Una moderna legislazione che punisce gli atti di discriminazione verso le persone con disabilità costituisce indubbiamente un deterrente al manifestarsi di queste azioni incivili. A tal proposito, però, per il buon funzionamento della Legge 67 del 2006 – che fissa appunto le Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni – sono necessarie, al di la dello stretto meccanismo giuridico, due condizioni essenziali: che la Legge sia conosciuta, in modo che il timore delle sanzioni realmente funzioni da deterrente e che esista una costante forma di vigilanza da parte degli interessati, cioè le persone con disabilità, anche e soprattutto attraverso le Associazioni che le rappresentano.
Questa vigilanza e la successiva vivace reazione a molte voci sugli organi d’informazione sono indubbiamente fondamentali anche nei casi di semplice “cattivo gusto” o di dichiarazioni o atti di per sé non particolarmente rilevanti, ma che rivestono grande importanza in relazione allo status di chi pronuncia le prime o commette le seconde.
Due recenti esempi? Quell’assessore comunale di Chieri (Torino) – che aveva dichiarato: «Lasciare in classe gli studenti con disabilità è inutile» – e quel docente di Teoria dell’Armonia al Conservatorio di Milano – che aveva affermato come «una pseudoscienza senza bussole» faccia «comparire organismi che non lo dovrebbero».
Essi, infatti, non hanno probabilmente commesso alcun reato e tuttavia le loro farneticanti dichiarazioni hanno suscitato una vivacissima e pronta reazione nell’opinione pubblica interessata, con la conseguente riaffermazione di un pensiero eticamente corretto sui temi trattati.
*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).
Riguardo invece alle dichiarazioni del docente di Teoria dell’Armonia del Conservatorio di Milano, segnaliamo – sempre nel nostro sito – ancora il citato testo di Franco Bomprezzi (È ora di far suonare un campanello d’allarme) e anche Il «nazista»* che insegna Teoria dell’Armonia (di Giorgio Genta) (cliccare qui) e In un passato non lontano, certe affermazioni furono prese molto sul serio… (di Fulvio Santagostini, Giovanni Merlo e Franco Bomprezzi) (cliccare qui).
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