Il desiderio di produrre il testo definitivo della Convenzione per la Tutela dei Diritti delle Persone con Disabilità entro il 25 agosto, per sottoporlo poi all’Assemblea Generale dell’ONU, sembra un obiettivo di giorno in giorno più realizzabile.
In questo senso l’ambasciatore MacKay, presidente del Comitato Ad Hoc, aveva chiesto in apertura dei lavori che tutte le questioni controverse venissero affrontare in modo informale, nel tentativo di raggiungere accordi di compromesso tramite negoziazioni, evitando le votazioni vincolanti degli incontri in riunione plenaria.
Ed è proprio tramite questa procedura che le trattative stanno procedendo speditamente e i risultati raccolti nei giorni scorsi fanno sperare nella possibilità di risolvere tali questioni entro la fine della settimana.
Lo stesso MacKay ha annunciato di voler anticipare la fase di rilettura, articolo per articolo, del testo in divenire. Si è già cominciato quindi, in questi giorni, ad analizzare in seduta plenaria la bozza della Convenzione. Ciascun articolo verrà discusso, parola per parola. Ogni delegazione potrà intervenire, avanzando delle proposte.
Le discussioni, dunque, oltre che sulla sostanza, vertono anche sulla precisa scelta di ogni parola, alla ricerca del linguaggio più efficace.
Delicata, ad esempio, la questione riguardante la scelta della terminologia più adatta per rendere chiaro l’articolo che proclama il diritto delle persone con disabilità ad esercitare una vita sessuale e di costituzione di una propria famiglia al pari di ogni altro individuo. Si tratta infatti di non creare ambiguità nella terminologia adottata, senza d’altra parte offendere alcuna delle culture cui appartengono gli Stati destinatari della Convenzione.
(Barbara Pianca)
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