Non aveva usato mezzi termini Salvatore Petrucci, presidente provinciale a Napoli e vicepresidente nazionale dell’UNIVOC (Unione Nazionale Italiana Volontari Pro Ciechi), nella sua lettera aperta inviata all’assessore alle Politiche Sociali della Regione Campania Alfonsina De Felice, documento da noi ripreso (lo si legga nel testo intitolato Dura la vita, con il cane guida!, disponibile cliccando qui), ove aveva raccontato un mese e mezzo di “ordinarie” discriminazioni subite per il rifiuto del suo cane guida Ares in vari luoghi aperti al pubblico, nonostante le leggi siano dalla sua parte da ben trentacinque anni.
«Non posso pensare – ci aveva scritto Petrucci – di uscire di casa ogni mattina ed essere sempre pronto a denunciare tutti! Eppure è proprio quello che inizierò a fare sin dal prossimo rifuto».
La sua lettera all’assessore De Felice si concludeva così: «Ho deciso di scriverle perché se solo in un mese e mezzo mi è accaduto tutto questo, mi chiedo cosa mi aspetta, dato che in nessun caso rinuncerò all’autonomia che Ares mi ha regalato. A nome mio e di tutte le persone con disabilità che vivono queste umiliazioni – dovute per lo più all’ignoranza – e a nome della dignità che come disabili rivendichiamo, Le chiedo di intervenire con una circolare indirizzata a quegli esercizi pubblici o gestiti da privati, ai beni culturali, alle aziende dei trasporti pubblici ecc. affinché si eviti il ripetersi di episodi tanto spiacevoli e mortificanti per chi deve già combattere con le moltissime barriere di cui le nostre città sono piene».
Ebbene, la risposta non è mancata – ciò di cui va dato atto all’assessore regionale – la quale ha inviato una nota alle associazioni di categoria, a quelle di tutela delle persone con disabilità visiva e agli organi istituzionali competenti, nella quale chiede il rispetto delle leggi nazionali a difesa dei non vedenti, dopo gli ultimi eventi discriminatori a danno di chi è accompagnato da un cane guida.
«Finalmente – ha dichiarato De Felice – il Paese si è dato una legge per difendere gli animali, che prevede il carcere per chi li abbandona o li maltratta; e tuttavia molte volte chi vive con un compagno indispensabile per la quotidianità è ancora umiliato, malgrado vi siano da tempo norme che lo tutelino. I cani guida, infatti, sono da considerarsi un vero e proprio ausilio necessario a rendere possibile il superamento di alcune barriere che l’ambiente in cui viviamo, non essendo completamente accessibile, pone; è necessario, quindi, abbattere le “barriere mentali”, rimuovere quelle resistenze per cui le leggi non vengono applicate, o vengono applicate solo parzialmente». (S.B.)
Ricordiamo ancora una volta che addirittura dal 1974 (Legge 37) è riconosciuto «al privo della vista […] il diritto di accedere agli esercizi aperti al pubblico con il proprio cane guida», ciò che è stato confermato dalla successiva Legge 376/88.
La più recente Legge 60/06 ha stabilito poi che «i titolari degli esercizi […] che impediscano od ostacolino, direttamente o indirettamente, l’accesso ai privi di vista accompagnati dal proprio cane guida sono soggetti ad una sanzione amminstrativa pecuniaria consistente nel pagamento di una somma da euro 500 a euro 2.500».
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