La Quattordicesima Assemblea Generale Annuale dell’European Disability Forum (EDF), svoltasi il 9 maggio scorso a Madrid, è stata contrassegnata dall’adozione di una Risoluzione di Emergenza sulla crisi economica e finanziaria che sta colpendo l’Europa e dall’affermazione sulla necessità di avviare politiche a lungo termine, adottando in particolare il Patto Europeo sulla Disabilità [del Patto si legga ampiamente nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.] come parte integrante di Europa 2020, il programma strategico per le future politiche economiche e sociali dell’Unione, che verrà definito il 16 giugno prossimo.
Francisco Moza, segretario di Stato spagnolo per gli Affari Sociali, si è rivolto in apertura a oltre duecento rappresentanti di federazioni nazionali e associazioni europee di persone con disabilità, rassicurando queste ultime e le loro famiglie sull’impegno dell’attuale Presidenza Spagnola dell’Unione Europea, per porre in primo piano il lavoro, nell’ambito delle politiche sulla disabilità, in stretta collaborazione con il movimento per i diritti delle stesse persone con disabilità.
Dal canto suo l’EDF ha rimarcato il proprio convincimento sul fatto che la crisi sia stata causata da «prestiti irresponsabili» e da «un’evidente negligenza da parte di coloro che sono a capo delle strutture finanziarie e degli organismi regolatori di tutto il mondo». In tal senso, la Risoluzione di Emergenza – adottata durante l’Assemblea Generale – esorta i Governi Europei a far sì che non siano le persone con disabilità a pagare per le crisi dei bilanci nazionali, attraverso pesanti tagli sulle indennità e sui servizi loro indirizzati.
Il presidente dell’EDF Yannis Vardakastanis ha voluto ricordare come 1.364.984 cittadini [ci si riferisce alla campagna del 2007 denominata 1million4disability, cui il nostro sito ha recentemente dedicato un articolo, disponibile cliccando qui, n.d.R.] abbiano chiesto l’introduzione di efficaci forme di tutela dei diritti delle persone con disabilità all’interno della legislazione europea e che questi cittadini stiano «ancora aspettando risposte concrete da parte delle Istituzioni Europee».
Vardakastanis ha poi sollecitato le Istituzione stesse dell’Unione e gli Stati Membri a passare dalle dichiarazioni al raggiungimento di obiettivi specifici. «Ormai – ha dichiarato – è arrivato il tempo di agire; è giunto il momento di inserire il Patto sulla Disabilità all’interno di Europa 2020 e anche che l’Unione ratifichi la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, per adottare una decisa direttiva antidiscriminatoria».
«”Nulla su di Noi Senza di Noi” – ha concluso Vardakastanis – è l’essenza stessa del movimento per i diritti delle persone con disabilità: attraverso il nostro lavoro collettivo e attraverso il nostro impegno in prima persona a livello locale, nazionale, ed europeo, continueremo a lavorare per migliorare la qualità della vita dei 65 milioni di cittadini europei con disabilità».
L’European Disability Forum, che rappresenta la voce di 65 milioni di persone con disabilità e delle loro famiglie in Europa, richiama il Consiglio d’Europa, la Commissione, il Parlamento, le altre Istituzioni europee e tutti i Governi d’Europa, ad assicurare che le persone con disabilità e le loro famiglie non paghino per la crisi economica che si sta sviluppando. La crisi sta attualmente interessando la Grecia, ma è già manifesta in alcuni altri Paesi dell’Eurozona e in altre parti d’Europa.
L’European Disability Forum è estremamente turbato e preoccupato dal fatto che a pagare gli effetti di tale crisi economica e politica possano essere donne e uomini con disabilità di tutte le età, e le loro famiglie, attraverso una riduzione delle loro rendite, indennità, supporti e opportunità lavorative, o a causa di tagli nel sostegno alle nostre associazioni di rappresentanza.
Noi riaffermiamo la dichiarazione che abbiamo formulato nel novembre del 2008 [se ne legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.] e ribadiamo che la crisi è stata causata dai prestiti irresponsabili e da un’inaccettabile negligenza da parte di coloro che erano a capo delle istituzioni finanziarie e delle politiche governative, oltre che dal fallimento delle autorità regolatorie di tutto il mondo.
I Governi – come risultato del fatto che le stesse istituzioni finanziarie e gli speculatori di valuta internazionali sono stati “tirati fuori dai guai” dai contribuenti – stanno ora forzando verso “tagli draconiani”, per pagare questa cupidigia e negligenza.
Dovrebbero invece essere quegli stessi Governi e le Istituzioni che hanno causato la crisi a pagarne gli effetti e non le persone con disabilità, altri gruppi vulnerabili, o in genere i cittadini europei.
L’EDF esprime solidarietà a tutti questi gruppi e intende lavorare con loro per resistere allo spettro di attacchi selvaggi agli standard di vita dei cittadini europei, “designati” a pagare per la rapacità e la cattiva gestione del settore finanziario.
Solo recentemente l’Unione Europea si è trovata d’accordo nel tutelare ed estendere i diritti umani di tutte le donne e uomini con disabilità di ogni età e delle loro famiglie, adottando la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Quindici Paesi dell’Unione Europea hanno già ratificato la Convenzione e i rimanenti l’hanno sottoscritta.
Le misure di protezione sociale e uguaglianza, che sono state raggiunte grazie alle lotte delle persone con disabilità e che rappresentano le pietre miliari per l’inclusione sociale, sono in questo momento gravemente minacciate dalla crisi finanziaria.
Noi facciamo appello a tutti i Governi e alle Istituzione dell’Unione Europea perché continuino a impegnarsi nel supportare e nello sviluppare politiche di inclusione con misure concrete, così come delineato nella proposta dell’EDF per un Patto Europeo sulla Disabilità.
Le persone con disabilità e le loro famiglie devono essere coinvolte in tutte le discussioni sui provvedimenti che le riguardano, in quanto spesso proprio da loro stesse possono scaturire soluzioni con le migliori caratteristiche di costi-beneficio.
E questo include la costruzione di un’Europa di tutti i cittadini, dove il loro contributo venga ripagato con lo sviluppo del futuro economico, sociale e politico migliore possibile per tutti i cittadini del Continente.
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