L’Unione Europea ha lanciato il 15 novembre scorso la nuova Strategia Europea per la Disabilità 2010-2020 [come segnalato dal nostro sito con il testo disponibile cliccando qui, N.d.R.], che risulta articolata in una serie di centoventi azioni chiave, suddivise in otto diverse aree: Accessibilità, Partecipazione, Uguaglianza, Impiego, Istruzione, Protezione Sociale, Salute e Azione Esterna.
Le azioni dell’ultima area (Azione Esterna) sono state delineate anche grazie al contributo dell’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau) e dell’IDDC (International Disability and Development Consortium), in relazione alle disposizioni dell’articolo 32 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, riguardo all’inclusione della prospettiva della disabilità nei programmi di Cooperazione allo Sviluppo.
In particolare, le azioni previste in tale area dalla nuova Strategia comprendono, tra l’altro, l’adozione di iniziative mirate alle persone con disabilità nei programmi di emergenza e aiuto umanitario, anche nei casi di disabilità causate dalla guerra; l’impegno affinché la Cooperazione allo Sviluppo dell’Unione Europea e degli Stati Membri sia inclusiva della prospettiva della disabilità; l’impegno a favorire l’implementazione della Convenzione negli Stati partner dei programmi di Cooperazione allo Sviluppo; la promozione, infine, dell’accessibilità delle infrastrutture coinvolte nei programmi di cooperazione.
La Strategia Europea per la Disabilità 2010-2020 è nata come ideale prosecuzione del precedente Piano di Azione per la Disabilità 2004-2010, il cui impatto è stato sottoposto a un monitoraggio da cui sono emerse importanti conclusioni, tra cui l’evidenza del fatto che le attività e le strategie mirate all’inclusione delle persone con disabilità nella vita economica, politica, sociale producono significative ricadute positive sull’economia dei Paesi, grazie alla valorizzazione delle risorse di cui la persona con disabilità è portatrice e anche sullo sviluppo tecnologico, grazie all’impulso che le persone con disabilità possono dare alla ricerca di soluzioni per il superamento delle barriere.
E tuttavia, dal precedente Piano di Azione è anche emerso che ci sono ancora molte sfide da affrontare, fra cui soprattutto l’incremento delle percentuali di impiego lavorativo delle persone con disabilità, che è ancora troppo basso.
La nuova Strategia affronta dunque tali sfide, prendendo come punto di partenza la Convenzione dell’ONU e ponendosi come strumento di collegamento tra i princìpi delineati dalla stessa e le azioni concrete intraprese dai Paesi europei, per tradurre tali princìpi in un reale miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità.
Lo staff tecnico dell’Unione Europea che ha elaborato il documento ha prestato infatti una particolare attenzione alla coerenza tra la Strategia e la Convenzione ONU, elaborando una mappatura dei risultati fino ad ora ottenuti nei Paesi europei e della distanza ancora da coprire per una piena implementazione dei princìpi della Convenzione.
Tra le principali criticità emerse da questa mappatura, spicca ad esempio il ritardo, in alcuni Paesi, nella promozione di uguali opportunità per alcuni gruppi particolarmente vulnerabili (donne con disabilità, persone con disabilità mentali), oltre alle persistenti barriere infrastrutturali che limitano l’accessibilità (in questo ambito l’Italia è citata come esempio negativo) e al ritardo nel riconoscimento completo della capacità legale della persona con disabilità, della sua libertà di movimento e della partecipazione alla vita politica.
La nuova Strategia Europea si pone quindi il traguardo di superare questi ritardi, accelerando il processo di inclusione piena delle persone con disabilità nella vita sociale, economica e politica di ogni Paese europeo.
*Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau.