La proposta formativa “Dislessia Amica” si adegua alle esigenze dell’attualità

Novità, infatti, dell’ultimo turno di “Dislessia Amica Livello Avanzato”, proposta formativa di “teleapprendimento” voluta dall’AID (Associazione Italiana Dislessia), in accordo con la Fondazione TIM e d’intesa con il Ministero dell’Istruzione, sarà il modulo conclusivo “La didattica a distanza come occasione per ripensare le pratiche didattiche”. Gli istituti scolastici hanno ancora tempo fino al 30 novembre per iscrivere i propri docenti, che potranno così ampliare da diversi punti di vista le proprie conoscenze sugli alunni e le alunne con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento)

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Garantire in ogni caso la didattica inclusiva

«Auspichiamo che le Istituzioni Scolastiche possano sempre garantire una didattica inclusiva attraverso una personalizzazione dell’intervento educativo, personalizzazione che si può concretizzare nel costituire dei piccoli gruppi sia in presenza che attraverso la didattica a distanza, garantendo così, in maniera efficace, il diritto allo studio e un po’ di serenità alle famiglie nel delicato periodo che stiamo vivendo»: lo scrivono in una nota diffusa congiuntamente l’ANGSA Sassari (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), l’ANGSA Sardegna e l’Associazione sarda Diversamente

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Le persone sorde a scuola, tra mascherine e tecnologie assistive

Le mascherine trasparenti in presenza di alunni e alunne sorde, i dispositivi certificati, le tecnologie assistive che possono essere di aiuto, soprattutto in caso di didattica digitale integrata, utilizzando ad esempio la sottotitolazione in tempo reale. Presentiamo una serie di link utili, ricordando tuttavia anche la premessa di Iacopo Balocco, che scrive: «Non tutte le persone sordi sono uguali e la lettura labiale può avere un peso diverso per ciascuno di loro. Più che la mascherina, quindi, credo la questione sia di costruire un ambiente di apprendimento favorevole»

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L’imperdonabile assenza di formazione iniziale sulle didattiche inclusive

«Concordo con quanto scritto da Giovanni Maffullo su queste stesse pagine – scrive Salvatore Nocera – circa l’imperdonabile assenza di formazione iniziale di tutti i docenti di scuola secondaria sulle didattiche inclusive e addirittura sulla didattica pura e semplice» E sui docenti di sostegno aggiunge che «devono laurearsi in Scienze della Formazione, ma specializzarsi nelle didattiche inclusive, proprio per essere di sostegno ai colleghi curricolari nelle modalità di insegnamento delle discipline anche agli alunni con disabilità, che sono alunni di tutti i docenti»

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Assistenza igienica a scuola: non basta più indignarsi, servono azioni legali

«Sull’assistenza igienica negata agli alunni con disabilità – scrive Salvatore Nocera – di cui in questi giorni è stato denunciato l’ennesimo caso accaduto in Sicilia, credo non sia più tempo solo di appelli o di indignazione, ma di azioni anche legali, specie dopo che alcuni mesi fa proprio il Consiglio di Giustizia Amministrativa Siciliana ha emesso un Parere il quale non lascia più spazio ad alcun dubbio. Le famiglie coinvolte in questi episodi, dunque, diffidino i rispettivi Dirigenti Scolastici a provvedere rapidamente, salvo sporgere denuncia penale in caso di rifiuto»

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Purtroppo accade ancora: a casa da scuola perché nessuno lo porta in bagno

Almeno dal punto di vista normativo, di chi fossero le responsabilità dell’assistenza igienico-personale agli alunni con disabilità sembrava averlo definitivamente chiarito anche per la Sicilia il recente Parere espresso dal Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione. Nei fatti, invece, non sembra proprio essere così, a giudicare da quanto denuncia il CSR (Consorzio Siciliano di Riabilitazione)-AIAS, riguardo alla vicenda di un ragazzo di 17 anni che non può ancora frequentare la scuola di Acireale cui è iscritto, proprio a causa della mancanza dell’assistenza igienico-personale

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È vera inclusione solo se serve concretamente alla crescita esistenziale

«La burocrazia, le procedure stanno prendendo il sopravvento, mentre le persone passano sullo sfondo», scrive tra l’altro Giovanni Maffullo, e guardando in particolare alle scuole superiori, oltre a soffermarsi sull’«“ipocrisia” del volere in classe a tutti i costi la persona con disabilità» e sulla totale mancanza di formazione sull’inclusione, da parte di dirigenti e docenti, ritiene «indispensabile che un supporto e un sostegno specifico agli alunni con disabilità debba essere concretamente al servizio della loro crescita esistenziale e non solo dell’acquisizione di apprendimenti formali»

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Garantire una didattica in presenza in modalità inclusiva

Dopo la nuova Ordinanza del Presidente della Regione Campania che ha stabilito la chiusura di tutte le scuole fino al 23 novembre, confermando, però, la didattica in presenza per gli alunni con disabilità, allargata anche agli studenti con BES (Bisogni Educativi Speciali), «spetta dunque ora all’Ufficio Scolastico Regionale della Campania e a tutte le scuole – commenta Daniele Romano, Presidente della FISH Campania (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – garantire una didattica in presenza in modalità inclusiva»

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Questo, per noi, è un inaccettabile ritorno alle “classi differenziali”

«Abbiamo inviato una lettera al presidente della Repubblica Mattarella – scrivono dal Gruppo Caregiver Familiari Comma 255 – perché riteniamo che quanto si sta decidendo per le scuole, con un percorso differenziale di didattica in presenza per gli alunni e le alunne con disabilità, sia foriero di un inaccettabile ritorno al passato, all’epoca delle “classi differenziali”»

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La scuola nelle Regioni di Area Gialla, Arancione e Rossa: il quadro completo

Un dato importante relativo al DPCM del 3 novembre – che ha previsto ulteriori misure restrittive, valide fino al 3 dicembre, per limitare la diffusione del Covid-19 – e a una successiva Nota del Ministero dell’Istruzione, è che essi richiamino espressamente la garanzia della didattica in presenza per gli alunni con disabilità e anche con bisogni educativi speciali, nei casi in cui è invece prevista per tutti la didattica a distanza. Meglio poi se insieme a un gruppetto di compagni (che potrebbero anche ruotare), scongiurando in tal modo ogni rischio di creare “classi speciali” in presenza

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