La nuova impresa di Gianfranco Corradini

Da molti anni cammina con una protesi transfemorale, ma ciò non gli ha impedito di rendersi protagonista di numerose importanti imprese alpinistiche, ultima delle quali - nell'agosto del 2007 - la scalata dell'Alpamayo, 5947 metri nelle Ande peruviane. Oggi Gianfranco Corradini va all'attacco del Monte Elbrus, la cima più alta della catena del Caucaso russo, ancora una volta utilizzando una protesi speciale, progettata e realizzata dal Centro Protesi INAIL di Vigorso di Budrio (Bologna)

Gianfranco Corradini (con il casco giallo) sulla vetta dell'Alpamayo, 5947 metri nelle Ande peruvianeDopo la scalata nel 2007 dell’Alpamayo – 5947 metri sulle Ande peruviane, cima nominata dall’Unesco come «la montagna più bella del mondo» – Gianfranco Corradini, atleta con protesi di arto inferiore, ci riprova con il Monte Elbrus, che con i suoi 5642 metri rappresenta la cima più alta della catena del Caucaso russo. La spedizione partirà il prossimo 10 settembre e in questa impresa Gianfranco sarà accompagnato da Roberto Daz, guida alpina e capostazione del Soccorso Alpino di Fondo (Trento), componente dell’elisoccorso, da Andrea Borghesi, capostazione del Soccorso Alpino di Cles (Trento) e da Stefano Pedranz, anch’egli del Soccorso Alpino di Fondo.
Si tratterà sicuramente di un’ascensione molto impegnativa, ma Gianfranco non è nuovo a imprese di questo genere. Come detto, infatti, nell’agosto del 2007 è stato il primo alpinista con disabilità a raggiungere la vetta dell’Alpamayo sulle Ande, utilizzando una speciale protesi per l’alpinismo, progettata e realizzata dal Centro Protesi INAIL di Vigorso di Budrio (Bologna).

Il Monte Elbrus – ai confini con la Georgia – rappresenta un altro importante tassello dell’esperienza di Gianfranco Corradini che dal 1977, dopo un incidente motociclistico, cammina con una protesi transfemorale. Gianfranco ha comunque continuato la sua attività sportiva, arricchendola di importanti esperienze legate alla montagna. Per sette volte, infatti, è stato campione italiano di sci di fondo e, come alpinista, ha ottenuto risultati straordinari, compiendo numerose ascensioni con l’ausilio di protesi o stampelle. Fra le più importanti, oltre all’Alpamayo, il Monte Bianco, le Punte Gnifetti, Bishorn e Burnaby nel Gruppo del Rosa, il Weissmies, il Grossglockner, il Piz Buin, il Cevedale, la Cima Ortles e il Gran Zebrù, il Palon de la Mar, il Monte Rosole e il San Matteo. Sempre con una protesi specifica, ha compiuto poi diverse ascensioni per le vie nord, arrampicando su pareti di ghiaccio e neve con pendenze che sfiorano il 70%, quali la Presanella, il Cristallo e la Marmolada.
Per affrontare la nuova impresa, Corradini ha svolto uno specifico programma di preparazione fisica, con quattro allenamenti settimanali composti da uscite in montagna e in bicicletta, sempre più impegnative, sia per la quota, sia per le progressioni su pareti di ghiaccio. La spedizione nel Caucaso durerà due settimane. (Simona Amadesi)

Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa Centro Protesi INAIL di Vigorso di Budrio (Bologna), tel. 051 6936243, s.amadesi@tin.it.
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