Non solo a Milano – come abbiamo segnalato rispetto all’iniziativa promossa dalla LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) nel capoluogo lombardo (se ne legga cliccando qui) – ma anche a Torino, mercoledì 7 luglio è prevista una manifestazione in contemporanea a quella nazionale, indetta in Piazza Montecitorio a Roma dalla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili) e la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
A volere l’iniziativa è stato il Coordinamento Interassociativo Persone con Disabilità di Torino e Piemonte, organismo cui organismo cui aderiscono la FISH Piemonte, la FAND e la CPD (Consulta per le Persone in Difficoltà).
L’appuntamento è davanti alla Prefettura di Torino (Piazza Castello, ore 10.30), con l’auspicio che vengano confermate ufficialmente le notizie dell’Ultim’Ora da noi riportate (se ne legga cliccando qui), secondo le quali la Commissione Bilancio del Senato avrebbe quanto meno eliminato la disposizione della Manovra Finanziaria che prevedeva l’innalzamento della percentuale d’invalidità per ottenere l’assegno riservato agli invalidi parziali.
Contro tale provvedimento, infatti – oltre che contro quello, pure contestatissimo, riguardante l’irrigidimento dei criteri necessari per ottenere l’indennità di accompagnamento e del quale non si hanno tuttora notizie certe – si rivolgeva la protesta del Coordinamento piemontese che, nell’annunciare la manifestazione di Torino, aveva scritto tra l’altro: «Secondo Tremonti le persone con disabilità sarebbero “la rovina d’Italia”: in realtà, anziché colpire i cosiddetti “falsi invalidi”, fenomeno certamente condannabile, si rende la vita più difficile alle persone che vivono in condizioni di “vera” difficoltà».
«È del tutto evidente – concludeva il documento, allargando l’obiettivo all’intera sostanza della Manovra – che saranno queste persone a pagare pesantemente le conseguenze dei tagli decisi da Tremonti e dalla maggioranza di governo al trasferimento di soldi alle Regioni ed ai Comuni, costretti così a ridurre i servizi destinati alle persone che hanno bisogno di interventi di sostegno». (S.B.)
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