«Desidero informare tutti i cittadini disabili e non – scrive nel suo sito e ci segnala Luca Faccio – che dal tardo pomeriggio di giovedì 14 settembre 2007 Trenitalia ha inviato una circolare dove si invitano le Sale Blu a non accettare più nessuna richiesta di assistenza da parte dei clienti disabili se i treni non sono dotati di una carrozza idonea che permetta alla sedia a rotelle e alla persona tramite dei blocchi (cinture di sicurezza e non solo) di sentirsi sicura durante il percorso [grassetti nostri in questa e nelle citazioni successive, N.d.R.]».
A questo punto lo stesso Faccio – che nel proprio sito racconta alcune difficili e recenti esperienze personali di viaggio in treno (Un viaggio in treno considerato “a norma” per i disabili, del 26 agosto 2007 e Io in sedia a rotelle sul treno. Incastrato fra i sedili, lettera ripresa dall’«Unità» del 12 settembre 2007) – ha contattato subito Vincenzo Saccà, direttore della Vendita e Assistenza di Trenitalia, inviandogli poi il seguente messaggio: «Le scrivo per avere un chiarimento sui criteri di intervento per cercare di risolvere i disagi che crea l’inderogabile divieto di far viaggiare le persone disabili su treni non idonei attraverso la circolare inviata il 14/9/2007 a tutte le Sale Blu presenti sul territorio nazionale. Da come lei mi ha spiegato Trenitalia non può assumersi la responsabilità se una persona disabile deve viaggiare su treni sprovvisti di carrozza idonea che consente di mettere in sicurezza la sedia a rotelle del cliente o mi sbaglio? Vista la sua disponibilità personale e di Trenitalia nel risolvere alcuni casi anche da me segnalati, mi chiedo se la risoluzione di tali casi è stata possibile per la sostituzione del materiale ferroviario o per altri motivi, e se sì, quali? Laddove dunque non sia possibile trovare alcuna soluzione per far viaggiare in tutta sicurezza, i disabili restano a terra?».
Rapida è giunta la risposta di Saccà: «Abbiamo risolto sempre tutti i casi locali che si sono presentati, con soluzioni organizzative che hanno considerato anche la sostituzione del materiale con materiale idoneo, ferme restando le disposizioni generali che hanno l’obiettivo primario di far viaggiare in treno il cliente disabile in condizioni di sicurezza. Trenitalia, nel corso del 2006, ha effettuato 145.878 servizi di trasporto di clienti disabili e nel 2007, sino a luglio, 82.998».
Al di là comunque delle cifre snocciolate dal funzionario di Trenitalia, secondo Luca Faccio il disagio resta, ed è notevole, «per chi deve recarsi al lavoro, all’Università ecc. In effetti, quando è possibile, Trenitalia cerca di risolvere i disagi legati a casi singoli e per questo riconosco l’impegno e li ringrazio, ma ogni cittadino ha il diritto di potersi spostare liberamente quando, quanto e come vuole o mi sbaglio?».
In conclusione a Faccio preme precisare che egli, con questa sua azione, non intende semplicemente denunciare un problema reale riguardante le ferrovie italiane, ma anche rendere più visibile l’iniziativa Divieto d’accesso ai mezzi pubblici per disabili, da lui stesso lanciata, allo scopo di evidenziare nel modo più accurato possibile – e con la collaborazione di tutti – le numerose difficoltà che quotidianamente continuano ad incontrare le persone con disabilità su treni, aerei, autobus, metropolitane e altri mezzi pubblici, per poi proporre le migliori soluzioni possibili agli organi competenti del nostro Paese.
(S.B.)
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