Sta arrivando l’era dei robot per il gioco e l’assistenza domiciliare

Sono stati presentati a Bologna - nel corso della recente mostra-convegno HANDImatica 2008 - due progetti di ricerca internazionali centrati sulla robotica che vedono tra i promotori anche alcuni studiosi italiani. Da una parte si lavora per produrre dei robot che consentano ai bambini con disabilità di giocare in autonomia, dall'altra si studiano applicazioni per l'assistenza domiciliare alle persone anziane

Sperimentazioni con Twendy-One, robot realizzato in Giappone, per supportare le persone con disabilità e quelle anzianeRobot per permettere ai bambini con disabilità di giocare, divertendosi e imparando, sistemi automatizzati per assistere le persone anziane, tenendo sotto controllo il loro stato di salute.
Sono due dei progetti di ricerca internazionale presentati qualche settimana fa nel corso di HANDImatica 2008, la mostra-convegno sulle tecnologie per la disabilità, organizzata a Bologna dalla Fondazione ASPHI (Avviamento e Sviluppo di Progetti per ridurre l’Handicap mediante l’Informatica), della quale si può leggere nel nostro sito il resoconto conclusivo, disponibile cliccando qui.

«Non dobbiamo dimenticare che un bambino disabile è un bambino che ha anche voglia di giocare e di divertirsi», ha dichiarato durante il seminario intitolato La robotica e le persone con disabilità Serenella Besio, docente di Pedagogia e Didattica Speciale presso l’Università della Valle d’Aosta, uno degli otto istituti europei coinvolti nel progetto di ricerca Iromec (Interactive Robotic Social Mediators as Companions).
Promosso dalla Commissione Europea, Iromec ha l’obiettivo di realizzare sistemi robotici interattivi in grado di rispondere all’esigenza dei bambini con gravi disabilità motorie e cognitive di poter giocare in autonomia e di conseguenza – attraverso il gioco – apprendere, crescere, divertirsi e uscire dall’isolamento sociale.

«Il gioco – ha affermato ancora Besio – ha una funzione fondamentale per la crescita armoniosa dei bambini, per lo sviluppo delle loro capacità cognitive e relazionali. Con questo consorzio di ricerca stiamo sperimentando sistemi di robotica che consentano ai bambini con disabilità motorie di giocare con le costruzioni attraverso l’intervento di bracci robotici. Invece, per i bambini con difficoltà relazionali, quelli autistici ad esempio, stiamo sviluppando robot interattivi che siano non solo mediatori di gioco, ma mediatori sociali, che possano stimolarne l’emotività senza spaventarli, ma anzi invogliandoli a relazionarsi con gli altri».

Il logo del Progetto Iromec, destinato al gioco dei bambini con disabilitàPer la prima volta presente in modo sistematico a HANDimatica 2008, la robotica ha trovato nuove applicazioni anche nell’assistenza domiciliare agli anziani. Così la pensa Riccardo Rasconi dell’Istituto di Scienze e Tecnologie del CNR di Roma, che a Bologna ha presentato RoboCare, un altro progetto di ricerca internazionale finalizzato a sviluppare un ambiente intelligente al servizio degli anziani con deficit cognitivi.
«Il sistema – ha spiegato Rasconi – comprende una centralina di controllo programmabile, telecamere che riconoscono la presenza dell’anziano, un robot interattivo in grado di muoversi negli spazi e di parlare. RoboCare monitora l’esecuzione di attività programmate quali l’assunzione di medicinali in determinati momenti e interviene in caso di dimenticanze».

RoboCare può anche essere interpellato direttamente dalla persona anziana (per l’esecuzione di azioni semplici) e intervenire in caso di emergenza. «Le telecamere captano l’utente sdraiato per terra – ha aggiunto infatti Rasconi – e mettono in azione il robot, che se non riconosce una reazione dell’utente, fa partire una telefonata per l’intervento sanitario».
Il sistema è stato testato attraverso questionari a un gruppo di sessanta persone anziane, che ne hanno apprezzato l’utilità per la sicurezza personale, ma meno gli interventi non richiesti. «Soprattutto ci è stato chiesto qualcosa che sia utile non solo per la sicurezza personale, ma che aiuti a tenere allenato il cervello», ha concluso Rasconi. «Per questo nel 2008 abbiamo iniziato una nuova fase della ricerca, denominata CogGym». (Ufficio Stampa Agenda)

Per ulteriori informazioni:
Fondazione ASPHI, tel. 051 277825 – 823, handimatica@asphi.it.
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