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Forse non è sufficiente che un politico sia disabile perché si impegni veramente per il bene comune di tante famiglie, ma anche secondo l'autrice di questa nota - che raccoglie l'invito al dibattito lanciato nei giorni scorsi dal nostro sito - è arrivato il momento di non accettare più che siano gli altri a decidere
Di fronte a una stagione politica segnata dal potere di far pendere la bilancia a favore di uno schieramento o dell'altro da parte di piccoli o piccolissimi partiti, c'è una categoria sociale come quella delle persone con grave disabilità che ben poco ha ottenuto. Forse perché mancano parlamentari con disabilità che siedano alla camera o al Senato?
Il rischio principale, di fronte all'ennesimo fallimento della politica parlamentare in relazione alle persone con disabilità, è quello di rinunciare all'istanza di inclusione sociale, arroccandosi sull'idea di farsi risarcire "al solo titolo della menomazione". E invece, ora più che mai, è necessario tentare di compiere il salto dalla segregazione alla vita indipendente, dall'integrazione all'inclusione sociale. E per farlo bisogna ripartire da una serie di azioni territoriali
Un grande evento televisivo, il programma di Roberto Benigni in prima serata, che bene ha fatto ad esaltare la cultura, la storia e la bellezza del nostro Paese. Ma non dimentichiamo mai l’Italia dei troppi abusi e “furberie”...
Al di là del modo talora stereotipato e un po' morboso con cui gli organi d'informazione presentano i drammi riguardanti famiglie con persone disabili, è purtroppo vero che se queste famiglie vengono lasciate sole - come spesso accade - si tratta di situazioni che possono verificarsi più facilmente
«Fano: madre uccide figlia disabile e tenta il suicidio»: non è la prima volta e purtroppo temiamo non sarà nemmeno l'ultima, che siamo costretti a leggere sulle cronache titoli come questo. Ma cosa ne pensano i genitori di persone con grave o gravissima disabilità, che da anni lottano inutilmente per vedere riconosciuti alcuni propri diritti?