Le famiglie nelle quali vi sono persone che soffrono gravi malattie e utilizzano apparecchi elettromedicali salvavita possono ottenere un bonus energia pari, per il 2008, a 150 euro l’anno [se ne legga, in questo sito, al testo disponibile cliccando qui, N.d.R.]. La scadenza per presentare la domanda era fissata al 28 febbraio 2009, prorogata al 31 marzo e poi prorogata ancora al 30 aprile.
Ottenere il bonus, però, si rivela una corsa a ostacoli. Intanto, è bene muoversi per tempo, come ho fatto io, ovvero alla metà-fine di febbraio. Si comincia, soltanto per chi è attrezzato tecnologicamente, con il visionare il sito del Comune – nel nostro caso quello di Roma -, pratica però senza esito perché non si ottiene alcuna informazione (silenzio sospetto); si prosegue telefonando al numero 060606 del Comune di Roma, ma l’operatore, preso alla sprovvista e dopo una certa attesa per verifiche interne, risponde che non ha alcun tipo di direttiva e rimanda alla società di distribuzione dell’energia.
Segnalo che la competenza in merito è dell’ente locale e allora rimanda la palla (con una certa soddisfazione) nel campo del Municipio di riferimento. Telefono al Municipio IV e la risposta è dilatoria; infatti, si stanno ancora predisponendo le procedure e non vi sono informazioni complete, per cui si dovrà richiamare dopo qualche settimana.
La preoccupazione cresce, visto che tra qualche settimana si sforano i termini. nel frattempo mi informo dagli amici del CAF che mi tranquillizzano: è intervenuta infatti una proroga e si stanno perfezionando le convenzioni con i Municipi. Sapendo allora a chi debbo consegnare la domanda, mi posso accingere a predisporre la documentazione.
Innanzitutto compilazione del modulo, scaricato dal sito dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas – sempre perché sono “tecnologico” – e acquisizione della certificazione ASL, oppure redazione di autocertificazione con allegata la comunicazione della società distributrice che attesta l’inserimento del Piano di Emergenza per la Sicurezza del Sistema Elettrico (PESSE).
Scelgo ingenuamente la seconda strada, solo apparentemente più agevole, in quanto sono tra gli utenti “protetti” già inseriti nel PESSE. Telefono quindi al numero della società di distribuzione dell’energia (ACEA), dedicato agli utenti non interrompibili perché utilizzatori di apparecchi elettromedicali, per avere la comunicazione scritta: la richiesta, però, non è di loro competenza e così rimandano al numero verde del servizio commerciale.
Telefonata successiva al servizio commerciale, l’operatore rimanda alla funzione dello stesso numero dedicato agli utenti PESSE. Altra telefonata: in un primo momento affermano che non effettuano alcuna formalizzazione per iscritto dell’inserimento in tale elenco.
A quel punto divento “elettrico” e stanco di essere trattato come la pallina di un flipper, ho uno scatto di reni e al mio interlocutore si accende lo “special”: mi invita ad inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno ad ACEA Distribuzione (del resto è l’unica possibilità, non si può andare allo sportello…).
Nel frattempo scopro – grazie agli amici che trattano con l’Autorità per l’Energia – che esistono due elenchi PESSE: quello dei non interrompibili e quello degli interrompibili con preavviso. Per questi secondi non basterebbe l’autocertificazione, ma servirebbe comunque la certificazione ASL…
Stremato, desisto e passo all’altra opzione, affronterò cioè, con “l’energia rimasta”, la ASL di competenza, perché mi offre maggiori garanzie e mi richiede meno tempo per la risposta. ma subito il dubbio mi assale: quale sarà l’ufficio cui chiedere la certificazione? Il Servizio Minori che ci certifica tutte le richieste relative alle apparecchiature in uso e al materiale in consumo, il Servizio di Assistenza Domiciliare che gestisce appunto l’assistenza oppure il Servizio Protesi e Ausili che ci fornisce le apparecchiature e i materiali di consumo?
Chiamo un amico che lavora alla ASL e mi orienta sul Servizio di Assistenza Domiciliare (ormai con i funzionari ho rapporti amichevoli). E in effetti mi inviano subito via fax la certificazione che mi serve.
Ora che credo di avere completato la domanda, aspetto che il Municipio del Comune di Roma (non un piccolo Comune, dunque…) si attrezzi oppure concluda, si spera velocemente, la convenzione con il CAF.
Beffa finale (spostata la linea di partenza!): il sindaco Alemanno a fine febbraio dichiara che la capitale è stata uno dei primi Comuni ad aderire al progetto del bonus elettrico che si basa sulla rete Ancitel, alla quale sono collegati per ora 5.600 Comuni su 8.103 e 120 distributori di energia. La richiesta di bonus potrà essere presentata agli uffici del Comune a partire dal 16 marzo e fino al 30 aprile (la proroga è intervenuta!).
A questo punto faccio alcune riflessioni “a metà gara”: burocrazia inutile e sistema di informazione scadente, che si spera legato al solo avvio – per altro molto lento, visto che il Decreto Interministeriale è del dicembre 2007 e la Delibera dell’Autorità dell’agosto 2008 – e che fa temere che vi saranno altre proroghe.
Oltre poi alle carenze del Comune, le aziende distributrici dell’energia non hanno ancora informato nessuno né hanno inviato la comunicazione dell’inserimento nel PESSE, mentre secondo la normativa dovrebbero farlo e per il futuro (se proprio serve) basterebbe riportare in bolletta che si è in un’utenza protetta.
*Testo apparso in «Conquiste del Lavoro», quotidiano della CISL e qui ripreso per gentile concessione.
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