Durante la “calda estate” delle persone con sindrome di Down a Gardaland – che ha portato tra l’altro il CoorDown (Coordinamento Nazionale delle Associazioni di Persone con Sindrome di Down) ad annunciare iniziative legali contro la discriminazione attuata dal noto parco divertimenti (se ne legga cliccando qui) – avevamo concordato sia con Franco Bomprezzi che con Andrea Ponzano i quali – nel denunciare una discriminazione basata sostanzialmente sulla riconoscibilità somatica delle persone con sindrome di Down – avevano parlato rispettivamente di «dato agghiacciante» e di perdurante «mancanza della cultura delle differenze» (se ne legga cliccando qui e qui).
Quando poi qualche giorno fa abbiamo letto di fatti analoghi verificatisi in un altro parco divertimenti, quella nostra convinzione si è ulteriormente rafforzata, pur dovendo constatare che in questo caso la risposta dei responsabili è stata di ben altro tenore ed educazione.
Siamo dunque a Molfetta, in provincia di Bari, ed esattamente a Miragica – “Terra di Giganti”, uno dei più originali e innovativi parchi di divertimento per famiglie realizzati in Italia, costruito ” a tema”, guardando al mondo del fantasy.
«Quanti bambini con problemi cardiaci – hanno dichiarato i genitori di Raffaele, quattordicenne con sindrome di Down – salgono ogni giorno sulle attrazioni di Miragica, senza che qualcuno si accorga di nulla? Per nostro figlio, invece, è stato impossibile, solo perché ha gli occhi a mandorla».
Un’altra famiglia, poi, ha chiamato in causa l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), dopo che al loro figlio undicenne era stato pure impedito di salire su una giostra.
Risposta dei responsabili all’insegna della disponibilità, accennavamo, e infatti la Direzione di Miragica, dopo aver precisato che «il divieto di accesso a determinate attrazioni è imposto dalle case produttrici delle giostre e non dipende dalla volontà del Parco», dichiara anche – tramite la responsabile dell’Ufficio Marketing Silvia Tracchi – essersi trattato di «un eccesso di zelo da parte del direttore» e che «presto si troveranno delle soluzioni, con i bambini disabili al centro di iniziative per favorirne l’inserimento».
Certo, la discriminazione resta e poco importa che la responsabilità di essa venga attribuita ai costruttori delle giostre. In questo caso, però, sembra che vi sia almeno la disponibilità a discuterne e ad aprire un dialogo con le famiglie e le associazioni e il fatto va sicuramente annotato. (Stefano Borgato)
Qualche tempo fa, poi, esattamente tra il 2007 e il 2008:
– Gardaland: cambierà quel regolamento sulle persone Down? (cliccare qui)
– Gardaland e persone Down: proviamo a ragionare (di Marco Vesentini) (cliccare qui)
– A Gardaland hanno ragione (di Carlo Giacobini) (cliccare qui)
– No carrozzina? No disabile… (cliccare qui).