Dal 29 ottobre al 1° novembre scorsi sono stata a Palermo a trovare un amico, Diego. È stato un viaggio diverso da quelli fatti negli ultimi quindici anni circa. In genere, infatti, mi capita sempre di viaggiare con mia sorella, che è instancabile e abbiamo più o meno gli stessi gusti nello scegliere una meta e le cose da fare, oppure mi sono sempre organizzata con qualche persona che mi accompagna.
Nei viaggi porto la sedia a rotelle per percorrere le lunghe distanze e prendere comodamente treni ed aerei. Anche in questa occasione l’organizzazione è stata perfetta! Sono partita da Roma con un’amica che ha approfittato del ponte dei Santi per andare a trovare i parenti a Palermo, così abbiamo fatto il viaggio insieme.
Con Diego è stato magnifico sentirsi a casa e superare le nostre difficoltà motorie. È una persona che stimo moltissimo: è autonomo, ha un lieve problema nel camminare, ma con le stampelle riesce anche a saltare! Ha mille interessi: è chimico, autore, appassionato di fotografia e del mondo fantasy. È una persona solare e premurosa.
È stato entusiasmante andare oltre i limiti e riuscire a fare tutto insieme. Di certo in pochi giorni non ci siamo fatti mancare nulla: da una passeggiata a Mondello a un giro nel centro di Palermo alle tante specialità gastronomiche della Sicilia.
La cosa più bella è stato il lungo giro nel centro della città che abbiamo intrapreso Diego ed io da soli. Siamo riusciti a godercelo grazie ad un buon mix tra coraggio, buona volontà e un pizzico di inventiva: Diego mi spingeva sulla sedia a rotelle, a tratti si aiutava con una stampella, a tratti gliele tenevo io entrambe.
È stata la prima volta che ho visitato l’interno del Teatro Massimo: è accessibile e merita certamente. Anche la Cattedrale e Piazza Pretoria mi hanno lasciato piacevolmente colpita. La Cattedrale è una delle opere più caratteristiche della città: la sua bellezza è data dalla commistione di forme e stili in un unico corpo architettonico.
Una tappa a piazza Pretoria è quasi obbligatoria. “Piazza della Vergogna”, come comunemente i palermitani la chiamano, deve il suo nome, non come si potrebbe credere alla nudità dei corpi, ma all’ingente somma di denaro che il Senato palermitano dovette sborsare per il suo acquisto.
La fontana si presenta su tre lati circondata da edifici: il Palazzo Pretorio, la Chiesa di Santa Caterina e due palazzi baronali. Il quarto lato si affaccia su Via Maqueda.
Di quella giornata, oltre alla buona volontà e allo spirito di iniziativa, mi è rimasto impresso l’aiuto di tante persone, anche ragazzi giovani, nel farci superare vari scalini. Una turista straniera ci ha guardato con l’espressione compiaciuta di chi pensa: «Guarda questi due giovani come si sono ingegnati, lui spinge la sedia e lei porta le stampelle!». Le abbiamo sorriso commentando che era una donna intelligente.
Penso anche che sia stata determinante la voglia di aiutarci, andare oltre i nostri limiti e stare bene insieme. Tutto ciò non è affatto scontato: mi capita spesso di passare le vacanze estive o i week-end con persone che, secondo gli accordi presi, mi dovrebbero aiutare, ma non riusciamo a passare piacevolmente il tempo libero o addirittura c’è chi non ce la fa a spingere la sedia a rotelle, modello ultraleggero (si tratta di persone “normodotate” e per mia fortuna sono sempre stata magra).
L’unica nota dolente è stato il parcheggio dell’aeroporto: i posti auto per persone con disabilità sono lontanissimi dall’entrata; quasi una beffa mettere prima i posti per chi vuole noleggiare una macchina e per ultimi i posti riservati a chi può avere un problema nel camminare!
Su internet ci sono tantissime testimonianze, più o meno positive, in merito ai viaggi per persone con disabilità. Forse il segreto è volersi godere la vacanza, condividere una situazione simile ed avere empatia: come succede tra amici o familiari di persone con disabilità.
Diego ed io, nei nostri tour non ci siamo preoccupati più di tanto dell’accessibilità dei luoghi e delle strade: in fondo, aiutandoci a vicenda, abbiamo superato anche i gradini e ci siamo goduti ogni particolare del centro della città e della serata a Mondello.
Ora capisco di più gli amici e le coppie dove entrambi hanno una disabilità, che riescono a fare tutto insieme, anche viaggi molto avventurosi (che poco si combinano con i miei gusti e il mio carattere), come quelli di Luca Paiardi e Danilo Ragona, protagonisti della rubrica Viaggi in carrozza del programma RAI Kilimangiaro. Per la situazione legata al Covid, Danilo e Luca hanno deciso di condividere con altri le loro incredibili esperienze, dando vita al progetto Viaggio Italia, allo scopo di dimostrare che vivere con una disabilità è possibile. Viaggio Italia, infatti, promuove il viaggio come scoperta dei limiti e voglia di superarli o di riconoscerli. E il viaggio è anche un modo per conoscere nuovi posti, fare nuovi incontri e scoprire nuove emozioni.
Personaggi televisivi e grandi sportivi con disabilità, Luca e Danilo hanno deciso di percorrere lo Stivale per mettere alla prova i loro limiti. Visitando le Regioni del nostro Paese si sono cimentati in ogni genere di sport accessibile, dal kayak al deltaplano, dalla barca a vela all’handbike, e hanno fatto tappa alle Unità Spinali Ospedaliere, il luogo dove chi ha avuto un incidente come loro comincia a capire come riprendere a vivere. La volontà di viaggiare in buona compagnia, misurarmi con nuove sfide mi accomuna a loro! Dopo Palermo, infatti, la voglia di ripartire è tanta e la piccola paura di lasciare la mia comfort zone è un lontano e vago ricordo.