Servono quanto prima gli atti applicativi del Decreto sull’inclusione

«È interessante – scrive Salvatore Nocera – la proposta avanzata da Gianluca Rapisarda, secondo cui la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità dovrebbe diventare il “manifesto” della scuola italiana contro i pregiudizi e per i diritti umani. Ne aggiungo un’altra, rivolta anch’essa alla Federazione FISH, per un’intesa con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, facendo sì che esso produca gli atti applicativi del Decreto 66/17 sull’inclusione, fermi dal 2017, se è vero che proprio quel Decreto è stato il primo che ha recepito per la scuola i princìpi della Convenzione ONU»

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Montessori: dall’educazione dei bambini con disabilità alla scuola di tutti

È la didattica inclusiva che trasforma l’ambiente educativo, coinvolgendo e favorendo la crescita dell’intera comunità scolastica e anche l’attuale orientamento di concezione della disabilità è legato ad un modello sociale che vede la condizione della persona come il prodotto fra il suo livello di “funzionamento” e il contesto di vita. Con altri termini era questa, in estrema sintesi, l’intuizione di Maria Montessori, una figura ancora oggi non valutata e valorizzata quanto meriterebbe e il cui percorso educativo prese le mosse proprio dalla disabilità

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Formazione e aggiornamento di coloro che ruotano intorno al contesto scolastico

Uno strumento per la formazione e l’aggiornamento delle figure che ruotano intorno al contesto scolastico, relativamente ai temi di valorizzazione delle diversità (disabilità, intercultura. genere ecc.) e dei relativi processi inclusivi: sarà questo la piattaforma di formazione e-learning che verrà presentata il 12 dicembre a cura del Gruppo di Ricerca IperDEA del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università di Bergamo, in collaborazione con il Centro CQIIA, nel corso di un incontro online

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Inserimento e competenze sono un fatto tecnico, l’inclusione è un fatto politico

Cita Don Milani, Orlando Quaglierini, quando alla domanda su cosa servisse per allestire una scuola come quella di Barbiana, lo stesso Don Milani rispose che «la domanda non è cosa bisogna FARE, ma come bisogna ESSERE». E partendo da questo assunto, pur senza sottovalutare l’importanza di competenze, leggi e risorse, Quaglierini scrive che «il tema dell’inclusione non è un fatto meramente tecnico che si impara sui libri, né un diritto che può essere sancito per legge, bensì un fatto etico che implica una visione del mondo e un impegno politico trasversale che va oltre le mura scolastiche»

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Anche l’apposita classe di concorso per il sostegno è una proposta innovativa!

«Anche l’apposita classe di concorso per il sostegno è una proposta innovativa – scrive Salvatore Nocera, con riferimento a un contributo di Paola Di Michele da noi recentemente pubblicato – è una proposta innovativa, ma essa sarà seriamente realizzabile solo a condizione di una seria formazione di tutti i docenti curricolari, evitando in tal modo la delega e l’attuale perniciosa discontinuità didattica del sostegno, sia per i docenti di ruolo che per i supplenti»

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Le disabilità intellettive a scuola

Fornire strumenti utili e concreti al personale scolastico: sarà questo il principale obiettivo del convegno “Diritto allo studio come responsabilità condivisa: le disabilità intellettive a scuola”, organizzato per il 25 novembre a Brescia dalla Fondazione Monsignor Giuseppe Cavalleri insieme al CeDisMa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Centro Studi e Ricerche sulla Disabilità e Marginalità), in occasione di “Infanzia e adolescenza i diritti diffusi… diffondi i diritti”, manifestazione promossa dal Garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del Comune di Brescia

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Tenere tutti insieme il filo rosso dell’inclusione

«Superare la logica imperante della “delega” riguardante la disabilità, che implica un coinvolgimento attivo, personale e politico nella creazione di una reale cultura dell’inclusione che coinvolga la comunità educante tutta attraverso una riorganizzazione di ruoli e relative funzioni e che riguardi tutto il corpo insegnanti: è questo il senso di quell’“Andare oltre” – scrive Paola Di Michele – della mozione finale presentata a Rimini, durante il recente Convegno Internazionale del Centro Studi Erickson “La Qualità dell’inclusione scolastica e sociale”»

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L’inclusione scolastica è un valore, ma c’è sfiducia tra gli addetti ai lavori

«La dimensione valoriale e ideale dell’inclusione è ancora fortissima, ma calandosi nella realtà operativa delle scuole, giorno dopo giorno, si accumulano difficoltà concrete che alimentano uno scetticismo sempre crescente»: lo ha dichiarato Dario Ianes, co-fondatore del Centro Studi Erickson di Trento, a commento dei dati risultanti dal sondaggio nazionale “Inclusione scolastica: un valore irrinunciabile?”, prodotti in apertura del 14° Convegno Internazionale “La Qualità dell’inclusione scolastica e sociale”, promosso come sempre dal Centro Studi Erickson e in corso di svolgimento a Rimini

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“La Qualità dell’inclusione scolastica e sociale”: sulle tracce di Andrea Canevaro

Sta per tornare al Palacongressi di Rimini un appuntamento divenuto ormai irrinunciabile, ovvero il convegno internazionale “La Qualità dell’inclusione scolastica e sociale”, promosso come sempre dal Centro Studi Erickson e che dal 17 al 19 novembre vivrà la sua quattordicesima edizione, la prima senza Andrea Canevaro, uno dei “padri” riconosciuti dell’inclusione scolastica nel nostro Paese, al quale nella tre giorni in Romagna sarà anche dedicato uno specifico appuntamento di omaggio, tra le tante sessioni plenarie, tavole rotonde, workshop, laboratori e talk in programma

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Dedicato all’inclusione il “Rapporto sulla scuola cattolica in Italia”

È stato pubblicato dalla Conferenza Episcopale Italiana, tramite il Servizio Nazionale per la Pastorale delle Persone con Disabilità e il Centro Studi per la Scuola Cattolica, il 25° “Rapporto sulla scuola cattolica in Italia”, incentrato sul tema “Includere la disabilità”. «Si tratta – sottolinea Salvatore Nocera – del primo Rapporto della CEI dedicato all’inclusione scolastica, segno che anche in questo mondo culturale si fa strada l’idea che per gli alunni con disabilità capacità e merito non vadano valutati secondo parametri standardizzati, ma con riguardo alle loro peculiari diversità»

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