Non la debolezza, ma la capacità di vivere con gli altri

di Tomaso Salviati
È quanto vuole mettere in evidenza l'innovativo e ambizioso progetto denominato "Durante voi, vado a Vivere da solo", presentato qualche giorno fa dal Comune di Roma, che vuole appunto porre le persone con disabilità nella condizione di poter affrontare, qualora lo scelgano, un percorso di autonomia e nel momento che esse riterranno più opportuno

Persona con disabilità che esce da un labirintoEvitare di affrontare il cosiddetto “Dopo di noi” in situazioni di emergenza e porre le persone con disabilità nella condizione di poter affrontare, qualora lo scelgano, un percorso di autonomia e far sì che questo avvenga quando lo riterranno più opportuno.
Questo l’obiettivo principale del Progetto Durante voi, vado a Vivere da solo, percorso di autonomia per ragazzi con problemi cognitivi lievi e gravi, presentato qualche giorno fa a Roma, nel corso di un incontro organizzato da Ileana Argentin, consigliere delegato per le Politiche dell’Handicap e Salute Mentale del Comune di Roma, cui erano presenti anche Ilaria Ceccarelli, delegato alle Politiche Sociali del XIX Municipio di Roma, Alberto Zuliani, presidente della Fondazione Dopo di Noi e Fausto Giancaterina, responsabile del Servizio Handicap e del Servizio di Salute Mentale del Comune capitolino, insieme a numerose realtà del settore, tra cooperative e associazioni operanti nell’ambito della disabilità e della salute mentale.

L’iniziativa, nata da un’idea delle stesse Argentin e Ceccarelli, evidenzia senz’altro la sensibilita acquisita negli anni più recenti dal Comune di Roma, rispetto alle problematiche concernenti le questioni del “durante” e del “dopo di noi”, in riferimento alla disabilità, sia fisica che intellettiva.
Tale progetto parte dalla necessità di rivedere i princìpi stessi su cui si fonda l’esperienza del “Dopo di noi”, nonostante gli ottimi risultati ottenuti nella capitale in termini di quantità e qualità. Il “Durante noi” riconosce in pratica alla persona con disabilità, non la sua debolezza, ma la sua capacità di vivere con gli altri.
Oggi accade che il momento in cui vengono a mancare le figure materne e paterne spesso corrisponde ad un’età adulta della persona con disabilità e non è facile affrontare un cambiamento repentino e invasivo come la residenzialità, ovvero essere inseriti all’interno di strutture con persone sconosciute, in un momento che coincide con la perdita dei propri cari.
In questi anni il Comune di Roma si è impegnato, attraverso progetti e risorse, nell’edificazione e nella promozione di esperienze del “Dopo di noi”, concepite in situazioni di emergenza e quasi esclusivamente rivolte a persone con disabilità mentale lieve o grave, seguendo un preciso iter burocratico: la ASL segnala il caso e la patologia, il Comune assegna e realizza un percorso personalizzato per l’inserimento.
E tuttavia ad oggi è indispensabile cambiare il modo stesso di vedere la disabilità perché, fortunatamente, sono cambiati l’aspetto sociale e la qualità della vita di quanti sono coinvolti in queste problematiche.

Tornando all’idea centrale di Durante voi, vado a Vivere da solo, essa ruota attorno al presupposto che la persona con disabilità nel suo percorso verso l’autonomia e l’autodeterminazione non debba essere lasciata sola, ma accompagnata attraverso gruppi familiari, anche informali.
Le case fatte fino ad ora sono composte invece da persone che non si conoscono e non si sono mai conosciute prima. Si dovrà quindi partire prima dal territorio, creando gruppi informali di “famiglie” e associazioni che nel tempo consolideranno un rapporto e a quel punto partiranno percorsi di autonomia all’interno dei quali i ragazzi con disabilità in prima persona decideranno se andare a vivere da soli e quando farlo.

«Il progetto, ambizioso in ogni sua parte – sottolinea Ileana Argentin – deve necessariamente prevedere la partecipazione anche dell’ASL di riferimento, per una presa in carico sociosanitaria dell’utente, dall’inizio alla fine della vita, prescindendo dalla famiglia».
E tutto ciò sarà possibile se ogni soggetto coinvolto – dalla ASL alla famiglia, fino ai servizi e alle associazioni di settore – concorderanno sull’uso delle risorse.
Nel concreto, per dar vita al progetto verranno promossi nei prossimi mesi incontri operativi rivolti ad amministratori, associazioni, delegati politici e cooperative, allo scopo di dare inizio a un nuovo ciclo di interventi per l’autonomia delle persone con disabilità.

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