Abbiamo raccontato nei giorni scorsi la spiacevole vicenda di cui è stata protagonista a Mira (Venezia) Graziella Zuccarato, presidente dell’UIC di Venezia (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), che si è vista chiedere di uscire da una gelateria per la presenza del suo cane guida (sull’accaduto e sulle successive scuse ricevute dal Comune di Mira, si legga cliccando qui e qui).
Ma altrettanto significativa – sull’ampiezza del problema e sul fatto che esso sia ancora tutt’altro che risolto – ci sembra la seguente lettera aperta inviata all’assessore alle Politiche Sociali della Regione Campania Alfonsina De Felice da parte di Salvatore Petrucci, presidente provinciale e vicepresidente nazionale dell’UNIVOC (Unione Nazionale Italiana Volontari Pro Ciechi), il quale, scrivendoci, dichiara anche di «non poter pensare di uscire di casa ogni mattina ed essere sempre pronto a denunciare tutti! Eppure è proprio quello che inizierò a fare sin dal prossimo rifuto». Ben volentieri, dunque, ne pubblichiamo la testimonianza.
«Gentile Assessora, l’ho ascoltata con piacere al convegno organizzato dall’UIC di Napoli sulla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità [ci si riferisce all’evento di Napoli del 27 giugno scorso da noi presentato con il testo disponibile cliccando qui, N.d.R.] e ho subito raccolto prontamente l’invito di segnalare le difficoltà inerenti alla propria condizione di disabilità sul suo blog.
Mi chiamo Salvatore Petrucci, attualmente vivo a Marano di Napoli, ma da settembre abiterò nel quartiere di Capodimonte. Sono non vedente totale e da circa due mesi mi sposto con il cane guida che ho avuto in affido dalla Scuola per Cani Guida per Ciechi di Scandicci della Regione Toscana. Precisamente mi è stato assegnato un bel labrador, di nome Ares, dopo che avevo seguito un corso di formazione di orientamento e mobilità e successivamente un ulteriore corso di due settimane per imparare a farmi guidare dall’animale.
Da quando vivo questa nuova condizione, ho finalmente riacquistato il piacere di passeggiare da solo con i miei pensieri, di recarmi ogni giorno, senza chiedere ad alcuno di accompagnarmi, all’associazione di cui mi occupo e nella quale ricopro la carica di presidente provinciale e di vicepresidente nazionale, vale a dire l’UNIVOC (Unione Nazionale Italiana Volontari Pro Ciechi), che ha sede nei locali dell’UIC di Napoli della quale è una vera e propria emanazione.
Ebbene, da quando mi sposto con Ares, ho incontrato serie difficoltà di accesso ad alcuni luoghi aperti al pubblico. Il primo impatto è stato a Castel dell’Ovo, dove insieme a mia moglie e ad Ares accompagnavamo due amici di Milano, anch’essi minorati della vista, che erano in visita a Napoli.
All’ingresso mi fermò l’addetto al controllo, vietandomi l’accesso e dovetti insistere molto per far capire che il mio era un cane guida per ciechi e che pertanto l’ingresso è previsto dalla legge. Dopo che il custode interpellò telefonicamente i superiori – che non sapevano come comportarsi – ci fecero ulteriormente attendere senza risposta e solo dopo un bel po’ di tempo e molte nostre sollecitazioni, ci autorizzarono ad entrare con tante scuse da parte dei responsabili.
L’episodio probabilmente più grave e mortificante mi è accaduto però il 28 giugno, quando insieme ad alcuni amici, mia moglie ed io decidemmo di portare Ares a passeggiare sul pontile dell’arenile di Bagnoli. Non ci aspettavamo che anche in un posto all’aperto ci fosse il divieto d’ingresso ai cani e ancora una volta fummo costretti a una lunga discussione con una signora addetta al controllo.
Dopo tante parole, venne chiamata una guardia giurata che si rifiutò anche di leggere il tesserino rilasciatomi dalla Scuola Cani Guida di Firenze, sul quale è menzionata la legge che autorizza i cani guida ad entrare in tutti i posti aperti al pubblico, citandone gli articoli. Varie telefonate, a destra e a manca, il tempo che passava e gli animi che si agitavano. Alla fine, dopo la mia minaccia di chiamare i Carabinieri, l’autorizzazione ad entrare arrivò, ma accompagnati dalla guardia giurata! A quel punto mi rifiutai energicamente e insieme al mio amico entrammo senza farci scortare da nessuno, minacciando ancora di fare intervenire i Carabinieri se ciò fosse accaduto. Riuscimmo così ad accedere tutti e cinque con l’appoggio di alcuni cittadini che si erano riuniti per “guardare lo spettacolo”!
Qualche giorno dopo mi sono recato – insieme alla vicepresidente dell’UNIVOC – al Banco di Napoli, Agenzia Cardarelli, dove l’associazione, tra l’altro, ha il proprio conto corrente. Alla vista del cane e dopo il solito battibecco con la guardia giurata, è uscito il direttore la cui presenza – anziché calmare gli animi, come pensavamo – ha peggiorato invece la situazione, perché è stato proprio lui a sostenere che il cane guida non avrebbe potuto entrare in alcun caso, anche perché avrebbe potuto essere pericoloso per gli altri clienti.
Non c’è stato modo di fargli capire che questi animali sono addestrati e non aggrediscono. Addirittura ha proposto in alternativa di fare uscire gli impiegati (!), convincendosi solo dopo aver visto la mia decisione ad entrare, con o senza la sua autorizzazione, affermando però che lo faceva “per cortesia personale”.
Una volta entrati ci ha vietato per altro di avvicinarci agli sportelli e ci ha fatto accomodare nel suo ufficio per assolvere le operazioni bancarie. Il tutto mettendo anche in discussione la mia stessa capacità d’intendere e di volere in quanto sosteneva “che non potevo firmare un documento di cui non conoscessi il contenuto”.
Non sto qui a dire come mi sono sentito e come avrei voluto reagire contro quel funzionario che a mio avviso dovrebbe semplicemente essere ammonito e invitato a porgermi pubbliche scuse.
Ma non finisce qui! Appena qualche giorno fa un tassista ha rifiutato di farmi salire sul suo mezzo con il mio cane e per fortuna un suo collega, dopo averlo rimproverato, si è offerto di accompagnarmi.
Egregia Assessora, ho deciso di scriverle perché se solo in un mese e mezzo mi è accaduto tutto questo, mi chiedo cosa mi aspetta, dato che in nessun caso rinuncerò all’autonomia che Ares mi ha regalato.
A nome mio e di tutte le persone con disabilità che vivono queste umiliazioni – dovute per lo più all’ignoranza – e a nome della dignità che come disabili rivendichiamo, Le chiedo di intervenire con una circolare indirizzata a quegli esercizi pubblici o gestiti da privati, ai beni culturali, alle aziende dei trasporti pubblici ecc. affinché si eviti il ripetersi di episodi tanto spiacevoli e mortificanti per chi deve già combattere con le moltissime barriere di cui le nostre città sono piene».
Vale senz’altro la pena ricordare ancora una volta che addirittura dal 1974 (Legge 37) «al privo della vista è riconosciuto […] il diritto di accedere agli esercizi aperti al pubblico con il proprio cane guida», ciò che è stato confermato dalla successiva Legge 376/88, mentre la più recente Legge 60/06 ha stabilito che «i titolari degli esercizi […] che impediscano od ostacolino, direttamente o indirettamente, l’accesso ai privi di vista accompagnati dal proprio cane guida sono soggetti ad una sanzione amminstrativa pecuniaria consistente nel pagamento di una somma da euro 500 a euro 2.500».