Le associazioni aderenti alla FISH Sardegna (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), riunite a Oristano il 23 ottobre, dopo un’approfondita discussione sulla Deliberazione n. 34/30 della Giunta Regionale della Sardegna, riguardante il finanziamento dei progetti personalizzati delle persone con disabilità (Legge 162/98), hanno espresso una valutazione negativa e preoccupata sia sui contenuti, sia sui criteri e le modalità concernenti la presentazione, la compilazione e la valutazione dei progetti stessi [su tale Deliberazione si legga anche, sempre nel nostro sito, il testo intitolato Sardegna: non è accettabile quel taglio di 25 milioni per i progetti personalizzati, disponibile cliccando qui, N.d.R.] .
L’adozione di quel provvedimento da parte della Giunta Regionale appare innanzitutto tardivo nei tempi, soprattutto in riferimento alla scadenza, prevista per il 15 dicembre prossimo. La Deliberazione, poi, risulta contraddittoria rispetto alle linee in essa contenute e appare foriera di ostacoli, lungaggini e procedure che sottoporranno le persone con disabilità a nuovi e penosi adempimenti burocratici.
In particolare, le nuove disposizioni – lungi dal rimuovere le ingiustizie, le iniquità e le distorsioni dovute ai precedenti provvedimenti – mantengono la preesistente scheda di valutazione sulle condizioni psicofisiche dei cittadini richiedenti il finanziamento; mantengono inoltre la preminenza della condizione di povertà socio-territoriale a svantaggio della disabilità; mantengono infine il criterio dell’età, che appare come una vera e propria discriminazione nei confronti delle persone che essendo ultrasessantenni si vedranno riconosciuto un contributo ridotto al 35%. L’età, in questo modo, viene a delinearsi come nuovo e imprevisto svantaggio sociale, diventando criterio di esclusione ed emarginazione sociale.
E ancora, viene confermata la scheda personale sulla “salute” che, così com’è redatta, non consente al medico e all’utente di vedere riconosciute le specificità della propria disabilità perché è ancora troppo vaga e confusa. Essa, infatti, dovrà essere convalidata e firmata dal medico di base il quale dovrà assumersi una responsabilità che in molti casi darà luogo a ulteriori accertamenti e visite mediche o ad altri controlli onerosi.
Ai fini della quantificazione del contributo viene assunto il criterio dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) e definita la relativa soglia di 8.000 euro, al di sopra della quale è prevista una riduzione progressiva consistente e punitiva. Si tratta di una soglia vicina a quella della povertà e che rischia di premiare la stesa evasione fiscale! Quindi, in pratica, ad iniquità si aggiungono altre iniquità!
Senza contare – come detto – la difficoltà per il malcapitato familiare di dover espletare tutto questo in appena quarantacinque giorni.
Sono per altro facilmente prevedibili le difficoltà che dovranno incontrare i Servizi Sociali Comunali per dare il sostegno necessario per la predisposizione e la firma dei progetti personalizzati. Quali saranno le modalità della co-progettazione con i Servizi Comunali e Sanitari è impresa ardua da definire e da precisare, con conseguente mancata ottimizzazione degli interventi e delle risorse.
A ben vedere il provvedimento appare contraddittorio con le stesse linee guida contenute nella Deliberazione (incidenza tra disabilità e contesto; tra assistenza e autonomia personale; erogazione dei servizi e ottimizzazione) e non contiene le indicazioni proposte nel documento che la FISH Sardegna ha diffuso in proposito oltre un anno fa [se ne legga, nel nostro sito, al testo intitolato Chiediamo una nuova fase per i progetti personalizzati in Sardegna, disponibile cliccando qui, N.d.R.].
Occorre in tal senso ricostituire la Commissione Consultiva, per apportare modifiche e scelte coerenti perché si è rivelato poco lungimirante ed erroneo non aver convocato preliminarmente le associazioni e la specifica Commissione Assessoriale, per definire le linee immediate e di prospettiva.
Risulta perciò importante rimettere mano a un provvedimento che – anziché eliminare le distorsioni, superare le disparità di trattamento e favorire l’appropriatezza degli interventi e delle prestazioni – si esercita sbrigativamente nel ridurre, tagliare e discriminare, depauperando nei fatti la qualità dei progetti personalizzati.
Anziché operare per riportare i “progetti 162” alla loro finalità originaria (autonomia dei disabili e sgravio familiare), si è optato per tagli ancor più discriminanti, ritenendo di spalmare il finanziamento di bilancio – per altro già ridimensionato – al maggior numero di progetti. Non è questa la strada utile e, soprattutto, il soddisfacimento delle richieste non può essere determinato dal budget apparentemente neutro.
La FISH Sardegna, dunque, non condivide le scelte adottate e chiede che venga convocata la Commissione Assessoriale consultiva perché si apportino tutte le modifiche utili al superamento di palesi ingiustizie e iniquità. Non serve a nessuno incamminarsi verso contenziosi i cui esiti saranno comunque penalizzanti solo e soltanto per i cittadini con disabilità.
Pertanto ribadiamo che la Deliberazione della Giunta Regionale – contrariamente, tra l’altro, a quanto diffuso dai comunicati del sito istituzionale della Regione Sardegna – non accoglie le linee, le indicazioni e le proposte presentate, da oltre un anno, dalla FISH-Sardegna e che nuovamente riteniamo debbano essere la base di un confronto costruttivo e fecondo.
Rifuggendo da ogni approccio pregiudiziale e respingendo ogni tentativo di strumentalizzazione propagandistica, la FISH Sardegna si pone a disposizione per dare un contributo positivo e per concordare proposte e azioni proficue per le attese dei Cittadini sardi con disabilità.
*Presidente della FISH Sardegna (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).