Anche l’associazione nazionale in difesa dei consumatori Generazione Attiva si è interessata nella persona del suo presidente Andrea D’Ambra al problema del contrassegno europeo per persone con disabilità e lo ha fatto concretamente, scrivendo alla Comunità Europea di Bruxelles per chiedere chiarificazioni in merito.
Si tratta – come molti dei nostri lettori ormai sapranno – di un’annosa questione da noi già più volte trattata (e anche recentemente, nell’articolo intitolato E all’estero i disabili continuano a rischiare la multa!, disponibile cliccando qui).
In sostanza le norme italiane sulla privacy, e nello specifico il Codice in materia di protezione dei dati personali (Decreto Legislativo 196/2003, articolo 74, comma 1), stabiliscono che «i contrassegni rilasciati a qualunque titolo per la circolazione e la sosta di veicoli a servizio di persone invalide, ovvero per il transito e la sosta in zone a traffico limitato, e che devono essere esposti su veicoli», devono contenere «i soli dati indispensabili ad individuare l’autorizzazione rilasciata e senza l’apposizione di simboli o diciture dai quali può desumersi la speciale natura dell’autorizzazione per effetto della sola visione del contrassegno».
Tutto ciò entra dunque in conflitto con il Contrassegno Europeo per Disabili (Parking Card for People with Disabilities), emanato con la Raccomandazione del Consiglio Europeo n. 98/376/CE del 4 giugno 1998, che permette a tutti i cittadini della Comunità di usufruire in ogni Paese delle facilitazioni ivi previste.
Questo, naturalmente, comporta una serie di limitazioni ai cittadini italiani che si muovano negli Stati dell’Unione Europea.
Ebbene, in tempi rapidi la Comunità Europea ha risposto sinteticamente a Generazione Attiva, affermando che «la Raccomandazione Europea n. 98/376/CE è un invito e non una direttiva, rivolto agli Stati membri della Comunità Europea».
Fermo restando, quindi, «che i disabili che si recano all’estero sono passibili di contravvenzione, la soluzione del problema spetta al Governo Italiano».
«A questo punto ho deciso – dichiara Luca Faccio, che sulla questione sta conducendo una battaglia da lungo tempo, anche sulle colonne del nostro sito – di creare una campagna informativa utilizzando i mezzi di informazione affinché l’opinione pubblica venga a conoscenza di tale situazione».
«Chiedo inoltre – continua Faccio – la collaborazione di tutti per segnalarmi se nel proprio Comune sia stato abolito o meno il simbolo arancione con la carrozzina, presente sul permesso di parcheggio rilasciato dal Comune stesso. Ho intenzione infatti di monitorare le varie regioni d’Italia, per capire appunto quali Comuni abbiano abolito tale simbolo». (S.B.)
– Privacy o libertà di muoversi?
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– Ancora in conflitto la privacy e la libertà di muoversi
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– E all’estero i disabili continuano a rischiare la multa!
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Il blog di Luca Faccio è all’indirizzo www.lucafaccio.it.
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