La Scuola incontra la Famiglia: quando l’alunno è con disabilità

«Questo incontro vuole essere soprattutto di supporto agli operatori della scuola e dei centri di riabilitazione, agli insegnanti e agli educatori, per arricchirne le competenze e aiutarli ad entrare in relazione con famiglie al cui interno sono presenti bisogni e istanze che la disabilità impone e al tempo stesso pensare alla famiglia come risorsa, facilitatore piuttosto che ostacolo»: viene presentato così il seminario di studio “La Scuola incontra la Famiglia: quando l’alunno è con disabilità”, promosso a Palermo dalla Lega del Filo d’Oro, per il pomeriggio di domani, 14 novembre

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Il nostro lavoro di assistenti educativi divenuto insostenibile

«Com’è possibile, in condizioni di lavoro proibitive come le nostre, lavorare sull’inclusione dei bambini e dei ragazzi con disabilità? Come può essere una priorità educativa, se la questione degli operatori stessi che la rendono possibile non è al centro dell’attenzione delle Istituzioni?»: il Comitato Romano AEC, composto da coloro che oggi si chiamano OEPA (Operatori Educativi per l’Autonomia e la Comunicazione), si rivolge direttamente ai genitori di persone con disabilità, per denunciare condizioni di lavoro divenute ormai insostenibili e preannuncia alcune prossime azioni dimostrative

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I tempi e i servizi necessari a una reale inclusione scolastica

«Sarà l’occasione per capire quando si potrà realmente parlare di inclusione, che non ci sarà se non verranno resi operativi tutti i servizi e i sostegni necessari per far sì che la “buona scuola” sia tale per tutti gli alunni»: viene presentato così, dalla Consulta per i Diritti delle Persone con Disabilità del Municipio IX di Roma EUR, il convegno organizzato per domani, 13 novembre, nella Capitale, durante il quale Salvatore Nocera proporrà un’accurata analisi delle più recenti norme sull’inclusione scolastica

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Il Piano Educativo Individualizzato non si tocca: una Sentenza della Cassazione

Con un pronunciamento che costituirà un prezioso precedente giurisprudenziale, la Corte di Cassazione ha confermato un’Ordinanza del Tribunale di Caltanissetta, che aveva disposto la cessazione della condotta discriminatoria da parte di un Comune ai danni di un minore con autismo iscritto alla scuola dell’infanzia. Quel Comune, infatti, aveva assicurato solo 10 delle 22 ore di assistenza all’autonomia e alla comunicazione stabilite dal PEI (Piano Educativo Individualizzato). Alla base della decisione la Legge 67/06, che tutela le persone con disabilità da ogni discriminazione

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L’assistenza igienica e i collaboratori scolastici

«Va ribadito una volta ancora – scrive Salvatore Nocera -: i collaboratori e le collaboratrici scolastiche stiano attenti a prestare ascolto a quanti li invitano a non prendere sul serio gli ordini di servizio dei Dirigenti Scolastici in tema di assistenza igienica agli alunni con disabilità, perché vi è una Sentenza della Corte di Cassazione pronta a far sentire i suoi effetti devastanti su quanti diano ascolto a consigli erronei e fuorvianti. Quei compiti, infatti, sono dovuti, come confermano anche i più recenti Decreti Legislativi sull’inclusione scolastica»

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Le nuove norme sull’inclusione scolastica: quali sono già applicabili?

Da più parti – famiglie, docenti e anche dirigenti scolastici – viene sollevata una domanda: sono immediatamente applicabili le nuove norme sull’inclusione scolastica introdotte dai Decreti Legislativi 66/17 e 96/19? C’è stato infatti un grande dibattito sui contenuti innovativi del primo Decreto, ulteriormente accresciuto, con rischio di confusione, in relazione alle modifiche introdotte allo stesso dal secondo Decreto. Cerchiamo dunque di fare un po’ di chiarezza, individuando ciò che è già applicabile e ciò che invece ancora non lo è, mancando i necessari atti amministrativi

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Un corso sull’autismo e sulla Comunicazione Aumentativa Alternativa

Ha preso il via il 12 ottobre a Bastia Umbra (Perugia) e proseguirà fino al 6 dicembre, un ciclo di incontri rivolti a operatori, genitori e insegnanti, condotti dal docente Giovanni Magoni, sul tema dell’autismo e dell’utilizzo della CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa). L’offerta formativa – accreditata dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca – è stata proposta dall’ANGSA Umbria (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) e realizzata in collaborazione con Ipertesto (Associazione Regionale per lo Sviluppo e la Ricerca delle Nuove Tecnologie Didattiche)

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Chiarezza normativa, innanzitutto

“Si è considerato il bene della persona oppure si è discriminato?”: avevamo titolato così, nei giorni scorsi, un nostro articolo in cui raccontavamo la vicenda di un ragazzo con autismo, che dopo avere frequentato la terza media, nonostante la richiesta della madre affinché rimanesse ancora in quella classe, è stato promosso dal preside e avviato alle superiori, pur non avendo sostenuto l’esame di Stato. Facendo riferimento a una serie di Leggi e Sentenze, Salvatore Nocera cerca di chiarire al meglio la vicenda e di rispondere al quesito da noi proposto

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Scuola sempre più difficile per i bambini e i ragazzi con autismo

«I bambini e i ragazzi con autismo risultano tra i più penalizzati dalla pesante burocrazia che invade il mondo della scuola, non solo per il grave ritardo nelle assegnazioni degli insegnanti di sostegno e degli assistenti alla comunicazione, ma soprattutto a causa della scarsa formazione di entrambe le categorie e per l’assenza di continuità didattica»: lo dichiara Benedetta Demartis, presidente nazionale dell’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), a margine di un incontro di tale Associazione con il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti

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Si è considerato il bene della persona oppure si è discriminato?

«Quel preside è sicuro di avere scelto considerando il bene della persona oppure ha adottato un comportamento discriminatorio?»: a porre il quesito è Giancarlo D’Errico, presidente dell’ANFFAS di Torino, in riferimento al caso di Edoardo, quindicenne con una forma grave di autismo, che dopo avere frequentato la terza media in una scuola nei pressi di Torino, nonostante il parere negativo di professionisti esperti e la richiesta della madre affinché rimanesse ancora in terza media, è stato “licenziato”, e quindi promosso, dal preside, pur non avendo sostenuto l’esame di Stato

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