Gli insegnanti vaccinati seguano a casa gli alunni con disabilità

«Essendo stato il corpo insegnante in gran parte vaccinato – scrive Giampiero Griffo – sarebbe necessario, come accomodamento ragionevole previsto dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che gli insegnanti e le insegnanti, già immunizzati, si recassero a casa sia degli studenti che per questioni di immunodeficienze non possono essere vaccinati e frequentare le scuole, sia di quelli che necessitano di appropriati sostegni, per consentir loro di fruire nella maniera più inclusiva possibile della formazione a distanza»

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Inclusione scolastica: una ricorrenza che non dev’essere una banale celebrazione

«Cinquant’anni fa – scrive Salvatore Nocera -, proprio oggi, 30 marzo, venne approvata la Legge 118/71, che introdusse timidamente, per la prima volta in Italia, il principio dell’inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità nella scuola di tutti e con tutti. Per far sì che tale ricorrenza non diventi una pura celebrazione, ci si augura di superare questo periodo in cui molte scuole delle “Zone Rosse”, disattendendo le norme ministeriali, hanno di fatto ripristinato le “classi speciali” e che gli alunni e le alunne con disabilità tornino ad essere una vera opportunità per i compagni»

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Le strane idee generate dalla pandemia

«Ritengo – scrive Giorgio Genta, riferendosi a un contributo apparso su queste stesse pagine, a firma delle organizzazioni ANP e CoorDown – che per gli alunni e le alunne con disabilità il diritto all’inclusione scolastica in presenza e con alcuni compagni di classe sia eludibile solo in caso di contagio in classe o positività dell’alunno o dell’alunna stessa con disabilità. E mi chiedo anche come sia o sarà possibile nel giro di pochi mesi vaccinare dei minorenni, ricordando che tale prassi è oggi di fatto vietata»

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Ma i fondi europei favoriranno l’inclusione oppure l’esclusione scolastica?

«È un’ineludibile sfida educativa per modernizzare il nostro sistema di istruzione – scrive Salvatore Nocera -, quella di cui parla il ministro dell’Istruzione Bianchi, sull’utilizzo dei fondi in arrivo dall’Europa nell’àmbito della scuola. Ma cosa avverrà delle centinaia di migliaia di alunni e alunne con disabilità presenti nelle nostre scuole, dei quali non si dice nulla, né se ne parla politicamente, se non all’interno delle nostre Associazioni di rappresentanza? È questo un grande problema che occorre affrontare rapidamente, seriamente, razionalmente, concretamente e organizzativamente»

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Tutto esaurito a quel corso per docenti di sostegno non specializzati

È certamente un bel segnale il tutto esaurito fatto registrare dal ciclo formativo “I nuovi percorsi di inclusione scolastica secondo il modello dei diritti umani e della Convenzione ONU per gli alunni con disabilità”, promosso dalla Consulta Regionale delle Associazioni delle Persone con Disabilità e delle loro Famiglie del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con l’ANFFAS Nazionale e con il consorzio a marchio ANFFAS La Rosa Blu, rivolto a docenti non specializzati incaricati del sostegno, per i quali il Ministero dell’Istruzione non prevede una formazione o un aggiornamento specifico

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Il diritto all’inclusione scolastica non cade con la pandemia

«Nel corso dei decenni – scrive Salvatore Nocera, mettendo in discussione i contenuti di un contributo apparso nei giorni scorsi su queste stesse pagine, a firma delle organizzazioni ANP e CoorDown – numerose Sentenze della Corte Costituzionale e delle Magistrature di legittimità e di merito hanno sancito l’esistenza al diritto incondizionato costituzionalmente garantito degli alunni e delle alunne con disabilità all’inclusione. E tale normativa e tali consolidati orientamenti giurisprudenziali durano ancor oggi in tempo di pandemia»

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Alunni e alunne con disabilità in “Zona Rossa”: tre condizioni imprescindibili

La fissazione di livelli essenziali delle prestazioni erogabili, un corretto impiego degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione e la necessità di vaccinare al più presto tutti gli studenti con fragilità e disabilità gravi, monché i caregiver familiari: sono le tre condizioni imprescindibili, secondo l’ANP (Associazione Nazionale Dirigenti Pubblici e Alte Professionalità della Scuola) e il CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), per garantire il reale diritto all’istruzione degli alunni e delle alunne con disabilità anche nelle “Zone Rosse”

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Per una formazione dei docenti (e non docenti) efficace e significativa

«La formazione e l’aggiornamento dei docenti – scrivono dal CIIS (Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno) – sono condizioni irrinunciabili per una scuola di qualità. Per questo chiediamo al ministro dell’Istruzione Bianchi e al sottosegretario Sasso di favorire e facilitare la partecipazione alla formazione di tutto il personale docente e non docente e anche di intervenire affinché la formazione per le attività di sostegno alle classi in cui vi siano alunni e alunne con disabilità sia un requisito irrinunciabile per accedere ai ruoli della scuola come docenti o dirigenti scolastici»

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Perché continua a rimanere valido il principio che il PEI non si può modificare

È importante una recente Sentenza prodotta dal TAR del Lazio, riguardante il numero di ore di sostegno a un alunno con disabilità grave, in particolare, secondo l’Osservatorio Scolastico dell’Associazione AIPD, «perché è la prima che tiene conto della nuova normativa introdotta del Decreto Legislativo 66/17 sull’inclusione scolastica». E tuttavia, sempre secondo l’Osservatorio dell’AIPD, essa, in realtà, «non contiene grandi novità in materia di assegnazione delle ore di sostegno», come viene dettagliatamente spiegato

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Non si dissolve, con la pandemia, il diritto all’inclusione scolastica

«È purtroppo una storia antica – scrive Salvatore Nocera – quella dei dubbi pretestuosi circa l’esistenza o meno del diritto all’inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità, specie se in situazioni di gravità. Ma nemmeno durante una pandemia come quella attuale, vengono meno i diritti costituzionalmente tutelati e quindi, parlando delle attuali sospensioni della didattica, gli alunni e le alunne con disabilità devono frequentare in presenza, con un gruppetto di compagni senza disabilità, i docenti, gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione e i collaboratori scolastici»

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