Il diritto all’inclusione scolastica non cade con la pandemia

«Nel corso dei decenni – scrive Salvatore Nocera, mettendo in discussione i contenuti di un contributo apparso nei giorni scorsi su queste stesse pagine, a firma delle organizzazioni ANP e CoorDown – numerose Sentenze della Corte Costituzionale e delle Magistrature di legittimità e di merito hanno sancito l’esistenza al diritto incondizionato costituzionalmente garantito degli alunni e delle alunne con disabilità all’inclusione. E tale normativa e tali consolidati orientamenti giurisprudenziali durano ancor oggi in tempo di pandemia»

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Alunni e alunne con disabilità in “Zona Rossa”: tre condizioni imprescindibili

La fissazione di livelli essenziali delle prestazioni erogabili, un corretto impiego degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione e la necessità di vaccinare al più presto tutti gli studenti con fragilità e disabilità gravi, monché i caregiver familiari: sono le tre condizioni imprescindibili, secondo l’ANP (Associazione Nazionale Dirigenti Pubblici e Alte Professionalità della Scuola) e il CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), per garantire il reale diritto all’istruzione degli alunni e delle alunne con disabilità anche nelle “Zone Rosse”

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Per una formazione dei docenti (e non docenti) efficace e significativa

«La formazione e l’aggiornamento dei docenti – scrivono dal CIIS (Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno) – sono condizioni irrinunciabili per una scuola di qualità. Per questo chiediamo al ministro dell’Istruzione Bianchi e al sottosegretario Sasso di favorire e facilitare la partecipazione alla formazione di tutto il personale docente e non docente e anche di intervenire affinché la formazione per le attività di sostegno alle classi in cui vi siano alunni e alunne con disabilità sia un requisito irrinunciabile per accedere ai ruoli della scuola come docenti o dirigenti scolastici»

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Perché continua a rimanere valido il principio che il PEI non si può modificare

È importante una recente Sentenza prodotta dal TAR del Lazio, riguardante il numero di ore di sostegno a un alunno con disabilità grave, in particolare, secondo l’Osservatorio Scolastico dell’Associazione AIPD, «perché è la prima che tiene conto della nuova normativa introdotta del Decreto Legislativo 66/17 sull’inclusione scolastica». E tuttavia, sempre secondo l’Osservatorio dell’AIPD, essa, in realtà, «non contiene grandi novità in materia di assegnazione delle ore di sostegno», come viene dettagliatamente spiegato

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Non si dissolve, con la pandemia, il diritto all’inclusione scolastica

«È purtroppo una storia antica – scrive Salvatore Nocera – quella dei dubbi pretestuosi circa l’esistenza o meno del diritto all’inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità, specie se in situazioni di gravità. Ma nemmeno durante una pandemia come quella attuale, vengono meno i diritti costituzionalmente tutelati e quindi, parlando delle attuali sospensioni della didattica, gli alunni e le alunne con disabilità devono frequentare in presenza, con un gruppetto di compagni senza disabilità, i docenti, gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione e i collaboratori scolastici»

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Alunni e alunne con disabilità: il danno c’è, ma ora va riparato e in fretta

«La situazione riguardante la didattica in presenza degli alunni e le alunne con disabilità – scrive Salvatore Nocera, rivolgendosi direttamente al Direttore Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione del Ministero dell’Istruzione – è decisamente precipitata, dal momento che troppi Direttori Scolastici Regionali e Dirigenti di singole scuole hanno disatteso le chiare indicazioni della Nota Ministeriale del 12 marzo. Il danno, quindi, è stato fatto, ma ora va riparato e bisogna farlo molto in fretta»

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Non lasciate soli in classe gli alunni e le alunne con disabilità!

Anche la Federazione FISH denuncia i comportamenti di quegli Uffici Scolastici Regionali e di quelle scuole che stanno disattendendo la normativa fissata dal Ministero, la quale prevede che gli alunni e le alunne con disabilità frequentino in presenza anche nelle “Zone Rosse”, ma con un gruppo di compagni senza disabilità, con i docenti e l’altro personale necessario. Nel lanciare quindi un appello «a non lasciare soli in classe gli alunni e le alunne con disabilità», la stessa FISH chiede di affrontare i problemi dell’inclusione in una riunione dell’Osservatorio Ministeriale ad essa dedicato

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Quando a scuola prevale la discriminazione mascherata (male) da inclusione!

«È ormai un anno che chiediamo organizzazione e progettazione – scrive Stefania Stellino -, ma ancora una volta ci troviamo di fronte all’impreparazione delle scuole, che oggi, pur sapendo dall’inizio dell’anno di un possibile lockdown, non possono certo dire che “si devono organizzare”! E così, senza che la storia recente abbia insegnato nulla, con Uffici Scolastici Regionali che disattendono completamente le norme ministeriali, si diffonde la discriminazione mascherata (male) da inclusione e a farne le spese sono, una volta di più, gli alunni e le alunne con disabilità»

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Alunni con disabilità a scuola, con un gruppo di compagni e tutti i docenti

«Ci appelliamo al Ministro dell’Istruzione – scrivono il CIIS (Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno), il Comitato Uniti per l’Autismo Lombardia e le Associazioni Autismo Abruzzo, Prader Willi Lombardia e ASSI Gulliver – affinché si diano indicazioni univoche alle Istituzioni scolastiche italiane rispetto alla frequenza, per ciascuna classe, di un piccolo gruppo eterogeneo di alunni, fra cui anche l’alunno e/o l’alunna con disabilità, con la presenza, secondo il proprio orario, di tutti i docenti della classe, ovvero delle figure professionali coinvolte»

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Alunni con disabilità: risorsa per i compagni che amano la frequenza scolastica

C’è una chiara Nota del Ministero dell’Istruzione, prodotta nei giorni scorsi, che come tanti altri provvedimenti, stabilisce inderogabilmente che gli alunni e le alunne con disabilità frequentino la scuola in presenza, ma «in situazione di reale inclusione», ovvero con un gruppetto di compagni senza disabilità, i docenti, gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione e i collaboratori scolastici. Nessun Ufficio Scolastico Regionale e nessuna scuola di ogni ordine e grado, pubblica o privata che sia, può derogare da tale prescrizione e se accade, è necessario che intervengano le Associazioni

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