Caro Ministro, apprendiamo con interesse le sue proposte sulle emergenze sociali [vedi l’intervista Fondo per la non autosufficienza e osservatorio sulla disabilità: le proposte del Ministro Ferrero, pubblicata da SuperAbile.it, N.d.R.], che ben si coniugano con gli argomenti che il Coordinamento Nazionale per la Vita Indipendente vuole affrontare nelle tre giornate di Conferenza, previste a Roma dal 4 al 6 ottobre.
Principalmente ci interessa capire in che modo il Fondo per la Non Autosufficienza possa essere una risposta alle istanze delle persone con disabilità gravi non autosufficienti, in modo da garantire loro la Vita Indipendente.
Il movimento storicamente sostiene la necessità di avere un’apertura di credito verso i finanziamenti diretti alla gestione di progetti individuali finalizzati alla propria assistenza, vedendo riconosciuti alcuni diritti umani fondamentali quali: da chi essere assistiti, come essere assistiti, dove essere assistiti e quando essere assistiti.
Molte persone con disabilità grave totalmente non autosufficienti hanno da tempo investito tutte le proprie energie per poter vivere nella loro normalità (cioè la condizione di non autosufficienza), organizzandosi con progetti individuali mirati alle loro esigenze e riuscendo a rimanere nell’abitazione prescelta, anche vivendo da soli. Attraverso i finanziamenti della Legge 162/98, si sono costruiti percorsi di qualità che hanno consentito a molti di loro di vivere la vita sociale, spostandosi dal luogo di residenza, attraverso i propri assistenti personali.
Ora è necessario – se si vuole dare un segnale di discontinuità alla logica del vestito uguale per tutti – superare il metodo della parcellizzazione degli interventi e andare compiutamente incontro ai principi di personalizzazione e flessibilità sanciti dalla Legge 328/2000. L’assistenza personale autogestita è una risposta in questo senso.
Un’altra apertura di credito strettamente legata all’assistenza personale è il riconoscimento della possibilità di realizzare i servizi di contorno all’assistenza personale stessa, quali l’istituzione di Centri per la Vita Indipendente gestiti direttamente dalle persone disabili, agenzie dirette soltanto da persone con disabilità, che erogano servizi essenziali per la Vita Indipendente: consigli pratici e legali, sostegni per trovare finanziamenti e assistenti personali, servizi per la mobilità, consulenza sugli ausili e l’accessibilità e così via.
In questo senso l’associazionismo organizzato delle persone con disabilità, portatrici di esperienza e saperi, può svolgere un ruolo importante nello sviluppo e nella promozione delle responsabilità individuali, familiari, oltre che nel trasferimento delle esperienze positive vissute in prima persona (buone pratiche), nell’aiuto della gestione del proprio progetto individuale, nella gestione di albi di assistenti.
L’altra emergenza da lei segnalata e da noi condivisa è l’impoverimento della popolazione. Questo aspetto riguarda in maniera non secondaria le persone con disabilità gravissima non autosufficienti, soprattutto quando la loro capacità di produzione del reddito è particolarmente difficile.
Sul fronte del recupero del potere di acquisto (sussistenza) le persone con disabilità grave sono state fortemente penalizzate. Infatti, in qualità di incapienti [chi non dichiara reddito, N.d.R.], coloro che non lavorano si sono visti esclusi dai provvedimenti fiscali, in quanto non soggetti ad imposta. In qualità invece di pensionati, nessuno di loro ha beneficiato dei provvedimenti per la perequazione delle pensioni, che hanno escluso tutte le persone con disabilità di età inferiore ai sessantacinque anni.
Le richieste avanzate in questi anni anche dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) sottolineavano la necessità di parificare la pensione di invalidità a quella sociale comprensiva di maggiorazione, cioè il milione di lire che il governo Berlusconi ha escluso per le persone sotto i sessant’anni.
Ci auguriamo almeno che vengano immediatamente comprese le ragioni economiche di coloro che si trovano in condizione di inabilità totale con indennità di accompagnamento e che non lavorano, innalzando la pensione di invalidità ai 560 euro circa mensili previsti per gli altri pensionati ed equiparando le indennità di accompagnamento fra invalidi civili e ciechi. Si tratterebbe di un gesto di equità sociale.
Riguardo infine all’osservatorio sulla disabilità, cogliamo con soddisfazione l’idea di realizzare azioni di sistema che consentano stabilità di dialogo e collaborazione fra l’associazionismo e gli organi di governo nazionale, garantendo la partecipazione all’azione politica attraverso forme e strumenti da definire meglio in sede tecnica. Siamo certi di garantire il sostegno all’azione del Ministero e del Governo rispetto ai temi proposti, la ringraziamo per l’attenzione mostrata al nostro movimento e la attendiamo alla Conferenza Nazionale che si terrà tra pochi giorni.
*Coordinamento Nazionale per la Vita Indipendente.
Il programma e il dépliant ufficiali dei lavori sono disponibili cliccando rispettivamente qui e qui.
Per ogni altra informazione:
Segreteria Organizzativa, presso AVI Roma
(riferimento: Stefania Palombi), tel. 06 88544572, fax 06 45434734
agvitaindipendente@libero.it – stefania_palombi@yahoo.it.
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