«Dopo la prima vittoria, continua la mobilitazione in Sardegna»: avevamo titolato così un nostro recente articolo, riferendo della soddisfazione, ma anche della prudenza con cui le persone con disabilità della Sardegna e le loro famiglie avevano accolto l’Ordine del Giorno approvato il 18 novembre in Consiglio Regionale, che aveva ripristinato i tagli ai progetti personalizzati, decisi dalla precedente Deliberazione di Giunta n. 34/30. Quanto mai urgente, infatti, appare ora cambiare – da subito – anche i criteri utili all’assegnazione di quei fondi.
Nelle nostre varie cronache di queste settimane dalla Sardegna, avevamo poi più volte sottolineato come questa sia “una battaglia di tutta l’Isola” e a confermarlo ulteriormente arriva ora da Nuoro – uno dei primi capoluoghi di Provincia italiani ad avere adottato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (se ne legga cliccando qui) – una lettera aperta inviata innanzitutto all’assessore regionale all’Igiene, alla Sanità e all’Assistenza Sociale Antonello Liori, ma anche alle varie Istituzioni nuoresi.
A sottoscriverla, insieme a numerose Associazioni locali (ANMIC – Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili; ANMIL – Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro; Cittadinanzattiva-Tribunale per i Diritti del Malato; AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla; AIPD – Associazione Italiana Persone Down; Polisportiva Disabili Hasterix; Unitalsi; AIL – Associazione Italiana contro le Leucemie; AMO – Associazione Malato Oncologico; ENS – Ente Nazionale Sordi; Unicef), anche singoli Cittadini con disabilità che beneficiano del progetto personalizzato.
E un primo risultato il documento l’ha già ottenuto: è stata infatti convocata per venerdì 26 novembre (Auditorium del Centro Polifunzionale di Via Brigata Sassari, ore 17-19) un’assemblea pubblica su tali questioni, aperta a tutta la cittadinanza nuorese. (S.B.)
Come si sta verificando in varie altre realtà territoriali della Sardegna, anche le persone con disabilità di Nuoro, le loro famiglie e le associazioni che le rappresentano, manifestano tutto il proprio malessere, grande preoccupazione e contrarietà rispetto alle modifiche apportate ai criteri di valutazione e agli adempimenti previsti per la presentazione dei piani personalizzati della Legge 162/98.
Questa fondamentale norma in favore della Vita Indipendente della persona con riconosciuto stato di gravità dell’handicap costituisce un intervento importante per tanti Cittadini che altrimenti verrebbero abbandonati a se stessi e senza alcuna assistenza. Rispetto agli anni precedenti, infatti, con la Deliberazione della Giunta Regionale n. 34/30 del 18 ottobre scorso, si confermano e si introducono particolari scelte, a nostro avviso assai lesive dei diritti delle persone con disabilità, fortemente penalizzate, come ad esempio se ultrasessantacinquenni o se in un’età compresa dagli zero ai tre anni.
Tutte le domande, poi, al di là dell’età, devono essere corredate da una dichiarazione sull’ammontare di provvidenze economiche, quali pensione d’invalidità, indennità di accompagnamento e/o assegno di frequenza o altro analogo emolumento. Si tratta di benefìci dei quali per la prima volta, da quando è in vigore la Legge 162, viene illecitamente richiesta denuncia, dovendo essere noto a tutti che, per legge, essi non costituiscono reddito, trattandosi di benefìci assistenziali, definiti appunto “Redditi esenti”, così come previsto dall’articolo 3 del DPR 917/86.
Paradossale risulta quindi non solo la richiesta di indicare in allegato le voci suddette, ma anche la cifra corrispondente che – essendo uguale per tutti in tutto il territorio nazionale – dovrebbe anch’essa essere nota agli addetti ai lavori (valga per tutte la voce Indennità di accompagnamento). Non rientrando pertanto tali emolumenti nel computo dell’ISEE dovuto [l’ISEE è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.], si ritiene la richiesta della Regione lesiva della privacy della persona con disabilità, nonché indecifrabile rispetto all’obiettivo che intende perseguire. Si ritiene forse che di fronte ai progetti personalizzati della 162 si possa indebitamente procedere a delle classificazioni e a dei tagli sulla base di parametri che sono esclusi dalla legge?
Tagli, per altro, che avverranno a partire da una bassissima soglia, di soli 8.000 euro, decurtando poi drasticamente di oltre il 50% fasce di reddito di poco superiori a quella minima soglia!
Ancor più paradossalmente, poi, se si benefìcia di permessi lavorativi – in base alla Legge 104/92 – si dovrebbe ulteriormente essere penalizzati e qui sembra proprio che quanto con una mano viene dato, con l’altra venga tolto!
Seguendo infatti questa logica dei tagli, succederà per caso che un lavoratore disabile – il quale può assentarsi dal lavoro come da Legge 104, usufruendo di un determinato numero di ore – non potrà poi scegliere in quelle stesse ore di farsi assistere perché già “agevolato”? Resterà solo in casa senza risposte ai suoi bisogni? Non si pensa che se un familiare si assenta dall’ufficio con permessi autorizzati – spesso fra i mugugni dei colleghi – egli può assistere il proprio congiunto in stato di gravità, svolgendo le mille incombenze che, nella quotidianità, si assommano alla necessità di non poter lasciare senza assistenza la persona, ancorché di poter svolgere in due, compiti che da solo l’assistente non potrebbe?
E ancora, fra le ultime incombenze burocratiche poste a carico dei richiedenti i benefìci della Legge 162, da quest’anno – oltre alla presentazione del proprio ISEE – occorre recarsi in Comune, facendo la relativa fila, non solo per il ritiro dei nuovi moduli, ma anche per prendere appuntamento con gli assistenti sociali per la redazione del piano, vista l’impossibilità di raggiungerli telefonicamente, a causa dell’enorme mole di lavoro che, in tempi ridottissimi, è caduta loro addosso!
Tempi ridottissimi, del resto, anche per i medici di base ai quali, per la prima volta quest’anno, compete la compilazione della “Scheda Salute”, per la quale – anche se essi percepissero un compenso per l’aggravio di lavoro richiesto – potrebbero, per mancanza di tempo, rispondere frettolosamente e con facili generalizzazioni alle tante domande che riguardano la capacità di autonomia nello svolgimento delle tante azioni e attività della vita quotidiana dei loro pazienti con disabilità grave, senza coinvolgere direttamente questi ultimi. In questo modo, quindi, il rischio è quello di penalizzare ulteriormente un’utenza per la quale la Legge 162 ha previsto la finalità di conoscerne i limiti e i bisogni individuali, per garantirne quanto più possibile una Vita Indipendente. Cosa alquanto difficile senza un loro adeguato coinvolgimento!
Dopo tanti adempimenti, dunque, si potrà finalmente redigere con l’assistente sociale il proprio progetto, consegnando in aggiunta ai predetti documenti un’ulteriore autocertificazione, con il rendiconto delle succitate provvidenze economiche.
In sostanza: dopo avere atteso per tutta l’estate di sapere quando e come presentare i piani, non sapendo letteralmente “di che morte morire”, improvvisamente ci si è ritrovati in poche settimane a doversi precipitare a presentare le proprie richieste di progetto.
Ma la prospettiva di tanta fatica e tanto disagio sarà un congruo finanziamento? Viste le sforbiciate in atto, pare proprio di no: dai 116 milioni di euro stanziati lo scorso anno, infatti, la Regione ne rende ora disponibili 91 che, se non sufficienti – com’è prevedibile – per tutte le domande dell’annualità in corso, porteranno a stilare un’apposita graduatoria per aggiudicarsi i finanziamenti in cassa, determinando così una sorta di vera e propria “guerra tra poveri” [in realtà, come spiegato nella nostra introduzione, su questo punto l’Ordine del Giorno approvato il 18 novembre in Consiglio Regionale, successivo alla stesura del presente testo, ha stabilito che vengano ripristinati i 25 milioni di euro tagliati, N.d.R.].
O forse in tanti rinunceranno a far domanda, pur avendone diritto, perché scoraggiati, sfiduciati e frustrati per il complicato iter ad ostacoli fin qui descritto?
In ragione di tutto quanto esposto, si chiede pertanto che i Comuni – compreso il nostro [Nuoro, N.d.R.] – facciano la loro parte, sostenendo fianco a fianco le ragioni dei disabili e le loro battaglie, in nome non di un mero assistenzialismo, ma a baluardo dei loro diritti e appellandoci in tal senso oltre che all’articolo 3 della Costituzione Italiana sull’uguaglianza dei Cittadini davanti alla legge, anche alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e più in particolare all’articolo 19 di essa, concernente la Vita Indipendente e l’inclusione nella società.
Si chiede inoltre che la Regione, trattando con le Associazioni e dunque coinvolgendole fino in fondo, faccia i dovuti passi indietro, tutti quelli possibili e necessari in favore della Legge 162, perché – pur essendo in corso la presentazione delle varie domande – si intervenga in Finanziaria Regionale con opportuni stanziamenti, tagliando d’altro canto gli sprechi, intervenendo sugli evasori, punendo quella marginale minoranza non in regola, nonché rivedendo più attentamente i criteri di valutazione delle schede, in particolare di quella “Salute”, sullo stato di gravità delle singole disabilità – meglio sarebbe, infatti, la compilazione da parte di medici specialisti – coinvolgendo sempre e comunque il paziente che sottoscriverà a sua volta quanto direttamente lo riguarda.
Alla protesta in atto in Sardegna da alcune settimane, il nostro sito ha già dedicato i seguenti testi:
– Dopo la prima vittoria, continua la mobilitazione in Sardegna (Comitato dei Familiari per l’attuazione della Legge 162/98 in Sardegna) (cliccare qui)
– Sardegna e progetti personalizzati: non è solo un problema di tagli (Alfio Desogus) (cliccare qui)
– Primi passi avanti in Sardegna (cliccare qui)
– Tutta la Sardegna in difesa di quei progetti personalizzati (cliccare qui)
– Cresce la protesta in Sardegna, ma anche la consapevolezza (Rita Polo) (cliccare qui)
– Sardegna: la mobilitazione continua (cliccare qui)
– Ma non si dovrebbe favorire la permanenza del disabile in famiglia? (FISH Sardegna) (cliccare qui)
– Non si può fare cassa sulla pelle delle persone con disabilità! (cliccare qui)
– Sardegna: non tagli, ma progetti personalizzati di maggiore qualità (Alfio Desogus) (cliccare qui)
– Sardegna: non è accettabile quel taglio di 25 milioni per i progetti personalizzati (cliccare qui)