«Ho letto con attenzione – scrive ai funzionari del Ministero della Pubblica Istruzione Salvatore Nocera, vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e responsabile dell’Osservatorio Scolastico della stessa – i dati ufficiali da Voi diffusi riguardo alla percentuale di alunni con disabilità rispetto al numero dei compagni senza disabilità, nelle tabelle consegnateci durante l’ultima riunione della Consulta [la Consulta delle Associazioni dell’Osservatorio Permanente per l’Integrazione Scolastica degli Alunni con Disabilità, N.d.R.], concernenti l’anno scolastico 2008-2009».
«Ebbene – sottolinea Nocera – mentre per la scuola dell’infanzia statale risulta che per ogni 100 alunni ne sono presenti 1,4 con disabilità, per la scuola primaria il rapporto cresce già a 2,6, arrivando, in quella secondaria di primo grado addirittura a 3,3. Per quanto poi riguarda i dati relativi alla scuola secondaria di secondo grado – pari alla percentuale di 1,7 – essi vanno analizzati con attenzione e realismo. Infatti, in questo caso non bisogna rapportare gli alunni con disabilità a tutti quelli che frequentano tale ordine di scuole, bensì alle scuole dove essi sono iscritti per la quasi totalità, vale a dire gli istituti professionali. Qui, infatti, il rapporto salirebbe quasi certamente assai oltre il 5%».
«Tutto ciò significa semplicemente – continua il vicepresidente della FISH – che considerando mediante classi da 25 alunni, nella scuola secondaria di primo e secondo grado (in quest’ultimo caso negli istituti professionali, come detto) è mediamente presente più di un alunno con disabilità per classe e questo produrrà certamente classi in cui il numero degli alunni con disabilità sarà superiore alle 2 unità, un fatto assai preoccupante ai fini della qualità dell’integrazione scolastica».
«Si chiede pertanto – conclude Nocera – che già da prima della prossima riunione della Consulta delle Associazioni vengano individuate delle soluzioni che rendano eccezionale la presenza di due alunni con disabilità nella stessa classe, evitando altresì in ogni modo che siano più di due». (S.B.)
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