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«Mai come adesso - scrive Franco Bomprezzi - ci vorrebbe uno scatto d’orgoglio, prepolitico, semplicemente di cittadinanza e di appartenenza, capace di farci riprendere il cammino, in ogni campo. E come persone impegnate nella comunicazione, nell’informazione di servizio, nel racconto del welfare che cambia, non possiamo chiamarci fuori»
«Pensavo sinceramente - scrive Franco Bomprezzi, commentando la bozza della Legge di Stabilità - che indietro, almeno rispetto all’esiguo bilancio degli ultimi anni, fosse impossibile tornare, e invece, almeno in prima battuta, ci risiamo. E mentre il “Programma d’Azione Biennale per la Promozione dei Diritti e l’Integrazione delle Persone con Disabilità resta fermo tra i buoni propositi, i tagli alle Regioni e ai Comuni sono l’unica certezza conclamata»
«Lo spettacolo offerto dalle Nazioni evolute di fronte alla diffusione del virus Ebola è indecente», scrive Franco Bomprezzi. «E in fin dei conti - aggiunge - noi stessi ben poco ci preoccupiamo di quegli uomini, di quelle donne, di quei bambini che ogni giorno cadono senza altra colpa che quella di essere nati nel Paese sbagliato, nel momento sbagliato»
«Entro mille giorni saremo un Paese civile», ha dichiarato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, lanciando il cosiddetto “programma dei mille giorni”. «Abbiamo evidentemente un’altra idea di civiltà - commenta Carlo Giacobini - se in quel programma non ricorre nemmeno una parola riguardo alla povertà, alla non autosufficienza, alla disabilità, questioni da affrontare invece con risorse, idee, riforme strutturali, decisione e celerità»
«È evidente - scrive Franco Bomprezzi, di fronte al successo delle “secchiate di acqua gelata” contro la SLA - che c’è un bisogno quasi disperato di trovare nuove ed efficaci forme di raccolta fondi, visto il calo irreversibile dei finanziamenti pubblici e delle sponsorizzazioni. Ma è necessario educare i donatori a distinguere al volo le buone cause e avvicinarli alla causa per la quale si sono impegnati»
«Non possiamo accettare neanche per un attimo questo rassegnato e scorretto cliché informativo»: lo scrive Franco Bomprezzi, di fronte all’ennesima, pazzesca strage in famiglia, all’origine della quale, secondo le cronache, vi sarebbe stata la «non sopportabilità della condizione del figlio disabile». E aggiunge: «Era eventualmente l’omicida-suicida la persona con un grave handicap. Non il figlio»