In occasione della recente Giornata Nazionale delle Persone con Sindrome di Down (se ne legga in questo sito cliccando qui), l’Agenzia Politiche per i Disabili del Comune di Parma ha organizzato il 10 ottobre un pomeriggio di festa per tutti presso La Casa nel Bosco del Parco di Marano, iniziativa aperta alle famiglie e a tutti coloro che hanno inteso coniugare socializzazione e approfondimento delle tematiche legate alle disabilità e alla sindrome di Down.
Alla manifestazione erano presenti tra gli altri anche Giovanni Paolo Bernini, assessore comunale all’Agenzia Politiche per i Disabili, Carlo Passeri dell’ANFFAS locale (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), Patrizia Ridella, presidente della Cooperativa Sociale La bula di Parma e Walter Antonini del CIP (Comitato Italiano Paralimpico), che hanno dialogato insieme sulle opportunità e le risorse che il Parmense offre alle persone con disabilità.
Com’è noto, è certamente fondamentale lavorare sul recupero delle competenze e delle abilità che possono compensare in buona parte la presenza di una disabilità intellettiva, portando la persona a raggiungere abilità operative anche di notevole complessità; è utile pertanto poter fornire ai ragazzi prima e agli adulti dopo tutta una serie di servizi che permettano loro di acquisire e di mantenere le competenze che li aiutano a integrarsi in modo completo. La maggior parte delle persone con sindrome di Down può raggiungere infatti un buon livello di autonomia personale, sociale e relazionale, imparando ad esempio l’utilizzo del mezzo pubblico, quello del denaro, e di tutti quegli strumenti che la vita oggi richiede.
«Abbiamo promosso questa iniziativa – ha dichiarato l’assessore Bernini – per rendere più consapevole la società, e in particolare le famiglie, che la speciale attenzione che sapranno porre alle tematiche della disabilità costituirà un valore aggiunto per tutti i cittadini, anche e soprattutto per i più piccoli. La vita delle famiglie con figli disabili è caratterizzata da una complessità di fonti di disagio, ma allo stesso tempo anche di esperienze positive, ragioni di conflitto e di appagamento e incertezze sul presente e il futuro del proprio figlio. Vogliamo essere al loro fianco per garantir loro le condizioni di benessere che auspicano». (S.B.)
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