Quella legge funziona, servono però più controlli*

Risponde così Nina Daita, responsabile dell'Ufficio Politiche della Disabilità della CGIL al ministro Maurizio Sacconi, che nei giorni scorsi aveva dichiarato di voler cambiare la Legge 68/99, contenente le norme per il diritto al lavoro delle persone con disabilità, in quanto essa «non funzionerebbe». Non basta nemmeno, secondo Daita, aumentare le sanzioni alle aziende, se appunto non si fanno più controlli

Persona in carrozzina al lavoro«Non basta aumentare le sanzioni alle aziende che non assumono disabili se non si fanno più controlli». Secondo Nina Daita, responsabile dell’Ufficio Politiche della Disabilità di CGIL, «è la scarsa vigilanza e la mancanza di ispezioni a non far funzionare la normativa sul collocamento obbligatorio, non certo la legge in sé». Oggi «non è poi così conveniente, per un’impresa, pagare la multa: sono 52 euro per ogni lavoratore disabile “non assunto”, per ogni giorno di scopertura», spiega Daita.
Non è quindi solo una questione di sistema coercitivo, che pure «è necessario non solo per ottenere giustizia sociale, ma anche per creare cultura: si sa che quello che non funziona in Italia non è tanto il sistema legislativo, ma proprio il sistema di controllo sul rispetto delle norme vigenti».
In Inghilterra, ad esempio, «dove manca la sanzione pecuniaria, è il datore di lavoro che deve dimostrare di non avere attuato una politica discriminatoria nei confronti delle persone con disabilità, altrimenti rischia di ricadere nel penale», dichiara ancora la responsabile dell’Ufficio Politiche della Disabilità di CGIL.

Per quanto poi riguarda la proposta del ministro del Welfare Maurizio Sacconi di cambiare la già citata Legge 68/99 sull’inserimento lavorativo delle persone con disabilità – idea accennata qualche giorno fa in occasione della presentazione a Roma del Libro Bianco su accessibilità e mobilità urbana. Linee Guida per gli Enti Locali [se ne legga in questo sito cliccando qui, N.d.R.] – Nina Daita si è dimostrata molto contrariata. «Sarebbe meglio infatti che rispetto alla Legge 68/99 il Governo ne attuasse innanzitutto l’articolo 12-bis, in materia di convenzioni di programma – che stabiliscono modalità e tempi dell’assunzione dei disabili – piuttosto che modificare una normativa che funziona e che tutta l’Europa ci ha copiato», continua Daita, accennando a quella parte della legge che dà diritto agli incentivi per quelle aziende che assumono «persone con un handicap abbastanza grave».
E se per Sacconi la legge per l’inserimento al lavoro dei disabili «non funziona», per la rappresentante della CGIL «l’ultima relazione al Parlamento sullo stato di attuazione di tale norma dimostra proprio il contrario: nel 2007, infatti, sono stati avviati al lavoro oltre 31.500 disabili», vale a dire circa 4.000 persone in più rispetto al 2006.

*Testo pubblicato da «Redattore Sociale» con il titolo Multe alle aziende che non assumono disabili: “Servono più controlli” e qui ripreso, con lievi adattamenti, per gentile concessione.

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