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«Lo spettacolo offerto dalle Nazioni evolute di fronte alla diffusione del virus Ebola è indecente», scrive Franco Bomprezzi. «E in fin dei conti - aggiunge - noi stessi ben poco ci preoccupiamo di quegli uomini, di quelle donne, di quei bambini che ogni giorno cadono senza altra colpa che quella di essere nati nel Paese sbagliato, nel momento sbagliato»
«Entro mille giorni saremo un Paese civile», ha dichiarato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, lanciando il cosiddetto “programma dei mille giorni”. «Abbiamo evidentemente un’altra idea di civiltà - commenta Carlo Giacobini - se in quel programma non ricorre nemmeno una parola riguardo alla povertà, alla non autosufficienza, alla disabilità, questioni da affrontare invece con risorse, idee, riforme strutturali, decisione e celerità»
«È evidente - scrive Franco Bomprezzi, di fronte al successo delle “secchiate di acqua gelata” contro la SLA - che c’è un bisogno quasi disperato di trovare nuove ed efficaci forme di raccolta fondi, visto il calo irreversibile dei finanziamenti pubblici e delle sponsorizzazioni. Ma è necessario educare i donatori a distinguere al volo le buone cause e avvicinarli alla causa per la quale si sono impegnati»
«Non possiamo accettare neanche per un attimo questo rassegnato e scorretto cliché informativo»: lo scrive Franco Bomprezzi, di fronte all’ennesima, pazzesca strage in famiglia, all’origine della quale, secondo le cronache, vi sarebbe stata la «non sopportabilità della condizione del figlio disabile». E aggiunge: «Era eventualmente l’omicida-suicida la persona con un grave handicap. Non il figlio»
“Emergendo”, nome dell’evento in programma il 17 luglio a Milano, è «un’altra bella idea - scrive Franco Bomprezzi -, per far capire quanto possano essere produttive e realizzate le persone con disabilità, quando trovano e mantengono un lavoro e lo svolgono al meglio». Ed è anche un segnale, aggiunge, di come, pur in periodi duri come questo, sul lavoro «non si debba mai abbassare la guardia, uniti com’è giusto, combattivi com’è doveroso»
«Anche non volendo entrare nel “gioco perverso” delle giustificazioni e delle reciproche accuse - scrive Franco Bomprezzi, parlando della distruzione di un centro per disabili nella Striscia di Gaza -, resta il fatto che per ragioni militari hanno perso la vita e la serenità persone che nulla hanno a che fare con la guerra, e che già vivono sulla propria pelle i segni di una fragilità, di una menomazione, di una disabilità. E’ inaccettabile, è terribile, è disumano»