Passa ora anche per un libro la testimonianza e la protesta di Alessandra Incoronato, che Superando segue sin dagli inizi, circa un anno fa, quando cioè il 25 maggio del 2009, la stessa Alessandra – persona affetta da amiotrofia spinale, che a suo tempo ci aveva rilasciato una lunga intervista (si legga il testo cliccando qui) – aveva iniziato uno sciopero della fame, che aveva portato anche a gravi ripercussioni per la sua salute. Una protesta continuata per lunghi mesi, diventata via via un semisciopero della fame, che recentemente l’aveva anche ricondotta davanti a Palazzo Montecitorio di Roma, sede della Camera dei Deputati, dove tutto era incominciato (se ne legga cliccando qui).
«Basta chiamarci “categorie protette”, con 254 euro al mese di pensione! Basta lasciarci morire lentamente nella solitudine! Chiedo un impegno scritto dal mondo della politica, altrimenti la mia protesta continuerà!». Questo il messaggio alla base dell’iniziativa di Alessandra, che è anche presidente dell’Associazione Diritto alla Vita di Santa Marinella (Roma).
E ora, come dicevamo, c’è anche un libro, La vita comunque (Civitavecchia, Prospettiva Editrice, 2010, 12 euro), per il quale cediamo la parola a Giovanna Caratelli, che ne è coautrice: «”La vita comunque” – ci scrive – racconta una storia vera, vera nei fatti, vera nei sentimenti e nelle persone. Si tratta della storia di una donna, Alessandra Incoronato, affetta da una grave malattia progressiva, l’amiotrofia spinale. Oggi Alessandra è costretta alla quasi totale immobilità, nel fisico, ma la sua mente è agilissima e vivace, il suo spirito forte e combattivo. Nel libro la sua voce si intreccia con quella di chi scrive, che ne ha raccolto la narrazione e ha ricomposto, come in un mosaico, le diverse tessere che disegnano l’esistenza della protagonista: il padre, il marito, i numerosissimi amici, le assistenti. E così il lettore segue le varie fasi della vita da un’infanzia gioiosa, interrotta bruscamente da un evento drammatico, a una giovinezza allegra e disperata, a una maturità di sentimenti che si apre alla compressione degli altri, alle loro sofferenze, ai loro bisogni. Il libro è anche la testimonianza di una battaglia importante che Alessandra sta conducendo, ancora in questi giorni, per l’aumento delle pensioni di invalidità che sono pari a poco più di 250 euro al mese, la metà delle pensioni cosiddette “sociali”. La scrittura immediata e diretta, alterna momenti di grande tensione emotiva a passaggi poetici o, in alcuni casi, perfino divertenti».
A impreziosire questo libro vi è anche una prefazione prestigiosa, quella cioè del deputato Furio Colombo, che in questi mesi ha sempre sostenuto con forza la battaglia di Alessandra Incoronato. Ed è per noi un piacere presentare – per gentile concessione – tale contributo. (S.B.)
Il libro della vita
di Furio Colombo*
Vi sono sogni in cui tutto è possibile. Questo è uno di quei sogni. C’è un coraggio sfrontato, c’è una forza che non ha niente a che fare con le normali risorse umane, una volontà libera disposta a tutto, una intelligenza veloce, come in un gioco a scacchi in cui devi muovere in fretta perché tutto è in gioco.
Di solito sono sogni giovani, sogni che vengono nella loro festosa irrealtà prima dell’esperienza e di quella cosa che chiamiamo il “peso della vita”, ovvero il tempo e la forza che se ne vanno via un po’ per volta, come si ritira l’acqua della bassa marea. Ho detto un sogno? Avrei dovuto dire una storia. È la storia vera narrata nelle pagine di questo piccolo libro che non dimenticherete mai. Una ragione è che non c’è limite nel modo pieno e totale con cui la maggior parte degli esseri umani riesce ad attraversare l’esistenza. Come in una fiaba ci sono ostacoli immensi che hanno la tipica natura fiabesca. Li abbatti, li superi, e ci sono di nuovo. La lotta col drago, lo sanno bene i bambini che frequentano il mondo delle fiabe, non finisce mai. Ma solo nelle fiabe resta il coraggio di ricominciare da capo subito, con la stessa forza. E solo nelle fiabe quella lotta riguarda tutti. Chi combatte lo fa per tanti altri e non importa quanto sia duro e difficile il confronto. La loro vita – la nostra vita – vale di più. È un di più per cui sei disposto a tutto. E non c’è un solo istante in cui non valga la pena. Infatti le fiabe sono un’antica forma di narrazione che continua a tramandare il punto di dolore, coraggio, felicità in cui la vita – forza biologica e privata di uno, più o meno fortunato – diventa civiltà, diventa la comunità degli esseri umani in cui ciascuno – con le risorse e i pesi che gli sono stati assegnati – vive per tutti e con tutti, deciso a non lasciare nessuno indietro.
Belle parole, direte. Ma accade? Me lo chiederete pensando alla disperazione che vedete intorno, alla crudeltà che isola, all’indifferenza senza occhi, all’egoismo che ignora, alla cecità selettiva che oscura la visione degli eventi che non si possono sopportare. Mi direte che questa è la storia. E più la celebrate mettendo alla parola la S maiuscola e più non finisce mai di correre davanti ai vostri occhi, come a un insopportabile passaggio a livello, un treno carico di feriti, di dolore, di insopportabili attese, di umiliazione. Non c’è – direte – il gran teatro della civiltà. Il mondo, finché dura, è un ospizio, salvo che per alcuni che, a bordo della ricchezza, si sono trovati un esclusivo rifugio.
Qui però la vostra obiezione si ferma. Perché passa una storia vera, non un apologo, non una fiaba, e dovete per forza diventare il suo pubblico stupito, partecipante e incredulo. Perché il coraggio è grande come in una fiaba; l’intelligenza è acuta e implacabile e non distingue in buono o cattivo, ma in vero o falso. Perché in questa storia è tutto vero. E stordisce il limite alto a cui le cose vere, narrate come i fatti ordinari della vita quotidiana, possono arrivare. Sto parlando di questo libro che è la vita di Alessandra Incoronato, una vita stretta in un presente doloroso, però così grande che comprende tante altre vite, che comprende il suo aspro confrontarsi con un destino e la sua volontà – lei in apparenza senza forze, senza risorse – di buttarsi con passione nel destino degli altri.
Leggerete di isolamento, solitudine, abbandono, un mondo ricco che quando è ricco fa finta di non vedere e quando è in crisi cerca equilibrio spendendo la sofferenza degli altri. Leggerete di vite che non possono esistere, eppure continuano e sono un posto di blocco di fronte alla finzione di normalità di chi finge di non vedere. Alessandra Incoronato vive senza l’ombra della rassegnazione, al centro di questa realtà che in tanti attraversiamo senza notare – o notando appena – la montagna di dolore e di isolamento che pure grande e affollata ci sta di fronte.
Queste pagine, insieme ad Alessandra, vi condurranno a sapere con quale entusiasmo, con quale incomprensibile ostinata felicità è stata attraversata l’infanzia, vi coglieranno di sorpresa con l’irruzione della giovinezza, con un vigore, con una pienezza di vita, di cui a volte non c’è traccia nel comportamento delle persone così dette “normali”. Vi diranno che la dignità negata, la pienezza di diritti dimenticata non sono una triste conseguenza della disabilità, ma un intollerabile frutto dell’abbandono, dell’incivile assenza di chi dovrebbe esserci e non c’è. Stiamo parlando di noi. Stiamo parlando di tutti. Queste pagine portano alla domanda: che civiltà è quella in cui viviamo, di cui siamo protagonisti e in cui lasceremo la nostra impronta? Temo che, leggendo, si giunga ad una brutta risposta: una civiltà rozza, in cui vediamo il mondo da feritoie di interessi particolari, in cui non vogliamo sapere e non sappiamo per essere autorizzati a non esserci.
Alessandra Incoronato, mentre affronta il peso della sua vita, si occupa – con lo stesso impeto che non potete fermare – delle vite, del dolore, della solitudine, dell’abbandono degli altri. Con tranquilla fermezza, Alessandra dice al suo Paese che solo pochi euro spettano a portatori di disabilità gravi, che devono sopravvivere senza aiuto, senza presenza e intervento di altri. Quando leggete quelle cifre da “piccola mancia” che Alessandra, forte del suo pieno diritto, annuncia o ricorda ai concittadini italiani, saprete che inciviltà non è solo mafia, è anche abbandono, è anche indifferenza, è anche far finta di niente.
Ma leggendo questo libro – che è un tentativo di fermare il treno sgangherato dell’indifferenza – noterete la presenza della voce che ha raccolto e montato il materiale di vera vita, vera storia, vera felicità, vero dolore di Alessandra Incoronato e di tutte le persone che lei rappresenta. È Giovanna Caratelli, a cui dobbiamo il dono di queste pagine. È un dono che cambierà molte vite.
*Prefazione del libro La vita comunque di Giovanna Caratelli e Alessandra Incoronato, per gentile concessione.