Un documento dell’ANFFAS su quella Sentenza del Consiglio di Stato

«Si tratta di una Sentenza pericolosa, poiché se non approfondita può mettere a serio rischio i diritti degli studenti e delle studentesse con disabilità»: così Roberto Speziale commenta quella recente Sentenza del Consiglio di Stato riguardante l’assistenza agli studenti e alle studentesse con disabilità, che tanto ha fatto discutere anche sulle nostre pagine e sulla quale la stessa ANFFAS ha prodotto un ampio documento di posizionamento, ritenuto «necessario per chiarire molteplici aspetti, ai fini del pieno rispetto del diritto all’inclusione scolastica»

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Specializzazioni sulle diagnosi? Piuttosto personalizzazione della didattica!

«Pensando a mio figlio autistico e con disabilità cognitiva – scrive Gianfranco Notari – ciò che lo ha portato al successo scolastico non è stata la specializzazione sulla categoria diagnostica, ma piuttosto la “specializzazione” sul suo personale stile di apprendimento e insieme la “specializzazione” nel comprendere e rimuovere le barriere culturali e relazionali che, nella sua specifica esperienza, ne ostacolavano la formazione e la partecipazione nel contesto classe e nella Scuola. Più che una specializzazione medico-diagnostica, dunque, è servita la personalizzazione della didattica»

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I primi effetti perversi di quella Sentenza del Consiglio di Stato

Nonostante le tante posizioni critiche, quella Sentenza del Consiglio di Stato sull’assistenza agli alunni/alunne con disabilità comincia a creare seri problemi: infatti, molti Enti Locali hanno cominciato a ridurre il numero di ore di assistenza, altri hanno invitato i genitori a portare a casa i figli se mancano gli assistenti. Su un altro fronte, continua la mobilitazione di comitati, famiglie, docenti e sigle sindacali su quanto fissato dal Decreto Legge 71/24 per la specializzazione sul sostegno. Salvatore Nocera propone alcune ipotesi di intervento per tentare di uscire dall’impasse

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Scuola, sostegno e inclusione: un’ondata di protesta condivisa

Nel riferire dell’esito della recente manifestazione/presidio a Roma, davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito, “a tutela di una scuola realmente inclusiva”, Fernanda Fazio e Nicola Striano sottolineano come «la complessità degli adempimenti, la contraddittorietà di alcuni provvedimenti, la parcellizzazione di qualunque Decreto, Circolare, Bando abbia dato corpo, con il recente Decreto Legge 71/24, divenuto poi la Legge 106/24, ad una sorta di “brodo primordiale” generativo di un’ondata di protesta condivisa»

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Inizia un nuovo anno scolastico: parliamone con un’esperta di inclusione

Avvocata esperta di Diritto Penale per i Soggetti Fragili e Amministrazione di Sostegno, Cristina Lavizzari fa parte del team di “La scuola inclusiva”, servizio di esperti di inclusione sociale e scolastica che sostiene le famiglie per assicurare ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze con disabilità il pieno diritto allo studio. Insieme ai suoi collaboratori, ha raccolto esperienze e segnalazioni, analizzato e proposto soluzioni alle dirigenze scolastiche e alle famiglie, come ci spiega in questa intervista, dove porta anche la sua personale testimonianza di donna con disabilità

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Manifestazione/presidio nazionale per un’inclusione scolastica di qualità

Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati, che già da alcuni mesi ha avviato una serie di iniziative a tutela di una scuola inclusiva di qualità, e contro alcune parti sull’inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità contenute nel Decreto Legge 71/24 (divenuto successivamente la Legge 106/24), a partire dall’equiparazione dei titoli di specializzazione per il sostegno conseguiti all’estero e dei corsi per il sostegno stesso affidati all’INDIRE, ha promosso per domani, 4 settembre, a Roma, una manifestazione/presidio nazionale sotto il Ministero dell’Istruzione e del Merito

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A rischio la giusta assistenza scolastica per gli allievi con autismo

«I Decreti di riparto dei 224 milioni del Fondo inclusione delle persone con disabilità destinati al potenziamento dei servizi di assistenza scolastica all’autonomia e alla comunicazione – denunciano dall’Associazione ANGSA -, non specificano che debbano essere disponibili educatori esperti di strategie basate sull’ABA (Analisi Applicata del Comportamento), come obbligano i Livelli Essenziali di Assistenza. In tal modo gli allievi con autismo non avranno un’assistenza adeguata, ma generica, e dunque spesso inutile, con grande spreco di risorse pubbliche»

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Sacche del vecchio paradigma medico-assistenziale

«Leggendo un’intervista al ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara – scrive Cecilia Marchisio – colpisce una visione della disabilità ancora “diagnosi-centrica” e legata al modello medico. Con la riforma della Legge 227/21 e i conseguenti Decreti, l’Italia si è collocata all’avanguardia negli strumenti per l’attuazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ma la cultura, purtroppo, cambia con tempi lenti e sacche del vecchio paradigma medico-assistenziale permangono. La speranza, dunque, è che la strada imboccata dalla Legge 227 venga percorsa con decisione»

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Quelle assurde limitazioni all’istruzione domiciliare

«Da anni – scrive Flavio Fogarolo, a commento di una specifica situazione – il nostro sistema scolastico garantisce il diritto all’istruzione anche agli alunni che non possono frequentare la scuola a causa di specifiche patologie, e il servizio offerto è generalmente più che soddisfacente. Anche in questo campo non possiamo certo dire che tutto funziona benissimo ovunque, ma spiace constatare che a volte le criticità derivano, purtroppo, da incomprensibili rigidità amministrative: le risorse ci sono, le competenze professionali pure, potrebbe andare tutto bene… ma così non è»

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Le specifiche esigenze degli studenti e delle studentesse con autismo

Prendendo spunto da una recente dichiarazione del ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, secondo il quale «seguire un ragazzo non vedente richiede competenze diverse rispetto a quelle necessarie per un ragazzo autistico», Carlo Hanau, presidente dell’Associazione APRI, sottolinea l’importanza della specializzazione di insegnati ed educatori, soffermandosi in particolare sugli interventi da attuare in maniera prioritaria per rispondere alle esigenze degli studentesse con disturbi dello spettro autistico

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