Il teatro non nasconde mai né la mente né il corpo

Si può partecipare fino al 10 ottobre al primo Premio per la Drammaturgia "Teatro e Disabilità", iniziativa lanciata dall'AVI di Roma (Agenzia per la Vita Indipendente), insieme all'ECAD (Ebraismo Cultura Arte Drammaturgia), in accordo con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e con il principale obiettivo di dare una voce all'anima delle molteplici disabilità, attraverso appunto la scrittura di testi teatrali

Realizzazione grafica su «teatro e disabilità»Presentato nel maggio scorso a Roma, durante la Conferenza Internazionale sulla Vita Indipendente (se ne legga ampiamente anche nel nostro sito cliccando qui), il primo Premio per la Drammaturgia Teatro e Disabilità è un’iniziativa lanciata dall’AVI di Roma (Agenzia per la Vita Indipendente), insieme all’ECAD (Ebraismo Cultura Arte Drammaturgia), in accordo con l’articolo 30 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (Partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport), con il principale obiettivo di dare una voce all’anima delle molteplici disabilità, attraverso la scrittura di testi teatrali ed è nato non a caso in questo 2011 in cui si celebrano i centocinquant’anni dell’Unità d’Italia, con l’intento di porsi in relazione ideale con uno dei massimi artefici di essa, Giuseppe Garibaldi.
«Infatti – annotano gli organizzatori – forse non tutti sanno che Garibaldi trascorse alcuni anni della sua vita in condizioni di disabilità, costretto su una sedia a rotelle. Il suo letto era rivolto verso una finestra, per guardare fuori la luce, la vita. Aveva dovuto accettarla la disabilità, così com’era venuta, ed escogitare stratagemmi d’ogni genere per continuare a vivere ancor più da “eroe”, tra le innumerevoli barriere architettoniche e culturali di quell’epoca, in cui molto più di oggi disabilità voleva dire invalidità, debolezza, rinuncia, dipendenza. Questo collegamento ideale e storico del Premio Teatro e Disabilità impone dunque una riflessione più ampia sul concetto della dignità umana e del valore della persona, che non vengono meno, ma spesso vengono esaltate dall’esperienza della disabilità, che può colpire chiunque e in qualunque momento della vita».

«Il teatro – spiegano ancora i promotori del Premio – è stato scelto tra le varie arti poiché più di altre comunica direttamente, attraverso la fisicità e la corporeità, emozioni e concetti vissuti anche dalle persone con disabilità. Infatti, il teatro, sebbene arte della finzione, non nasconde sulla scena né la mente né il corpo e la sua storia ha tanti personaggi caratterizzati da condizioni di disabilità, che hanno avuto successo verso il pubblico: dalla cecità di Edipo, alla deformazione di Riccardo III, alla follia di Enrico IV».

È possibile dunque partecipare a Teatro e disabilità inviando un testo teatrale (trenta cartelle al massimo), che abbia come tema la disabilità, i suoi protagonisti e la loro vita in tutti i suoi aspetti, entro e non oltre il 10 ottobre.
La giuria, presieduta dall’attrice Pamela Villoresi, sarà composta da Silvia CutreraDino Barlaam, rispettivamente presidente e direttore dell’AVI di Roma, dalla giornalista Lorella De Luca, dalla docente universitaria di Psicologia alla Sapienza di Roma Angela Guarino, dallo scrittore e giornalista Claudio Imprudente, dalla docente universitaria di Storia del Teatro all’Università di Roma Tor Vergata Donatella Orecchia, dal regista e scrittore Vittorio Pavoncello, dallo storico e scrittore Matteo Schianchi.
La premiazione è prevista per il 28 novembre, a Roma, presso il Teatro Sala Umberto. (S.B.)

Per ulteriori informazioni:
– AVI (Agenzia per la Vita Indipendente) di Roma, tel. 06 98184861, agvitaindipendente@libero.it.
– Ufficio Stampa: (Caterina Falomo), c/o Sulleali Comunicazione Responsabile, tel. 346 8513723,
caterina.falomo@sulleali.it.
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