Perché quella norma sull’inclusione è “un prodotto geneticamente modificato”

«Il professor Dario Ianes – scrive Salvatore Nocera -, ben noto nel nostro mondo della disabilità e pure fuori, ha felicemente definito l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità come “il DNA della scuola italiana”. Ritengo pertanto che le norme sulla specializzazione dei docenti di sostegno contenute nel Decreto Legge 71/24, siano come “un prodotto geneticamente modificato” che danneggia questa grande e innovativa “specialità italiana”»

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Quel Decreto compromette la qualità della formazione e dell’inclusione

Il percorso formativo stabilito in tema di inclusione scolastica dal recente Decreto Legge 71/24 «compromette la qualità della formazione e dell’inclusione nel nostro Paese»: a dirlo è un nutrito gruppo di docenti specializzati sul sostegno didattico che per questo hanno deciso di promuovere un presidio di protesta a Roma, per la mattinata del 16 luglio

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Per il finanziamento del trasporto scolastico

Come informa il Ministero per le Disabilità, è stato depositato un emendamento volto a garantire una nuova linea d’intervento nel Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità, ai fini del finanziamento del trasporto di studenti e studentesse con disabilità, questione sempre molto sentita dalle famiglie di ragazzi e ragazze con disabilità

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Cosa farei per quel Decreto Legge? Continuerei a mandare… “lettere da Berlino”!

«Per la parte dedicata all’inclusione scolastica – scrive Orlando Quaglierini -, il Decreto Legge 71/24 è sbagliato, perché non solo non risolve nella sostanza il problema quantitativo del reperimento e dell’allocazione degli insegnanti di sostegno laddove ce n’è bisogno, ma, con soli 30 Crediti Formativi, non assicura nemmeno la competenza minima necessaria per affrontare i Bisogni Educativi Speciali». E chiedendosi cosa fare, Quaglierini cita il film “Lettere da Berlino” e scrive: «Continuiamo a mandare “lettere da Berlino”!»

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“Maestri ortofrenici”, crediti per l’insegnamento di sostegno e… bagnini impreparati

«Cosa diremmo – scrive Orlando Quaglierini – di uno stabilimento balneare che, in mancanza di bagnini patentati, in base al principio del “meglio che nulla”, assumesse persone sprovviste di specifiche tecniche di salvataggio, salvo averne un’infarinatura acquisita frettolosamente? Il recente Decreto Legge sull’inclusione si muove in modo analogo: dimezzare i crediti per la formazione dei docenti di sostegno in un mondo in cui, al contrario, sono diventate sempre più complesse le problematiche inerenti alla condizione di disabilità, con la nascita di nuovi paradigmi concettuali di riferimento»

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L’inclusione scolastica alla Settimana sociale dei cattolici in Italia

«In un momento in cui in Italia abbiamo dovuto assistere a dichiarazioni ufficiali contro l’inclusione scolastica – scrive Salvatore Nocera -, oltre ad assistere impotenti all’inerzia dell’Osservatorio sull’Inclusione Scolastica del Ministero dell’Istruzione e del Merito, ritengo importante che il Servizio Nazionale per la Pastorale delle Persone con Disabilità della CEI, come farà all’imminente Settimana Sociale dei cattolici in Italia in programma a Trieste, dedicata al tema “Al cuore della democrazia”, richiami l’attenzione sui rischi di “ritorno indietro” dell’inclusione scolastica»

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Preoccupa il futuro di quel ragazzo, atterrisce il silenzio delle Istituzioni

«Dopo oltre un mese da quel 27 maggio – scrivono dall’ANGSA Lazio – in cui quel ragazzo con disabilità è stato ritrovato accasciato nel cortile interno di un liceo di Roma, si prospetta purtroppo la gestione di una paralisi in comorbidità con l’autismo. E in tutto questo, silenzio assoluto da parte della scuola, dell’Ufficio Scolastico Regionale e del Ministero dell’Istruzione e del Merito. La stessa Procura non ha ancora comunicato alla famiglia eventuali azioni intraprese. Chiediamo dunque, ancora più forte di prima, che vengano chiarite le circostanze e le responsabilità del fatto!»

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Un progetto per sensibilizzare gli alunni e le alunne sulla disabilità visiva

«Invitiamo tutte le istituzioni scolastiche a considerare l’integrazione di questo nostro progetto nel prossimo anno scolastico»: a dirlo è Giuseppe Fornaro, presidente della Rete campana CIVES, nel lanciare, anche per il prossimo anno scolastico 2024-2025, il progetto didattico “A scuola imparo a guardare il mio amico”, rivolto ad alunni e alunne tra i 5 e i 13 anni, per sensibilizzarli sul tema della disabilità visiva, promuovendo l’inclusione e la comprensione attraverso una serie di attività pratiche, pensate per adattarsi alle diverse fasce d’età e ai differenti livelli di conoscenza

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Quando le potenzialità sono sostenute dall’ambiente, può arrivare anche la laurea

Possono essere molte le potenzialità delle persone con una condizione genetica come la sindrome dell’X fragile, ma per arrivare a un pieno e positivo sviluppo della persona, sono fondamentali i giusti percorsi di sostegno: ben lo dimostra Luca Razzauti, e lo fa alla grande, se è vero che nei giorni scorsi il giovane ha conseguito con il massimo dei voti il suo terzo titolo di laurea all’Università di Pisa e per consentirgli questo nuovo traguardo, è stato ancora una volta determinante il supporto dell’Unità di Servizi per l’Integrazione degli Studenti con Disabilità dell’Ateneo toscano

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L’importanza di definire ciò di cui si parla

«L’essenza dell’inclusione – scrive Orlando Quaglierini -, che per sua stessa natura scaturisce da una relazione contestuale, dinamica, fluttuante, e volatile, conoscendo fasi fisiologiche di affievolimento e di effervescenza, non si può, proprio per questo, soppesare né misurare in modo diretto e oggettivo. Altra cosa è misurare i presupposti che creano le condizioni necessarie ma non sufficienti perché si favorisca l’inclusione. In questo caso è doveroso per le Istituzioni garantire quei presupposti, e misurarli attraverso specifici indicatori, ma non confondiamo i fini con i mezzi»

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