Esaminando un ricorso presentato da Gianluigi Pellegrino, legale del Movimento di Difesa del Cittadino, il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha emesso la Sentenza n. 8650/09 (depositata il 12 settembre scorso), con la quale viene sostanzialmente bocciata l’imposizione di alimentazione e idratazione, riconoscendo la necessità di rispettare la volontà del cittadino anche in stato vegetativo persistente.
Si scrive tra l’altro nella Sentenza: «Da tale premessa consegue che i pazienti in Stato Vegetativo Permanente, che non sono in grado di esprimere la propria volontà sulle cure loro praticate o da praticare e non devono, in ogni caso, essere discriminati rispetto agli altri pazienti in grado di esprimere il proprio consenso possano, nel caso in cui la loro volontà sia stata ricostruita, evitare la pratica di determinate cure mediche nei loro confronti».
Il provvedimento – assai complesso nel suo dispositivo – boccia di fatto, e nei limiti della propria competenza, il Disegno di Legge Calabrò sul cosiddetto “testamento biologico” (Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento, disponibile cliccando qui), approvato dal Senato il 26 marzo scorso e ancora in attesa di essere discusso alla Camera. Il TAR del Lazio evidenzia infatti il proprio parere, secondo il quale se si attuasse l’impossibilità di rifiutare quei trattamenti, si discriminerebbero le persone in stato vegetativo persistente che avessero espresso i loro convincimenti anticipatamente come rifiuto di tali trattamenti. Se ne ricava, tra l’altro, che la medesima Sentenza indica l’alimentazione e l’idratazione artificiale come terapie.
Come è facilmente immaginabile, molte e di segno opposto sono state (e saranno) le reazioni del mondo politico alla notizia della Sentenza. (Giorgio Genta – Federazione Italiana ABC – Associazione Bambini Cerebrolesi)
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