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È per noi un grande piacere tornare a ospitare Giorgio Genta che, dopo un lungo periodo di silenzio, riprende le sue riflessioni con i Lettori sulle “famiglie con disabilità”. «La lettura di un libro - scrive egli stesso, riferendosi a “Se Arianna” di Anna Visciani - mi ha rammentato la forza della condivisione e l’importanza dell’ormai leggendaria “resilienza”». E conclude: «Non siamo soli, come famiglie e come persone, anche se molti (rappresentanti della politica in testa) fanno il possibile per farci sentire tali»
«Noi che da anni lavoriamo per favorire la migliore accessibilità di Milano e della Lombardia e che da alcuni mesi, seguendo la strada tracciata da Franco Bomprezzi, siamo impegnati anche a fianco delle Istituzioni, per rendere sempre più fruibile il nostro territorio, diciamo alle persone con disabilità: venite a Milano per l’“Expo 2015”, perché la nostra città non è così “impossibile”!». A scriverlo è un gruppo di persone impegnate a tracciare il percorso denominato “Expofacile”
«Dopo sei anni dalla morte di Eluana Englaro - scrive Fulvio De Nigris - che cosa è rimasto? Il lavoro delle Associazioni impegnate nei propri territori a sostenere le famiglie in una lotta impari per i propri cari, una data che segna il lutto di una famiglia, una giornata che il 9 febbraio dovrebbe celebrare una condizione che coinvolge migliaia di persone e una battaglia che si è arenata per chi voleva il cosiddetto testamento biologico»
«Tra le “cose da ricordare” nel Giorno della Memoria - scrive Stefano Borgato - dovrebbero esserci anche frasi come quelle pronunciate da alcuni nostri contemporanei, medici e studiosi, secondo i quali sarebbe “immorale mettere al mondo persone con disabilità”. Solo così, infatti, il 27 gennaio potrà diventare una “ricorrenza viva”, con il suo valore di monito per il futuro, attivo in tutti gli altri giorni dell’anno»
«Quei colpi d’arma da fuoco - scrive Stefano Borgato - che a Parigi hanno ucciso a sangue freddo dodici persone, giornalisti, vignettisti e poliziotti, vorrebbero disorientare e togliere vigore a chi pensa che il libero dibattito delle idee possa cambiare in meglio la propria società. Ma per quanto ci riguarda, il risultato è proprio quello opposto»
«Sono convinto - scrive Salvatore Nocera, commentando una riflessione di Gianfranco Vitale apparsa su queste stesse pagine, dedicata alla frammentazione delle organizzazioni impegnate sul fronte dell’autismo - che le famiglie debbano prendere consapevolezza che solo l’unione fa la forza e che le piccole Associazioni debbano collegarsi e far parte di un raggruppamento più grande, unica strategia vincente per ottenere il riconoscimento dei diritti»