Per liberare quel «prigioniero in casa»

Continuano le iniziative dei senatori Baio Dossi e Gustavino, per trovare una soluzione alla vicenda da noi raccontata nei giorni scorsi di quel giovane con disabilità della Spezia, divenuto idealmente un "simbolo" per migliaia di tante altre persone con disabilità a tutt'oggi costrette dalle barriere architettoniche a restare letteralmente "prigioniere in casa". Infatti, dopo la presentazione di un'Interrogazione Parlamentare, che solleva il problema delle tante barriere che a tutt'oggi impediscono a molti di poter vivere dignitosamente, i due parlamentari preannunciano ora che si recheranno personalmente in quella casa non accessibile

Disegno di persona che non può accedere alla porta di casa a causa di alcuni scalini«Togliamo dalla prigione un Cittadino che ha un’unica sfortuna: non potersi muovere autonomamente»: lo dichiarano i senatori Emanuela Baio Dossi e Claudio Gustavino, riferendosi alla vicenda di Michele Pieretti, giovane con tetraparesi spastica di Fabiano Alto, frazione della Spezia, che a causa di una scalinata può uscire di casa solo se la sua carrozzina viene sollevata a braccia dai volontari (se ne legga ampiamente nel nostro sito, cliccando qui).
Una situazione che – come avevamo riferito nei giorni scorsi – aveva anche fornito lo spunto, ai due parlamentari, per presentare un’Interrogazione indirizzata al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, a quello delle Infrastrutture e dei Trasporti e a quello dell’Interno, per evidenziare le tante e infinite barriere architettoniche che ancora impediscono ad alcune persone di poter vivere dignitosamente.

«Il 27 maggio prossimo – preannunciano Baio Dossi e Gustavino – incontreremo a casa sua Michele Pieretti, per constatare con i nostri occhi in quale situazione sia costretto a vivere e per individuare insieme la soluzione da intraprendere in tempi ragionevolmente brevi. Non lo abbandoneremo fino a quando il problema sarà risolto».
«Noi difendiamo la vita dal momento iniziale – proseguono i due senatori -, durante il suo decorso, fino al momento finale, senza se e senza ma e per noi questa battaglia è determinante per affermare la dignità della persona sempre, a dispetto di chi fa finta di non vedere e non sentire. Il silenzio e la cecità delle Istituzioni rappresenta un megafono di indifferenza: non è infatti nascondendo la testa sotto la sabbia che si risolvono i problemi. Apprezziamo in tal senso che anche il deputato della maggioranza Sandro Biasotti abbia presentato alla Camera la stessa nostra Interrogazione».
«Siamo quindi intenzionati – concludono i due senatori – a discutere di questo caso anche con gli amministratori locali, per trovare una soluzione definitiva. Michele, infatti, è costretto a vivere “prigioniero in casa”, perché purtroppo le Istituzioni sono rinchiuse nella prigione dell’indifferenza, della discriminazione e sono inadempienti nell’applicare le leggi dello Stato. Saremo lì, pertanto, ad affermare i valori della libertà e della verità». (S.B.)

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