Purtroppo accade ancora: a casa da scuola perché nessuno lo porta in bagno

Almeno dal punto di vista normativo, di chi fossero le responsabilità dell’assistenza igienico-personale agli alunni con disabilità sembrava averlo definitivamente chiarito anche per la Sicilia il recente Parere espresso dal Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione. Nei fatti, invece, non sembra proprio essere così, a giudicare da quanto denuncia il CSR (Consorzio Siciliano di Riabilitazione)-AIAS, riguardo alla vicenda di un ragazzo di 17 anni che non può ancora frequentare la scuola di Acireale cui è iscritto, proprio a causa della mancanza dell’assistenza igienico-personale

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È vera inclusione solo se serve concretamente alla crescita esistenziale

«La burocrazia, le procedure stanno prendendo il sopravvento, mentre le persone passano sullo sfondo», scrive tra l’altro Giovanni Maffullo, e guardando in particolare alle scuole superiori, oltre a soffermarsi sull’«“ipocrisia” del volere in classe a tutti i costi la persona con disabilità» e sulla totale mancanza di formazione sull’inclusione, da parte di dirigenti e docenti, ritiene «indispensabile che un supporto e un sostegno specifico agli alunni con disabilità debba essere concretamente al servizio della loro crescita esistenziale e non solo dell’acquisizione di apprendimenti formali»

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Garantire una didattica in presenza in modalità inclusiva

Dopo la nuova Ordinanza del Presidente della Regione Campania che ha stabilito la chiusura di tutte le scuole fino al 23 novembre, confermando, però, la didattica in presenza per gli alunni con disabilità, allargata anche agli studenti con BES (Bisogni Educativi Speciali), «spetta dunque ora all’Ufficio Scolastico Regionale della Campania e a tutte le scuole – commenta Daniele Romano, Presidente della FISH Campania (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – garantire una didattica in presenza in modalità inclusiva»

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Questo, per noi, è un inaccettabile ritorno alle “classi differenziali”

«Abbiamo inviato una lettera al presidente della Repubblica Mattarella – scrivono dal Gruppo Caregiver Familiari Comma 255 – perché riteniamo che quanto si sta decidendo per le scuole, con un percorso differenziale di didattica in presenza per gli alunni e le alunne con disabilità, sia foriero di un inaccettabile ritorno al passato, all’epoca delle “classi differenziali”»

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La scuola nelle Regioni di Area Gialla, Arancione e Rossa: il quadro completo

Un dato importante relativo al DPCM del 3 novembre – che ha previsto ulteriori misure restrittive, valide fino al 3 dicembre, per limitare la diffusione del Covid-19 – e a una successiva Nota del Ministero dell’Istruzione, è che essi richiamino espressamente la garanzia della didattica in presenza per gli alunni con disabilità e anche con bisogni educativi speciali, nei casi in cui è invece prevista per tutti la didattica a distanza. Meglio poi se insieme a un gruppetto di compagni (che potrebbero anche ruotare), scongiurando in tal modo ogni rischio di creare “classi speciali” in presenza

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Indicazioni sullo svolgimento della cosiddetta “didattica digitale integrata”

Il Ministero dell’Istruzione ha fornito con una Nota una serie di indicazioni sullo svolgimento della cosiddetta “didattica digitale integrata”, con importanti chiarimenti sulle modalità di lavoro agile degli operatori scolastici, docenti e non. In tale documento, tra l’altro, è degno di nota il riferimento alla contitolarità della classe da parte di tutti i docenti, curricolari e di sostegno, per garantire una flessibile organizzazione della didattica, tale che non vi sia una netta distinzione di ruoli, ovvero docente di sostegno=alunno con disabilità, docenti curricolari=resto della classe

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Didattica digitale integrata: e quando ad essere “fragili” sono i genitori?

«La seconda ondata di emergenza Covid-19 incombe sul territorio nazionale, con le conseguenti misure emergenziali a tutti ben note. In molte Regioni, però, le scuole restano aperte e agli studenti è garantito il diritto di frequenza. Hanno diritto a un percorso di didattica integrata online gli studenti con fragilità certificata, ma che succede quando ad essere fragili, magari affetti da una Malattia Rara o Cronica, sono i genitori? Queste famiglie sono abbandonate a se stesse»: a denunciarlo è l’OMAR (Osservatorio Malattie Rare), di fronte al silenzio del Ministero su questi numerosi casi

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Scuola e DSA: l’AID nel nuovo Comitato Tecnico Scientifico del Ministero

Armonizzare la normativa vigente e l’aggiornamento delle linee guida per il diritto allo studio degli alunni con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) alle nuove evidenze scientifiche in campo pedagogico e psicologico: sarà questo l’obiettivo principale del nuovo Comitato Tecnico Scientifico sui DSA, insediatosi presso il Ministero dell’Istruzione, organismo che non si riuniva dal 2013 e del quale sarà parte attiva anche l’AID (Associazione Italiana Dislessia)

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In una “scuola-parcheggio”, si restringe l’“area di sosta” della disabilità

«Il ritorno della didattica a distanza, la formazione sempre più carente dei docenti, l’idea che la tecnologia possa risolvere tutto, rilanciando addirittura quell’approccio dinamico e pedagogico cui troppi insegnanti sembrano avere rinunciato»: sono alcuni temi affrontati da Giovanni Maffullo, che scrive tra l’altro: «In una scuola divenuta un ottimo “parcheggio sociale”, non tutti hanno il medesimo spazio. Alle persone con disabilità viene riservata un’area di sosta ristretta, dicendo loro che si devono adattare, che devono accettare la realtà, tanto più in questo tempo di pandemia»

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Un “accomodamento ragionevole” per gli alunni e le alunne con disabilità

«Ben consapevoli del triste periodo che sta attraversando la nostra Regione – scrivono dalla Federazione FISH Calabria – a causa del lutto che ha coinvolto tutti, con la scomparsa della Presidente Santelli, chiediamo che tutte le componenti coinvolte adottino ogni misura adeguata per permettere agli studenti con disabilità la frequenza scolastica in presenza o, qualora siano anche “fragili”, che si attivino i necessari progetti di istruzione domiciliare, applicando così quello che la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità definisce come “accomodamento ragionevole”»

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