anno. Si pensa davvero che lo farebbero?»

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L’inclusione non è un personaggio in cerca d’autore

«La normativa in materia di integrazione e inclusione scolastica c’è – scrive Marco Condidorio – e certo, è necessario applicarla, diminuire gli alunni-studenti per classe, diffondere la cultura del successo formativo, sociale e umano per tutti gli allievi, nessuno escluso, con il supporto di personale educativo scolastico debitamente formato, ma non può essere una proposta come quella della “cattedra inclusiva” o “mista” a risolvere i problemi della continuità didattico-educativa, dell’impreparazione del personale educativo e per l’istruzione, dell’assenza degli insegnanti per il sostegno»

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Ma non bastava chiedere scusa?

«Il professor Galli della Loggia – scrive Federico Girelli – è stato da più parti giustamente criticato (anche da chi scrive) per quanto scritto con riferimento all’inclusione scolastica. Successivamente ha replicato alle critiche ricevute con un secondo intervento. Mi chiedo: come mai a volte nelle persone intellettualmente avvertite la vanagloria supera le indiscusse doti intellettuali? Non bastava chiedere anche in questo caso semplicemente scusa? Ammettere di aver sbagliato?»

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Proposte sull’inclusione scolastica contrarie alla pedagogia e alla Costituzione

«Gli articoli di queste settimane del professor Galli della Loggia – scrive Salvatore Nocera – hanno scatenato un dibattito culturale che mi ha rimandato indietro di oltre 50 anni, quando si cominciò a parlare di inserimento e di integrazione scolastica. Ma se egli avesse tenuto conto del valore costituzionale del diritto all’inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità, non avrebbe avanzato le sue proposte anacronistiche, almeno per l’Italia, ma avrebbe potuto e dovuto formulare delle proposte coerenti col dettato costituzionale e con le più avanzate conquiste della pedagogia»

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Quella replica non è una “toppa” e non è “peggio del buco”: è il buco stesso!

«Le tante critiche suscitate dal primo intervento di Ernesto Galli della Loggia sulla scuola e l’inclusione scolastica – scrive Fabio Bocci – lo hanno spinto a pubblicare, sempre sul «Corriere della Sera», un nuovo articolo, questa volta più lungo e articolato, ma ci viene da dire che la sua risposta a chi lo ha criticato non sia una “toppa” e che non sia “peggio del buco”, in quanto rappresenta ciò che è: il buco stesso»

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Perché l’inclusione è un processo irreversibile

«In questi ultimi anni – scrive Francesca Palmas – l’evoluzione dei concetti di “disabilità”, “normalità”, “inclusione educativa” e i progressi della tecnologia hanno trasformato il nostro modo di vivere e di pensare la diversità. Questo è il fine della Scuola, “formare e formar-SI” autonomo per una reale convivenza sociale. La gestione efficace delle differenze e dei diversi livelli di competenza è il cuore della questione didattica, poiché mira a valorizzare ogni diversità e a rendere il sapere accessibile a tutti gli alunni in classe, con bisogni educativi speciali, con disabilità e non»

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L’inclusione delle persone con disabilità nella scuola non è un mito, è civiltà

Continuiamo a dare spazio ai commenti su quanto recentemente scritto da Ernesto Galli della Loggia in tema di inclusione scolastica degli alunni e delle alunne con disabilità, ciò di cui ci siamo già occupati in altre parti del nostro giornale. Questa volta diamo spazio all’opinione di Giovanni Marino, presidente dell’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori di perSone con Autismo), che scrive tra l’altro: «L’integrazione delle persone con disabilità nella scuola non è un mito, è civiltà. Non si tratta di tornare all’esclusione, ma di applicare bene leggi avanzate»

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E se quelle parole sull’inclusione fossero solo la punta dell’iceberg?

A proposito del dibattito scatenato dalle parole di Ernesto Galli della Loggia sui mali della scuola italiana, sostanzialmente dovuti, a suo dire, al “mito dell’inclusione”, l’ANFFAS scrive tra l’altro che: «tale posizione potrebbe purtroppo rappresentare solo la punta di un iceberg. Per questo riteniamo quanto mai urgente affrontare e avviare a soluzione tutte quelle problematiche, a tutti ben note, che appunto impediscono o limitano il diritto all’inclusione scolastica di bambine/bambini, alunne/alunni, studenti/studentesse con disabilità e loro familiari»

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Convocare urgentemente l’Osservatorio Ministeriale sull’Inclusione Scolastica

«Le inaccettabili parole pronunciate da Ernesto Galli della Loggia – dicono dalla Federazione FISH -, secondo il quale l’inclusione scolastica degli alunni e delle alunne con disabilità sarebbe uno dei principali “mali della scuola italiana”, ci convincono ancor di più ad accelerare il lavoro che stiamo conducendo ormai da tempo, a partire dalla nostra Proposta di Legge. Per questo, avvertendo il rischio di un’ulteriore deriva culturale, riteniamo fondamentale, e lo chiediamo al ministro Valditara, la convocazione urgente dell’Osservatorio Ministeriale Permanente sull’Inclusione Scolastica»

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L’inclusione scolastica è un valore irrinunciabile

Continuano le prese di posizione rispetto a quanto recentemente scritto da Ernesto Galli della Loggia sul «Corriere della Sera», in tema di inclusione scolastica degli alunni e delle alunne con disabilità, ciò di cui abbiamo già avuto modo di occuparci in altre parti del nostro giornale. Oggi diamo spazio alle riflessioni di Marco Rasconi, presidente della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), del Comitato Disabilità Municipio X di Roma e di Federico Girelli e Giulio Iraci, presidente e segretario generale del Comitato Siblings – Sorelle e fratelli di persone con disabilità

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