La puntuale annotazione del lavoro svolto in queste settimane dalle associazioni di persone con disabilità e dei loro familiari – che porterà il 1° luglio a Roma alla manifestazione nazionale organizzata congiuntamente da FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili) e FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), per chiedere innanzitutto l’abrogazione della sin troppo nota disposizione che innalza la percentuale di invalidità (dal 74 all’85%) ai fini della concessione dell’assegno mensile agli invalidi civili parziali (256,67 euro mensili) (se ne legga cliccando qui) – non può certo distrarci dal prendere terribilmente atto di altre notizie presenti sulle cronache locali, come quella riguardante Maria, 86 anni, e il figlio Cosimo, 52 anni, sordo e cieco, trovati entrambi morti in pieno centro storico di Bari, dopo almeno una settimana dal loro decesso.
Niente commenti, preferiamo riprendere testualmente, qui di seguito, quanto scritto il 19 giugno dal «Corriere della Sera». Chiediamo solo ai Lettori di ricordare ciò che hanno recentemente dichiarato Giovanni Pagano e Pietro Barbieri, presidenti di FAND e FISH, sottolineando tutto «il rammarico e la delusione» delle due Federazioni, «nel rilevare che l’attenzione politica al “mondo della disabilità” è limitata al contenimento della spesa e non piuttosto al consolidamento di politiche sociali per la non autosufficienza – il cui carico è sulle spalle delle famiglie – e per l’inclusione sociale». Si tratta di un accostamento così improprio? (S.B.)
Dal «Corriere della Sera» del 19 giugno 2010:
«IL DRAMMA – Succede a Bari, in un edificio in corso Cavour, pieno centro. Lì vivevano Maria, 86 anni, e suo figlio Cosimo, 52 anni, sordo e cieco. Lì sono morti in solitudine e povertà. Circa una settimana fa la madre ha avuto un malore, probabilmente un infarto, che l’ha uccisa sul colpo. Vicino a lei l’amato figlio. Senza parole e senza suoni: non ha potuto dare l’allarme, chiamare qualcuno gli è stato impossibile. O forse, ha scelto di non chiedere aiuto. Senza la madre, chi avrebbe potuto occuparsi di lui? Così le è rimasto accanto. E così si è lasciato morire. Di fame.
LA SCOPERTA – Ad accorgersi che qualcosa non andava in quella casa silenziosa e ignorata da tutti, è stata la proprietaria dell’appartamento, una signora che abita vicino, in via Dante, e che tempo fa aveva concesso l’abitazione in comodato gratuito a madre e figlio, impietosita dalla loro storia. È stata lei a dare l’allarme, qualcosa di grave doveva essere accaduto se nessuno rispondeva alle sue chiamate. Con una pattuglia di agenti e i vigili del fuoco sono andati in corso Cavour e lì, davanti ai loro occhi la terribile scoperta: madre e figlio senza vita uno vicino all’altro. Da sette giorni. Secondo il personale del 118, la morte dell’anziana madre sarebbe avvenuta per cause naturali. Quella del figlio invece per mancanza di cibo.
IN CERCA DI PARENTI – Nelle prossime ore il sostituto procuratore Francesco Bretone, magistrato di turno esterno alla Procura di Bari, valuterà se disporre l’autopsia, anche se lo scenario di fronte al quale si sono trovati poliziotti e vigili del fuoco lascerebbe poco spazio alle interpretazioni. La polizia sta cercando qualche parente della coppia per informarlo della tragedia e dare una sepoltura all’anziana donna e a suo figlio, ma le ricerche non sono facili. E resta l’interrogativo se agli uffici dei servizi sociali fosse mai stata segnalata quella situazione famigliare di estrema difficoltà e indigenza, che la cessione in comodato d’uso dell’appartamento era riuscita evidentemente ad alleviare solo in parte».
Ringraziamo il lettore Gabriele Filistrucchi per la segnalazione della notizia.
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