Dopo sole ventiquattr’ore dalla pubblicazione della recensione in Superando [la si legga cliccando qui, N.d.R.] “fioccano” letteralmente le richieste per La scuola di Silvia. Quindici anni di guerra (tanta) e di pace (poca) con l’istituzione scolastica.
Da Cagliari, Milano, Cuneo, Roma, Genova, Trento, Bologna, la Spezia, Pistoia, Perugia, Vicenza, Torino, Savona, Reggio Emilia, Taranto (solo per citare i capoluoghi di Provincia), sono arrivate infatti richieste di copie di quel libriccino da parte di genitori, insegnanti e associazioni. Molte “famiglie con disabilità” si sono sentite chiamate in causa e rappresentate nelle storie “di guerra e di pace” con la scuola, quasi tutte “partigiane” di un percorso “come gli altri, assieme agli altri”, indipendentemente dalla gravità dei loro studenti con disabilità.
Un deciso rifiuto delle classi speciali, insomma, in qualsiasi forma esse vengano ripresentate, con la richiesta di una scuola per tutti e di tutti, inclusiva, più attrezzata, più aperta alle esigenze dei “gravissimi”: queste le idee dominanti tra i genitori.
E poi: non più studenti con disabilità che passano più tempo fuori dall’aula che in aula, non più gite di classe improponibili e vietate, non più scuole senza fondi per le problematiche della disabilità.
E ancora: più presa in carico collegiale tra tutti i docenti, più corsi di aggiornamento e soprattutto più umanità.
Niente di nuovo, forse, rispetto a quanto mille volte detto e scritto anche con linguaggi ufficiali dalle nostre associazioni, ma è bello verificare che è l’espressione di un pensiero comune e condiviso da moltissime famiglie e studenti con disabilità.
*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).
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