Non capita tutti i giorni di ricevere quasi contemporaneamente due lettere di tema analogo, anche se con una conclusione assai diversa. Metterle a fianco ci sembra il modo migliore per consentire ai Lettori di farsi un’opinione, fermo restando che le nostre pagine sono aperte a ogni eventuale e motivata replica, da parte di entrambe le strutture chiamate in causa.
In realtà la partenza è comune e riguarda, in entrambe le lettere, l’esperienza negativa vissuta al noto parco di divertimenti Gardaland – non lontano da Verona – da parte di due genitori di una persona con sindrome di Down. «Sono il papà di Giorgio – ci scrive il primo – che è un bambino di sette anni con sindrome di Down e nel corso della nostra recente visita a Gardaland, ci siamo sentiti dire per tutto il giorno che, a parte poche attrazioni, mio figlio non poteva accedervi, anche se accompagnato, perché considerato “ospite con problemi di disabilità comportamentale e intellettiva”. Su quelle medesime attrazioni negate a Giorgio, invece, l’altro mio figlio di due anni poteva salire».
«Non voglio discutere sulle valutazioni di rischio attuate da Gardaland – continua la lettera – ma mi sembra strano che l’accesso sia consentito a un bambino di due anni e a uno di sette no. Tenendo poi conto che i bambini Down non hanno una “disabilità comportamentale e intellettiva”, ma solo un ritardo motorio e di apprendimento, penso che a sette anni essi siano almeno da equiparare a quelli di due che non hanno la sindrome di Down. Oltretutto non parlo di un’attrazione “super-pericolosa”, ma di una semplice monorotaia panoramica».
«L’unica cosa che mi dispiace – conclude il Lettore – è di non essere riuscito a spiegare a mio figlio che non era considerato idoneo a salire su una monorotaia, a differenza di suo fratello di soli due anni. Penso dunque che le associazioni che hanno valutato e collaborato con Gardaland alla stesura del foglio informativo per ospiti disabili, fornito dalla struttura, debbano rivedere qualcosa, perché ritengo inconcepibile che a una persona con problemi, magari di trent’anni, si consenta solo di salire sulle attrazioni per bambini piccolissimi, facendola sentire veramente “diversa dagli altri”».
Come detto, anche la seconda testimonianza parte da Gardaland, dove – racconta una nostra Lettrice, madre di Luigi, ragazzo di sedici anni con sindrome di Down – «abbiamo vissuto un’esperienza molto negativa, in quanto siamo stati entrambi umiliati con l’allontanamento di mio figlio dalle “giostrine stupide”, per il solo fatto di essere Down». Tutt’altra, invece, la giornata vissuta nel Parco Sospeso nel Bosco, intelligente e divertente iniziativa proposta qualche anno fa a Spiazzi di Gromo (Bergamo) dalle guide alpine della Val Seriana, con percorsi formati da giochi aerei di diversa tipologia, che si sviluppano nel bosco in un crescendo di difficoltà, per essere proiettati all’interno dell’ambiente montano.
«Qui – scrive la Lettrice – mio figlio, come tutti gli altri ragazzi, ha fatto il percorso definito “di pratica” e avrebbe potuto fare anche gli altri, accompagnato da un adulto il quale si assicurasse che tra un’attrazione e l’altra i moschettoni di sicurezza fossero sempre agganciati». «E sto parlando di un “percorso sospeso” – aggiunge – e non di una giostra che gira un po’ velocemente!».
«Poiché né io né il padre potevamo accompagnarlo – racconta la mamma di Luigi – ho chiesto al personale della struttura collaborazione e mio figlio ha così potuto vivere questa fatantastica esperienza di divertimento e istruzione. Grazie dunque a tutti, perché per una volta mi sono sentita una “mamma normale”!».
Non è la prima volta che il nostro sito deve occuparsi di problemi incontrati a Gardaland dalle persone con disabilità e non solo da quelle con sindrome di Down. Nel caso di queste ultime, poi, avevamo proposto un approfondimento particolarmente ampio, dando spazio a posizioni di vario tipo, come quelle di Marco Vesentini, presidente della Consulta Comunale dell’Handicap di Verona e dell’AIAS locale (Associazione Italiana Assistenza Spastici) e di Carlo Giacobini, responsabile del Servizio HandyLex.org (si veda qui in calce l’elenco dei testi da noi pubblicati tra 2007 e 2008).
Quel che è certo, a questo punto, è che quei problemi denunciati già alcuni anni fa continuano ad essere vissuti come tali da una serie di persone, anche alla luce di comportamenti diversi attuati presso strutture come quella della Val Seriana la quale – va detto per altro – presenta peculiarità assai differenti da quelle del parco divertimenti sul Lago di Garda. (Stefano Borgato)
– Gardaland: cambierà quel regolamento sulle persone Down? (cliccare qui)
– Gardaland e persone Down: proviamo a ragionare (Marco Vesentini) (cliccare qui)
– A Gardaland hanno ragione (Carlo Giacobini) (cliccare qui)
– No carrozzina? No disabile… (cliccare qui)