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In tempi di crescente astensionismo alle varie tornate elettorali, politiche e amministrative, succede che qualcuno motivi pubblicamente la propria “non scelta” - come hanno fatto alcuni Cittadini con disabilità di Gravina in Puglia - e ciò dovrebbe far riflettere non poco, soprattutto coloro che continuano a ignorare i diritti e le esigenze delle cosiddette “fasce deboli” della nostra società
Oltre al comportamento di quegli operatori di Trenitalia che hanno discriminato alcuni giovani con sindrome di Down, per la loro lentezza nel fare il biglietto del treno, Maria Teresa Calignano sottolinea anche che nessun altro viaggiatore in coda ha fatto presente quella discriminazione. E citando il libro “...E vinse la tartaruga. Elogio della lentezza: rallentare per vivere meglio”, conclude sostenendo che «forse dovremmo un po' prendere esempio proprio dalle persone con sindrome di Down»
«Il cattivo esempio di burocrazia cavillosa e ostile - scrive Giorgio Genta - viene oggi da Savona, dove la Soprintendenza e il Comune hanno fatto a gara nel negare l’installazione di un ascensore indispensabile a una bimba con disabilità per poter uscire ed entrare in casa. Si tratta degli stessi Enti che hanno invece dato parere favorevole a una passerella di legno dal terribile impatto visivo, per l’accesso alla Fortezza del Priamar in centro città...»
Prendendo spunto dalla notizia di una gita scolastica mancata - questa volta per tutta la classe - non essendosi trovato un pullman attrezzato ad accogliere un bimbo con disabilità, Vincenzo Gallo coglie l’occasione per sottolineare ancora una volta che «le persone con disabilità hanno diritto a pari opportunità e a muoversi su tutto il territorio nazionale e all’estero per motivi di salute, di studio, di lavoro, di svago, come tutti, e non possono continuare ad essere discriminate»
«Quando la vittima di bullismo a scuola è una persona con disabilità - scrive Simonetta Morelli - oltre al danno personale si deve considerare anche un particolare danno sociale, quello che deriva dalla distruzione di un investimento costituito dal lavoro abilitativo delle famiglie, e riabilitativo dei professionisti. Ma sta a ciascuno di noi essere protagonisti e responsabili di un reale cambiamento verso una società e una scuola inclusive»
Sono passati due secoli da quando il grande violinista Paganini fu giudicato «persona priva di ogni capacità manuale», eppure, solo dieci anni fa, «per mia figlia con disabilità - scrive Sandro Paramatti - oggi apprezzata archivista, si disse che non aveva nessuna possibilità di inclusione lavorativa. Diventa quindi assai chiara l’importanza di strumenti come la Scheda di Valutazione Multidimensionale S.Va.M.Di, per cogliere il profilo del funzionamento di una persona»