La sala dell’assemblea plenaria del Comitato Ad Hoc sembra oggi una sorta di “piazza del mercato”, dove le delegazioni conducono le negoziazioni, con conciliaboli, proposte, scambi di vedute e incontri vari. Ogni tanto ci si riunisce nelle sale adiacenti all’assemblea che in questi giorni sono state aperte fino a notte fonda. Funzionanti anche gli ascensori (ordinariamente chiusi a partire dalle 19), per consentire di partecipare alle persone con differente mobilità.
Il presidente del Comitato, Don MacKay, sul cui lavoro abbiamo più volte avuto modo nei giorni scorsi di esprimere caldi elogi, è preoccupato. Stamattina, infatti, si è indirizzato all’assemblea plenaria per informarla che vi sono ancora vari problemi e che il processo di accordo sugli articoli ha subìto un sostanziale rallentamento. Evidente, a questo punto, che se non saranno raggiunti accordi, sarà necessario arrivare ad un’altra sessione nel gennaio del 2007.
E in effetti, sono ancora parecchi gli articoli dove l’accordo non sembra facile, come l’11 (Situazioni di rischio), il 12 (Pari riconoscimento di fronte alla legge) e il 17 (Protezione dell’integrità della persona), oltre a quello sul monitoraggio.
C’è anche l’impressione di un certo ostruzionismo da parte di alcune delegazioni, perché quando sembra che l’accordo sia stato raggiunto, qualche Paese (come la Russia o la Cina) pone ulteriori problemi di scrittura, dubbi sui contenuti, obiezioni spesso assolutamente secondarie.
Dal canto loro, la Giamaica e il Camerun (a nome, quest’ultimo, dell’intero gruppo africano) hanno lanciato un appello affinché si superino tutti gli ultimi ostacoli, rispondendo all’aspettativa di 600 milioni di persone con disabilità nel mondo e un lungo applauso ha appoggiato tale intervento.
Ormai gli articoli vengono approvati per referendum, vale a dire tramite una procedura in cui viene presentato un testo scritto a tutte le delegazioni, che l’approvano con un applauso, riservandosi di consultare le proprie capitali per eventuali ultimi commenti. Questo ha fatto sì che gli ultimi articoli verranno presentati in aula solo dopo un precedente accordo.
Ogni articolo approvato viene accompagnato da un grande applauso e una speranza in più si diffonde nella sala di riuscire ad avere una convenzione in questa sessione.
Oggi sono stati approvati l’articolato delle clausole finali e il testo sul monitoraggio (dagli articoli 34 a seguire, fino all’articolo 40 e il protocollo facoltativo), ovvero – come già accennato – uno tra i più controversi. Vi si prevede in sostanza la costituzione di un Comitato che seguirà l’applicazione della Convenzione – come per tutti gli altri documenti del genere approvati dall’ONU – e questo rappresenta una grande vittoria dell’International Disability Caucus (IDC), riconoscendo l’importanza di un processo di monitoraggio.
«Viene così riconosciuto anche il fatto che questa è una convenzione di serie A», è stato detto da parte della delegazione del Costarica. Rimane aperto il luogo in cui ubicare la sede del Comitato stesso, che sarà New York o Ginevra.
Le inchieste nazionali e le possibilità di denunce individuali sono state inserite in un protocollo aggiuntivo, causa l’opposizione della Cina, della Russia e di altri Paesi.
Sono le 13.15 di venerdì 26, ora di New York, e a questo momento gli articoli approvati sono esattamente 26. Ancora nuvole stamattina sulla “Grande Mela”: speriamo che nel pomeriggio torni il sole. Tutti i delegati sono stati invitati dalla delegazione coreana a festeggiare stasera l’approvazione della Convenzione. Speriamo proprio di poter festeggiare alla grande!
*Advisor (consigliere) della Delegazione Ufficiale del Governo Italiano, in qualità di rappresentante del CND (Consiglio Nazionale sulla Disabilità).