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«Da quando abbiamo iniziato a organizzarci, più di due decenni fa - scrivono le donne con disabilità del Forum Europeo sulla Disabilità - abbiamo dovuto proclamare ripetutamente ogni 8 marzo qualcosa di ovvio, ma sistematicamente trascurato: che anche noi siamo donne! Siamo il 19,2% di tutte le donne e il 60% di tutte le persone con disabilità, ma per decenni siamo state nascoste nel termine generico di “persone con disabilità”. Ci siamo organizzate in una “terra di nessuno”, e l’ultimo desiderio della nostra lotta è che l’affermazione “anche noi siamo donne!” un giorno diventi irrilevante»
«Aprire le scuole in piena sicurezza, consentendo la ripresa della didattica in presenza, pur con i dovuti e necessari adattamenti, e vigilare affinché i diritti delle alunne e degli alunni con disabilità abbiano la stessa dignità e attenzione dei coetanei. Per questo alla determinazione e alla lucidità devono accompagnarsi la coesione, la collaborazione, l’unità e la solidarietà»: lo scrive il presidente della Federazione FISH Falabella, rivolgendosi direttamente a tutte le Famiglie, in vista della sfida costituita dal nuovo anno scolastico al tempo della pandemia da coronavirus
«È il momento - scrive Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) - della coesione, dell’unità, della solidarietà. La nostra Federazione ha il dovere civico e morale, più che mai in questo gravissimo frangente, di garantire il massimo di collaborazione: significa supportare le decisioni istituzionali, proporre corretta informazione, raccogliere le segnalazioni dei singoli, delle famiglie, delle associazioni, accantonando ogni polemica e ogni rivendicazione che possa distrarre dall’unico obiettivo in questo momento: uscire dall’emergenza»
«Il diritto all’inclusione e alla vita indipendente - scrive Vincenzo Falabella, riflettendo sulla tragica morte di un giovane con disabilità a Firenze, deceduto in seguito a una caduta nel centro storico della città - transita attraverso molti requisiti fra loro intrecciati. Uno di questi è poter circolare liberamente e in sicurezza, senza timore per la propria incolumità, nelle nostre città, nei luoghi delle nostre collettività»
Ha compiuto 20 anni la Legge 68/99, sul diritto al lavoro delle persone con disabilità, quella che aveva introdotto il metodo del collocamento mirato, ipotizzando una nuova modalità di accompagnamento delle stesse verso l’inclusione lavorativa, basato su una valutazione più efficace delle capacità residue e attenti servizi per l’impiego. Dopo vent’anni, però, il quadro è tutt’altro che positivo e ciò appare ancora più grave, ricordando che poco più di un mese fa si è celebrato il decennale della ratifica da parte dell’Italia della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità
«Oggi più che mai - scrive Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), a proposito del Decreto sul Reddito di Cittadinanza in discussione alla Camera -, abbiamo necessità del sostegno attivo di tutti, non solo per evitare arretramenti nei diritti, ma soprattutto per condurre una battaglia per proporre scenari e modelli radicalmente diversi in cui pari opportunità, inclusione, diritto di scelta non siano solo slogan»