A leggere in Superando l’esauriente analisi di Carlo Giacobini [disponibile cliccando qui, N.d.R.] sulla Manovra Finanziaria sottoposta in questi giorni all’attenzione della Presidenza della Repubblica, sembra proprio che nell’articolo 10 di essa – quello che tratta di Riduzione della spesa in materia di invalidità – non vi sia traccia del blocco delle deroghe per i posti di sostegno, rispetto al quale anche chi scrive aveva espresso grande preoccupazione [se ne legga cliccando qui, N.d.R.].
Sono invece presenti due precisazioni con la prima delle quali si ribadisce il principio che per godere dei diritti degli alunni con disabilità, occorre una certificazione di handicap o handicap grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3 della Legge 104/92, mentre la seconda stabilisce che nel PEI (Piano Educativo Individualizzato o Personalizzato) debba essere precisato il numero delle ore di sostegno – che riguardano solo gli aspetti didattici – coinvolgendo l’assistenza altre figure dipendenti da diverse Amministrazioni Pubbliche.
Se le cose stessero così, dunque, non ci sarebbe alcuna sgradevole novità per l’integrazione scolastica. E tuttavia le “ombre” su quest’ultima non mancano di certo e provengono da un altro versante, ovvero dal Regolamento in via di emanazione sulla formazione iniziale dei docenti che ha ottenuto il parere favorevole della Commissione Cultura della Camera, malgrado le richieste di FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali della Disabilità), nel corso di una recente audizione in cui si chiedeva un aumento a trentuno crediti formativi sull’integrazione scolastica per i futuri docenti di scuola secondaria ai quali invece ne sono sate riservati solo sei.
Ciò allunga appunto un'”ombra sinistra” sul futuro dell’integrazione nella scuola secondaria, perché i docenti curricolari non saranno per nulla preparati a farsi carico di questi alunni, che rischieranno di essere sempre più “allo sbando”, quando mancherà l’insegnante per il sostegno, il quale non potrà ovviamente essere presente per tutta la durata dell’orario scolastico. Il che determinerà quindi o un abbandono di tali alunni o un aumento di cause legali da parte dei genitori, per ottenere il massimo delle ore di sostegno, con disagio per gli alunni stessi e per le finanze dello Stato.
Ci si augura pertanto che il Ministero dell’Istruzione voglia ragionare su questo e aumentare il numero di quei crediti in funzione della qualità di tutta la scuola.
*Vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
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