«Il Garante è particolarmente sensibile alla materia e segue con attenzione i processi di revisione normativa riguardante i contenuti del contrassegno per i disabili, in relazione al modello comunitario uniforme di contrassegno, previsto dalla Raccomandazione 98/376/CE. In particolare, da ultimo, com’è noto, il disegno di legge c.d. Nicolais [n. 1859, N.d.R.] presentato nel corso della XV Legislatura prevedeva, appunto, una modifica all’attuale testo dell’articolo 74 del Codice in materia di protezione dei dati personali (d.lg. 30 giugno 2003, n. 196) nel senso di vietare soltanto l’apposizione, nei contrassegni rilasciati a servizio di persone invalide, delle diciture dalle quali può individuarsi la persona fisica interessata, e non anche dei simboli (art. 20, disegno di legge n. 1859) [grassetti redazionali, N.d.R.]».
Questa la risposta giunta a Luca Faccio da parte del Garante per la Protezione dei Dati Personali, in riferimento all’ormai annosa questione da noi più volte trattata, per la quale è ancora impossibile alle persone con disabilità italiane adottare il contrassegno europeo per la circolazione e la sosta dei veicoli.
Ma cediamo la parola allo stesso Luca Faccio – figura già ben nota ai lettori di Superando.it per le battaglie che conduce in ambito di mobilità delle persone con disabilità – il quale cerca di riassumere gli ultimi passaggi.
«Il contrassegno arancione – spiega Faccio – attualmente in vigore ha solo validità nazionale, ciò che implica che una persona italiana con disabilità in un altro Paese dell’Unione Europea rischia la contravvenzione, in quanto il nostro tagliando non è a norma con la Raccomandazione 98/376/CE, dove, fin dal 1998 si invitava l’Italia ad adottare quello a norma».
«L’Italia, però – continua Faccio – non può recepire tale permesso per un’incongruenza di carattere legislativo legata al Codice in materia di protezione dei dati personali, o Legge sulla Privacy, con particolare riferimento all’articolo 74, comma 1 del Decreto Legislativo 196/03, che impedisce l’esposizione dei dati personali o di simboli che identifichino una condizione fisica particolare. Ora alcuni Comuni italiani stanno togliendo il simbolo della sedia a rotelle per aderire alla legge sulla privacy (mentre altri lo rimettono, come quello di Pesaro), ma questo crea parecchi disagi perché le autorità competenti al controllo non distinguono più la tipologia del tagliando e di conseguenza i possessori di tali cartellini ricevono delle contravvenzioni».
Nelle scorse settimane Faccio si era anche rivolto – in collaborazione con l’associazione nazionale in difesa dei consumatori Generazione Attiva – a Pier Virgilio Dastoli, direttore della rappresentanza in Italia della Commissione Europea, ottenendo una sintetica ma chiara risposta, secondo la quale «la Raccomandazione Europea n. 98/376/CE è un invito e non una direttiva, rivolto agli Stati membri della Comunità Europea. Fermo restando, quindi, che i disabili che si recano all’estero sono passibili di contravvenzione, la soluzione del problema spetta al Governo Italiano».
Quando la situazione, dunque, sembrava ad un passo dall’essere risolta, con il Disegno di Legge Nicolais n. 1859 – citato dallo stesso Garante – che avrebbe potuto portare ad un passaggio decisivo, la caduta del Governo Prodi e le successive elezioni anticipate hanno di nuovo ingarbugliato la matassa, in attesa della formazione del nuovo Esecutivo, che non necessariamente, però, riprenderà il provvedimento di cui si è parlato.
Non resta perciò che attendere ancora, mentre Luca Faccio, dal canto suo, continua con la sua azione di monitoraggio, chiedendo nel suo blog a tutti i cittadini – messaggio che ben volentieri riprendiamo anche noi – di segnalare eventuali contravvenzioni legate al mancato riconoscimento del contrassegno arancione. (S.B.)
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– E all’estero i disabili continuano a rischiare la multa!
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– Deve risolverla il Governo Italiano la questione dei contrassegni!
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Il blog di Luca Faccio è all’indirizzo www.lucafaccio.it.
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