Mancato sostegno: il Ministero deve pagare i danni

Una sentenza del Tribunale di Napoli condanna il Ministero della Pubblica Istruzione a risarcire con 6.000 euro una bambina con disabilità, ritenendo che la mancanza di un adeguato insegnamento di sostegno ne abbia compromesso la vita scolastica. Secondo alcuni si tratta di una sentenza "storica", che costituisce un precedente destinato a non restare isolato

Bambina con disabilità a scuolaSono giorni di importanti sentenze, in Campania, nel settore dell’integrazione scolastica delle persone con disabilità. Infatti, dopo il provvedimento del Tribunale di Salerno – del quale abbiamo riferito in queste stesse pagine – che ha condannato il Comune di Eboli a fornire agli alunni con disabilità l’assistente scolastico specializzato, arriva ora dalla Terza Sezione del Tribunale di Napoli un’altra sentenza che Antonio Nocchetti, dell’Associazione Tutti a Scuola, non esita a definire «storica».

In questo caso ad essere condannato in solido è stato il Ministero della Pubblica Istruzione che dovrà risarcire con 6.000 euro Alessia, bambina con disabilità che frequenta la seconda elementare all’Istituto Don Bosco, nel primo Circolo Didattico di Portici (Napoli), per non averle affiancato un insegnante di sostegno per un numero adeguato di ore, sin dall’inizio dell’anno scolastico, per aver cioè compromesso la sua vita scolastica, sia sotto il profilo dell’apprendimento che sotto quello del rapporto con gli altri bambini.

Se la legge prevede dunque il diritto all’istruzione e all’integrazione degli alunni con disabilità, il Ministero è stato inadempiente e dovrà pagare, insieme al CSA (Centro Servizi Amministrativi) di Napoli e al dirigente dell’istituto frequentato da Alessia.
«Si tratta – dichiara Nocchetti – di una sentenza che mostra inequivocabilmente il drammatico ritardo delle politiche sull’integrazione scolastica. Ancora una volta, infatti, è la magistratura a dover supplire alle inefficienze, alle omissioni e ai ritardi della classe politica locale e nazionale».

La Sentenza, firmata dal presidente della Terza Sezione del Tribunale di Napoli, Giovanni Tedesco, giunge dopo numerosi ricorsi (tutti vinti) con i quali i genitori dei bambini con disabilità avevano chiesto che l’insegnante di sostegno venisse assegnato per un numero maggiore di ore rispetto alle poche concesse all’inizio dell’anno scolastico, per risparmiare sulle spese.
E dal momento che i giudici, imponendo di volta in volta al Ministero insegnanti di sostegno per più ore, fino a coprire tutta la durata della permanenza dei bimbi a scuola, parlavano in tutte le sentenze di «danni arrecati ai minori con disabilità», l’Associazione Tutti a Scuola ha deciso di procedere con le richieste di risarcimento.

E il provvedimento odierno apre senz’altro un nuovo fronte nella contrapposizione tra le famiglie e l’amministrazione della scuola, costituendo un precedente che non resterà certo isolato.
«Appare infatti evidente – si legge nel dispositivo della Sentenza – che il ritardo nell’attribuzione del sostegno scolastico per l’intero orario ha inciso negativamente sia sul profilo di apprendimento del minore che sul rapporto con gli altri (e in particolare con gli alunni frequentanti la stessa classe), collocandolo in posizione di partenza svantaggiosa. Tale pregiudizio può essere liquidato in complessivi 6.000 euro [grassetto nostro, N.d.R.]».
(S.B.)

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